Ago 30 2015

j’accuse-cinquecentottantasette 30 08 2015

Published by at 9:34 pm under cronaca cremonese,Giudici

J’ACCUSE – CINQUECENTOTTANTASETTE
–A tal riguardo, non si dimentichi che, nella ricostruzione dei fatti che vede Iori programmare l’omicidio con una pluralità di mezzi e accorgimenti (farmaci di Xanax e Valium, il primo peraltro da portare sia in pasticche con blisters, sia in forma liquida, 4 fornelletti e 4 bombolette, sacchi della spazzatura per eseguire la manovra di confinamento, successiva opera di bonifica/simulazione della scena del delitto) l’imputato avrebbe versato in uno stato emotivo particolarmente compromesso, essendo mentalmente dominato dall’idea omicidiaria e dalle complesse modalità di esecuzione di tale idea.–
Naturalmente non sono solo io a sostenere che se Claudia e Livia han preso lo Xanax in pastiglie intere non si può parlare di omicidio nemmeno per scherzo; è d’accordo anche il nominato Massa Pio a pagina 31 della sua motivazione:
“Tali circostanze sono rilevanti in quanto l’ipotesi del suicido è compatibile solo con la ingestione delle pastiglie di Xanax nella loro integralità” E qui, come abbiamo letto assieme ieri, Fischetti&Vacchiano costruiscono la loro gigantesca sfera di cristallo, base, la pastiglia trovata accanto al corpo di Livia, col suo Dna, chiaro, al di là di ogni ragionevole dubbio, perché vomitata: si arrendessero all’evidenza, Maurizio Iori va assolto. Ma non deve essere così; prima, la manovra di aggiramento, pagine 107/8:
“Va, anzi, segnalato come il rinvenimento di quella pastiglia nel lettino di Livia non assuma rilievo soltanto in termini di compatibilità con la condotta simulatoria realizzabile dal prevenuto, convergendo verso tale ricostruzione fattuale anche la diretta e ragionevole presunzione che detto rinvenimento suscita in rapporto al numero di pasticche che la bambina avrebbe dovuto assumere. Si vuol dire, cioè, che se davvero Claudia fosse riuscita nell’impresa di far ingoiare alla piccola Livia buona parte delle 95 pastiglie intere (ripetesi: intere) di Xanax mancanti dai blisters, la bambina non si sarebbe certo limitata a vomitarne una sola.”
Chi ha seguito le mie note ricorderà bene che se è la Difesa a dire: impossibile rifilare di nascosto 95 pastiglie o il corrispondente liquido, Accusa Parte civile le due Corti pronte ribattono non esser misurabile la quantità, e lasciano sottintendere fosse molto meno; se si tratta di picchiare su Iori, come abbiamo appena letto, le pastiglie d’incanto tornano 95: potere del potere! Ma non è tutto, Livia non ha diviso con la madre le 95, ne ha in corpo molto meno, come logico, trattandosi di una bimba di due anni e mezzo; poi non c’è bisogno d’esser medici per sapere che quando si vomita non tutto vien buttato fuori; se Livia ha ingoiato tre/quattro pastiglie, normale ne abbia vomitata una sola.
Ma il capolavoro è dopo: di fronte all’evidenza, la pastiglia quando arriva al laboratorio di Milano, da Crema, è sbriciolata, ed è logico lo sia, corrosa dagli acidi gastrici, Fischetti&Vacchiano sostengono invece lo sia perché la Scientifica, lascio loro la parola, pagina 108:
“Da tanto evidentemente si desume come, dunque, la ceralacca fosse venuta meno soltanto a seguito di una inadeguata conservazione del corpo del reato durante il trasporto. E ciò è poi pure confermato dalla circostanza che il reperto è risultato essere giunto a Milano addirittura frammentato”
Loro desumono perché la foto della pastiglia nel letto la dava integra, la foto! E le domande si possono accavallare, la prima: che pastiglia han fotografato? La seconda ben più forte: tra la foto e la pastiglia cosa conta di più in termini di prova?
E si possono montare ironie in quantità, ma dove non è permesso scherzare a nessuno, nemmeno all’onnipotente giudice italiano, è che la Polizia Scientifica, tra l’altro premiata per il suo impegno nel caso Iori, tratti un reperto dell’importanza della pastiglia di Xanax in modo da distruggerlo nel trasporto da Crema a Milano! E come avrebbe fatto, l’incuria non è sufficiente; tutti noi ci portiamo in viaggio medicine, tutte la case farmaceutiche le spediscono a bancali nel mondo intero: quando mai una pastiglia ha subito traumi tali da sbriciolarsi? Perché non l’hanno indicato, il trauma, Fischetti&Vacchiano? È un loro diritto stabilire: è andata così perché lo diciamo noi?
La Cassazione ha il diritto di limitarsi a ridere? L’Anm che sostiene i colleghi non vadano nemmeno in ferie per scrivere le sentenze, che dice? Lo Spataro di turno che il 27 agosto scrive al Corriere per sostenere che i giudici al massimo peccano di politica o protagonismo, o al massimo di “neghittosità inescusabili”, che direbbe leggendo sfere del genere?
Io mi ripeto sempre, basterebbe mettere davvero sotto gli occhi degli italiani, Tv, giornali eccetera, quel che può capitar loro in un “normale” processo, come capita agli altri, e tante cose cambierebbero da sole, senza bisogno di nuove leggi: ve li immaginate, cari lettori, Fischetti&Vacchiano che a Porta a Porta spiegano a 4 milioni di spettatori che il giudice italiano si impegna, salta le ferie per scrivere bene la sentenza, però il poliziotto gli sbriciola la pastiglia portandola, forse più esatto: gettandola, da Crema a Milano?

Cremona 30 08 2015 www.flaminiocozzaglio.info

No responses yet

Trackback URI | Comments RSS

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.