Set 22 2015

l’opinione di enrico pirondini 22 09 2015

Published by at 5:07 pm under cronaca internazionale,cronaca nazionale

ORA PER TSIPRAS (E PER NOI) VIENE IL BELLO Domenica i Greci hanno votato per la terza volta in nove mesi e per la quinta volta in sei anni. A conti fatti hanno più fregola (e guai) di noi. Ha vinto Syriza, nato come partito di estrema sinistra contro il rigore dei parrucconi Ue; un partito “sobrio” avrebbe detto Mario Loden, che però  una volta attovagliato – per carità, succede – questo partito  si è ammorbidito tanto da subire una scissione. Ma i fuoriusciti, guidati dall’ex ministro Panagiotis, hanno fatto una frittata. Sono rimasti sotto la soglia del 3%. Tenuto conto di questa “emorragia”, Alexix Tsipras – che ha ottenuto un sol punto in meno rispetto a gennaio – ha addirittura incrementato. Perché? Perché il ragazzone ha un rapporto quasi personale con gli elettori. Piace. Queste cose contano più delle ideologie. Tsipras è un quarantenne figlio della rivoluzione studentesca che in Grecia è arrivata a scoppio ritardato.  Il ragazzo è decollato in Politica sei anni fa quando l’Europa della sciura Merkel ha messo la Grecia (che era sull’orlo del default) in ginocchio; cioè governo commissariato, colpi di mannaia sulla spesa, sospensione della sovranità nazionale. Da allora i greci passin passino, hanno gonfiato le file di questo partito fino a minacciare di non pagare i debiti e uscire dall’euro. Tsipras ha rivinto a mani basse. O quasi. Il “Piacione di Atene” si è comportato come il nostro Capanna che chiamavano “Il tribuno illustrato” ma anche il “Nakasone italiano” per la prominenza del naso. Per noi universitari dell’altra riva Mariòn  era soltanto  “Il Bestion contrario”. Preistoria. Ora però per Tsipras il bello viene adesso. Anzi il difficile. Deve realizzare un programma europeo di riforme al quale lui giura di non credere minimamente. Lui però è già al sicuro, nel buon Palazzo. La Grecia no. E la gente non dimentica. Agli inizi – ricordate? –  il Piacione  aveva promesso di stracciare il memorandum imposto dai diktat di Bruxelles e Berlino salvo poi siglarne uno peggiore. Poi ha annunciato più diritti e assistenza per tutti ma ha avallato, con la firma in calce, sulle nuove misure, il taglio delle pensioni che ci sarà entro fine anno se i conti a Natale  non torneranno sotto l’Acropoli. E  ancora: diceva che senza riforme e investimenti stranieri la ripresa sarebbe stata impossibile ma proprio alla vigilia delle elezioni che è successo? E’ successo che i cinesi di Cosco China, spazientiti da questo picci e poccia delle urne, hanno acquistato il più grande porto privato turco nella baia  Marmari al prezzo di 918 milioni di dollari mentre tutti aspettavano la privatizzazione del Pireo ad Atene.  Campa cavallo. Un conto è fare antipolitica, un conto è gestire la baracca. Senza quattrini non si va da nessuna parte.  Anzi si fa come i gamberi. E la Grecia in otto mesi di tira e molla con i creditori ha perso almeno 60 miliardi. E siccome le rogne sono come le ciliegie, una tira l’altra, c’è la “mandola” di Alba Dorata, partito neo nazista arrivato sul podio con un rotondo 7% di consensi. Mica bruscolini. Questo successo, hanno spiegato gli esperti, non è tanto il risultato della crisi e del braccio di ferro perduto da Tsipras contro la Troika, quanto l’effetto dell’invasione dei profughi, con isole come Kos e Lesbo ridotte al collasso. Tra i giovani greci Alba dorata è ormai il primo partito. Un riflesso che ci riguarda da vicino. Quando il 3 febbraio Tsipras venne a Roma a baciare la pantofola a Renzi disse: “Con Matteo parliamo la stessa lingua”. Pittibimbo, abituato a convivere con i suoi volponi rossi, non ha abboccato. Ed ha risposto: ”Calma, noi vi diamo una mano. Ma non vi diamo sempre ragione”. Staremo a vedere. Presto alle urne potremmo andarci noi.
ENRICO PIRONDINI

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