Ago 14 2015

j’accuse-cinquecentosettantuno 14 08 2015

Published by at 5:56 pm under cronaca cremonese,Giudici

J’ACCUSE – CINQUECENTOSETTANTUNO
Siccome ho mai la pretesa d’esser creduto sulla parola, da nessuno, amico che sia, continuo a ricopiare le riflessioni della Corte d’Assise d’Appello di Brescia, Fischetti e Vacchiano giudici di toga, se un imputato possa vantare come alibi il cellulare dimenticato a casa, secondo il principio del nominato Massa Pio: “in quanto dove c’è il telefono c’è, di solito, anche il proprietario”.
Con principi del genere, e prove discendenti, Maurizio Iori è prigioniero delle carceri italiane, in nome del popolo italiano, dal 14 ottobre 2011. Da impazzire, sarete d’accordo, madre moglie figli compresi.
Io spero che almeno la Cassazione dia la bacchettata che meritano a giudici del genere, anche, anticipo il finale, se per Fischetti&Vacchiano il cellulare non è una prova:
“In conclusione, il comportamento con il quale Maurizio Iori ebbe a lasciare a casa il proprio cellulare non è tale da essere capitalizzato come elemento realmente a discarico, né, tanto meno a carico, dell’imputato.”
Dovevano semplicemente non perdere tempo a scrivere quattro pagine, bastava una riga: stiamo decidendo in nome del popolo italiano, non nostro; parliamo di cose serie. Invece:
“E’ evidente, infatti, che se si afferma che la telefonata delle ore 19 30 sia stata quella della buonanotte, allora dovrebbe necessariamente ritenersi che la telefonata delle ore 19 00 sarebbe stata quella in cui Iori e la Arcaini si sarebbero anche accordati di risentirsi per darsi la buonanotte. Ma sostenere ciò appare davvero arduo, non avendo molto senso rinviare di appena mezz’ora un saluto telefonico che avrebbe potuto essere scambiato in quella stessa telefonata delle ore 19 00.”
Ogni tanto saltello, non voglio abusare della pazienza di chi è abituato a leggere pagine che valgon la pena, vi risparmio la serie delle eccetera per arrivare a una semi conclusione:
“ A questo punto, deve obiettivamente ritenersi che la spiegazione più semplice di tale comportamento potrebbe essere quella di una dimenticanza, da parte di Iori, del proprio cellulare, dal momento che l’interpretazione proposta dai giudici di primo grado, secondo la quale egli avrebbe lasciato appositamente l’apparecchio in casa per precostituirsi il falso alibi desumibile dai tabulati telefonici, pur possibile, non può essere con sicurezza affermata, tenuto conto dell’obiezione formulata sul punto dalla difesa dell’appellante, idonea a insinuare il dubbio in ordine alla volontarietà di un tale gesto.”
Parliamoci chiaro: la Difesa, autorevole che sia, non può scrivere come me: ma cosa state dicendo! la Corte potrebbe offendersi e le spese le fa il povero assistito, ma vi assicuro, cari lettori, che non c’è avvocato in tutta Italia che, libero, perderebbe il tempo a rispondere a una “prova” del genere. Altra riflessione, doverosa: quanti di noi, a leggere come si fa un processo da ergastolo, hanno la tentazione di rispondere a voce alta: se questa è la media dei giudici, io posso fare il presidente della Cassazione!

Ceriana 14 08 2015 www.flaminiocozzaglio.info

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