Nov 09 2015

j’accuse-seicentocinquantotto 09 11 2015

Published by at 11:39 am under cronaca cremonese,Giudici

J’ACCUSE – SEICENTOCINQUANTOTTO
Titoli del Corriere di ieri: -Pochi fanno i chirurghi per paura delle cause- Per la prima volta posti vacanti nelle scuole di specializzazione-
Un passo di spiegazione: “Negli ultimi anni stanno sempre più affermandosi anche nel nostro Paese organizzazioni che hanno eletto a loro core business le cause di risarcimento per errore medico. Non che i pazienti maltrattati non ne abbiano diritto, ci mancherebbe altro. Però questo fenomeno ha prodotto degli anticorpi, che vengono descritti nel loro insieme come ‘medicina difensiva’ e che si traducono, essenzialmente in due atteggiamenti da parte dei dottori, i quali peccano in un caso per eccesso e nell’altro per difetto. Il primo consiste nella prescrizione di esami e procedure diagnostiche non sempre strettamente necessari per cautelarsi in caso di contenzioso (con conseguente aggravio dei costi per il Sistema sanitario nazionale) e il secondo, di segno uguale contrario, nella tendenza ad assumersi meno ‘rischi’ possibili nei trattamenti, tant’è vero che, stando a dati riferiti nel corso del congresso nel capoluogo lombardo, ben il 75% dei chirurghi si ferma ormai davanti a problemi molto difficili proprio per il timore di risvolti medico-legali.”
Immaginiamo poi che succederebbe a un chirurgo, che spesso deve decidere in un attimo, non in 170 giorni per scrivere 97 paginette, se col bisturi disegnasse nel torace del paziente una sfera di cristallo! Ma la differenza non la fa la professione, è il potere a decidere cosa è grave, cosa no! E inutilmente Bontempi e Frigo oppongono che “nella sentenza impugnata si vuol far credere ciò che non è minimamente credibile”; non si tratta di credibile o non, si tratta di potere, e quindi Massa Pio certifica, pagina 16:
“Nel medesimo colloquio Claudia disse alla madre che Iori sarebbe tornato da lei, a cena, il giorno 20 successivo; nell’occasione avrebbe portato del sushi, che avrebbe condito con delle salse al pompelmo e mirtillo, che egli avrebbe preparato adoperando dei fornelletti a gas, che pure avrebbe portato con sé. A Claudia tale iniziativa sembrò strana, non avendo Iori mai cucinato e sapendo che a Maurizio il pesce non piaceva, ma otteneva da Maurizio stesso la risposta che il sushi non aveva il sapore di pesce e che lo avrebbe mangiato volentieri. Anche all’obiezione di Claudia che le salse potevano essere scaldate più comodamente usando il fornello della cucina di casa, Iori aveva fornito una risposta apparentemente adeguata (siccome c’erano diverse salse da cucinare contestualmente, era più comodo usare i fornelletti che avrebbe portato). Claudia, tutto sommato anche contenta della novità, e comunque consapevole che con Iori vi era poco da discutere, non fece più obiezioni, sol riservandosi di far mangiare nell’occasione alla piccola Livia prosciutto e/o riso.”
Per credere a una versione simile è indispensabile uno spirito di obbedienza cieca che né Bontempi né Frigo hanno:
“Insomma, secondo la versione della Facchi, avallata dai primi Giudici, Iori farebbe di tutto per far capire che sta per succedere qualcosa di strano! Ma Claudia non era stupida ed equivale ad offendere la sua intelligenza pensare che non dica a Iori: ‘sei impazzito, magari ci vediamo un altro giorno’…. di fronte a quattro bombole da campeggio con relativi fornelletti in un appartamento per scaldare le salsine di due misere porzioni di sushi, un cibo che -tutti sanno- si mangia freddo!”

Cremona 09 11 2015 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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