Lug 07 2015

j’accuse-cinquecentotrentatre 07 07 2015

Published by at 9:40 am under cronaca cremonese,Giudici

J’ACCUSE – CINQUECENTOTRENTATRE
Altro che Atlante portare sulle spalle il peso del mondo; su Maurizio Iori gravano tante di quelle ragioni di uccidere Claudia e Livia che dovrebbe, fin dai primi momenti dell’arresto, invece di chiedere l’avvocato, esclamare: sì, sono stato io, portatemi in galera e risparmiate il processo! Avanti da pagina 177 della motivazione d’Appello di Fischetti&Vacchiano:
–Ornesi Paola ha aggiunto che Claudia le aveva poi raccontato che, conseguentemente, i rapporti con Iori si erano del tutto inaspriti e che la sorella aveva continuato ad insistere affinché lui riconoscesse Livia, portandola al cospetto di tutto il suo entourage familiare, vecchio e nuovo. Al che, Iori aveva reagito con indifferenza o, a volte, con la minaccia, con frasi tipo “guarda che tu non sai di cosa sono capace io, io so anche essere diabolico perché ho vinto tutte le mie cause nella mia vita ed i problemi di qualunque entità anche quelli che mi crei tu, io li cancello!” Una reazione così intimidatoria che evidentemente dimostra per l’ennesima volta, il fatto che Iori non volesse assolutamente assecondare le richieste di Claudia, non tollerando punto di dover essere costretto a inserire Livia nei rapporti già in corso nell’ambito della sua famiglia allargata.——-
Ovviamente la sfera di cristallo inserita in sentenza è molto peggio, ma qui è in evidenza per l’ennesima volta il principio che ha caratterizzato il caso, fin dalle prime indagini: tutto ciò che i testi dicono contro Iori, è la verità; se a favore, si è giunti fino al passaggio degli atti alla Procura per falsa testimonianza. Qui i giudici d’Appello dan per certo ciò che in altri momenti e luoghi sarebbe magari pettegolezzo, secondo il principio incastonato da Massa Pio a pagina 70 della sua motivazione:
“In realtà gli Ornesi hanno sempre riferito pacatamente i fatti (che non sono poi molti) a loro conoscenza ed ogni volta che vi è stato contrasto con le affermazioni dell’imputato si è dimostrato che era l’imputato a mentire.”
Ironia del caso, Massa va a inserire un passo del genere proprio nel capitolo delle chiavi, dove è evidente proprio il contrario. Ma basta che gli Ornesi parlino, nemmeno il sospetto siano, com’è naturale, per tanti motivi, forse lo saremmo anche noi pur se non così spinti, versioni di parte: dicono sempre e solo la verità, tutta per giunta; Maurizio Iori il falso.
Anche quando ci sono ottimi motivi non sia così, perché i fatti dicono il contrario. Ho scritto più volte della famiglia di Iori al momento dell’arresto: figlio del primo matrimonio della moglie, due figli del primo suo, figlio comune; famiglia più allargata di così!
Non solo, nelle dichiarazioni spontanee del processo di Cremona, Iori spiega in modo efficace perché al momento lui e la moglie avevano deciso di non inserire Livia, riservandosi di farlo dopo, oltre al fatto problematico davvero, naturalmente omesso a piè pari da tutti i giudici, ch’era un grosso problema, pur in famiglia allargata, la presenza di Claudia Ornesi: Livia, a due anni e mezzo, non era ancora andata nemmeno alla scuola materna, e metterla a fianco di fratellini un po’ più grandi sarebbe stato incerto, anche per lei; col tempo si sarebbe misurata la possibilità, non era, come sostenuto dagli Ornesi, un no definitivo. Ma di questo non si trova traccia nelle due motivazioni.

Cremona 07 07 2015 www.flaminiocozzaglio.info

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