Set 25 2015

j’accuse-seicentotredici 25 09 2015

Published by at 2:23 pm under cronaca cremonese,Giudici

J’ACCUSE – SEICENTOTREDICI
Mi ripeto, rimango sgomento ogni volta che noto fin la ferocia nel trovare un inutile bandolo di matassa per fatti irrilevanti, e il silenzio completo su come sia possibile, per chiunque, anche l’assassino più abile ed esperto, rifilare di nascosto in pochi minuti quasi a digiuno tanto di quello Xanax, amarissimo per giunta se in gocce o pastiglie triturate, da spedire in stato di intossicazione acuta, come dirà l’autopsia!
L’unica descrizione, cambiano le virgole ma identica dal dottor Gip alla Corte di Brescia: Maurizio Iori l’avrà messo nei cibi o nelle bevande; in che ordine di precedenza, madre o figlia, che è fondamentale, zero su zero, per tutti. Ma per i padroni del processo si può uccidere anche telefonando; ecco la tesi della Procura, a Cremona, che prima fa parlare la Difesa, poi risponde:
“Lo Iori chiama la moglie Laura Arcaini alle 19.30 e dopo una telefonata di circa mezz’ora parte dalla propria abitazione per recarsi da Claudia, lo Iori dimentica il proprio telefono cellulare sul tavolo della cucina di casa sua, in modalità silenziosa. Se avesse voluto evitare che la moglie lo chiamasse, preoccupandosi se non le fosse stato risposto, gli sarebbe bastato lasciare il cellulare spento, oppure, anche acceso, al piano di sotto, in stanza da letto, ove il telefono non può ricevere. In tal caso alla moglie avrebbe risposto la segreteria telefonica, comunicandole che l’utente non è collegato o non può rispondere ed ella, ben conoscendo l’inconveniente tecnico, non si sarebbe preoccupata.”
E’ la Difesa; capisco l’imbarazzo di Giusto&Gualazzini, che immagino la prima volta nella loro carriera han dovuto rispondere ciò che sarebbe sembrato banale anche a uno studentello: un cellulare non può mai essere considerato un alibi; tranne per certi giudici italiani, soggiungo io! La conferma, invece, vien messa sotto il loro naso dal Procuratore Aldo Celentano:
“Preliminarmente, si ribadisce che la telefonata dello Iori alla moglie delle 19.31 durò solo due minuti. Alla Difesa dello Iori conviene posticipare il momento d’arrivo dell’imputato a casa di Claudia, per i motivi che poi si riferirà. Quanto al fatto della dimenticanza del cellulare la questione fu volutamente mal espressa dalla difesa. Allo Iori non interessava che la moglie potesse preoccuparsi; gli interessava invece procurarsi un alibi. Infatti se il problema era solo quello di evitare una telefonata della moglie non lo risolveva lasciando a casa il cellulare: lei infatti l’avrebbe potuto chiamare sulla linea fissa… E’ evidente che il motivo era quello di far credere, in caso di indagini, che lui era là dove si trovava anche il suo cellulare, dato che normalmente ognuno lo porta con sé.”
Dio sa i commenti dalla Cassazione sui colleghi dei processi di merito che sarebbero disposti a considerare un telefonino base solida per un alibi! Tesi che ha tenuto dal dottor Gip, il primo, fino a Massa Pio, quello della sfera di cristallo; solo a Brescia i giudici hanno espresso incertezza, come Re Salomone: può essere sì, può essere no. E tutti seri, solo io rido, ma prima o poi mi beccherò un”vilipendio alle istituzioni”….

Cremona 25 09 2015 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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