Ott 26 2015

l’opinione di ep 26 10 2015

Published by at 3:05 pm under costume,cronaca nazionale

MA QUANTI SONO I FURBETTI (IMPUNITI) DEL CARTELLINO? Tutti ne parlano. E’ l’argomento del giorno. Più dei Marò (imbrogliati) e di Marino (caos a Roma). Più dell’ostia ai divorziati e della Polonia che ha svoltato a destra cavalcando la campagna migranti. Più dei Pm che si accaniscono sul pensionato che ha sparato al rapinatore che gli era entrato in casa di notte. In giro si parla solo dei furbetti di Sanremo, gli impiegati comunali che passavano il badge nell’apposita fessura e poi se ne andavano per i fatti loro. Al lavoro restava metà personale e non mi dite che non si sapeva. Quello che i Tiggì ci hanno fatto vedere è una documentazione che sarebbe spassosa se non fosse drammatica, come dice Giorgio Dell’Arti. Abbiamo visto il vigile in mutande andare a timbrare il cartellino per poi tornarsene – rapido – a letto. Abbiamo visto la ragazzina mandata a lavorare col badge del padre e lei il badge non lo sapeva nemmeno usare “sicché per essere più sicura andava su e giù con la tesserina dodici volte”. Abbiamo visto il moralizzatore che su Facebook si scagliava contro i politici corrotti e poi, risultando per legge in ufficio, se ne stava al bar a chiacchierare. E mi fermo qui. E tutti in città sapevano, compreso il sindaco. Epperò che vuoi fare? I voti sono voti. Anche i furbetti votano. Sanremo non è l’eccezione. Se un magistrato vuol andare a curiosare anche dalle parti nostre troverà le stesse cose. Anche i 196 indagati sanremesi (43 sospesi,35 arrestati) la sfangheranno. Se ce l’hanno fatta quelli che saccheggiavano le valigie di Fiumicino perché dovrebbero pagare costoro? Il Belpaese è ormai questo: comandano i furbetti e i loro succhiaruote. Per carità le leggi ci sono, ma chi le applica? C’è una normativa che consentirebbe ai dipendenti pubblici di denunciare il collega infedele o fannullone. C’è, ma non funziona. E’ un fiasco. Tanto è vero che “Allerta anticorruzione”, la piattaforma per le segnalazioni anonime di “Transparency international” ha avuto in 9 mesi (dati aggiornati al 23 ottobre) solo 115 segnalazioni da parte di 107 persone. Praticamente nulla. Una miseria. Ha scritto giorni fa il buon Gramellini : “La malattia è talmente diffusa che i malati non sanno più di esserlo e i medici stanno peggio di loro. Forse qualche licenziamento in tronco potrebbe rinfrescare la memoria a tutti quanti”. Campa cavallo. Se ti azzardi a licenziarli, ti trovi un branco di sindacalisti sul collo . Ma la Cisl ligure, per fortuna, si sta smarcando dall’andazzo buonista e minchione. In questo Paese manca, tra l’altro, la “cultura del controllo”. Al sindaco di Sanremo gli hanno chiesto “ma, scusi, lei perché non controllava?” Il primo cittadino ha risposto: “Non è il mio compito”. E c’è di più: ben sette dei dipendenti finiti in galera per truffa allo Stato a febbraio avevano ricevuto un bonus per la loro produttività. Cifre robuste, diciamo una tredicesima. Faccio un esempio: Fabio Vellani, funzionario dei Lavori pubblici beccato dalla Finanza a fare il canottiere ai remi di una imbarcazione durante le ore di lavoro, lo hanno premiato con 1.700 euro. C’è chi ha preso anche più di 2mila euro. Manca pure, soprattutto, il cosiddetto “senso dello Stato”. Anni di degrado (morale e materiale) ci hanno portato a questo allegro Far West. Ergo bisogna ripartire da qui, dal recupero del senso dello Stato da parte di tutti: politici, amministratori, pubblici funzionari, comuni cittadini. Perché lo Stato non è altro da noi. Concludendo: è un problema culturale. E proprio perché è culturale vedo la strada in salita. ENRICO PIRONDINI

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