Ott 05 2015

j’accuse-seicentoventitre 05 10 2015

Published by at 9:43 am under cronaca cremonese,Giudici

J’ACCUSE – SEICENTOVENTITRE
Sempre dalle conclusioni del Pm a Cremona:
“Il 21 luglio 2011 furono rinvenuti i cadaveri di Claudia e Livia; volendo esaminare i fatti in modo logico-deduttivo (quindi senza sfere di cristallo, n.d.r.), essendo incontrovertibile che la piccola Livia fu uccisa e che, quindi, almeno un omicidio è stato commesso, resta da valutare se il luttuoso evento, nel suo complesso:
sia stato dovuto all’opera di persone diverse dall’imputato
sia stato dovuto all’opera di Claudia, autrice di un omicidio-suicidio
sia stato dovuto all’opera dell’imputato”
Le prime righe di tutte le fasi dell’intero procedimento vanno bene, i problemi sorgono dalle seconde in poi; quando si parla di “persone diverse dall’imputato”, usando l’acrimonia e la speciosità continue verso Maurizio Iori, si potrebbe indagare su un possibile delitto d’onore della famiglia, tanto cattolicissima; io, è chiaro, non perderei nemmeno un minuto, perché assurdo, come il movente affibbiato al povero Iori. Comunque, la parola al Pm:
“Nel corso delle indagini e dell’istruttoria dibattimentale non sono emersi motivi per ritenere che Claudia (a parte, ovviamente, l’imputato), per non parlare di Livia, avessero nemici che potessero ucciderle o altre persone che avessero comunque anche solo motivi di contrasto con loro; da tempo Claudia conduceva una vita piuttosto riservata, viveva solo per la figlia, vedeva solo i suoi familiari e lo Iori. La Corte ha rigettato – non essendovi alcun elemento a suo sostegno – l’istanza con cui la difesa cercò di introdurre dubbi sulle frequentazioni di Claudia, postulando che ella, ai tempi con la relazione con l’imputato, ancora frequentasse un uomo, conosciuto ai tempi del liceo, poi divenuto tossicodipendente, al quale poter addebitare l’arrivo dei blister di Xanax in via Dogali e magari la responsabilità del luttuoso evento.” Eccetera.
Le solite. La Difesa ha perlopiù sostenuto la tesi della sceneggiata di Claudia, ci sono tutti gli elementi, poi finita male; e comunque il suicidio d’impeto, alla scoperta che Maurizio Iori aveva sposato l’altra. Ma qui si apre un capitolo interessante del sistema processuale italiano, l’obbligo di rispondere, sempre, per la Difesa naturalmente; se il giudice non ne ha voglia manco ti legge.
Nei relazioni ordinarie, se uno mi dice una cosa che ritengo assurda, non gli rispondo, nemmeno per quello che si chiama obbligo di buona educazione; che sia lui il primo. Invece la tesi dell’Accusa, abbracciata dalla Corte, è che siccome Claudia non era in grado di procurarsi lo Xanax, che si vende in tutte le farmacie, se hai la ricetta bene, se non l’hai bene lo stesso, solo Iori che è l’assassino poteva farlo. La prassi non consente alla Difesa di fare spallucce, pena la tesi di Accusa/Corte diventi prova provata. Di qui una mini indagine della Difesa per scoprire che Claudia frequentava un amico tossico con probabile uso di Xanax; che non per questo aveva in mente di ucciderla….

Cremona 05 10 2015 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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