Lug 06 2015

continua a comandare angelina merkel 06 07 2015

Published by at 6:18 pm under politica internazionale

CONTINUA A COMANDARE ANGELINA MERKEL
D’accordo, la Grecia ha votato e ha detto no all’Europa. Berlino si è preso un bel ceffone. I giornaloni hanno scritto che la Merkel ha perso, ma il primo a dimettersi è stato il ministro centauro greco, Varoufakis l’uomo che sceso dalla moto era andato in piazza a dire la democrazia batterà la troika. Dodici ore dopo la “vittoria” ha tolto il disturbo. I nostri erano convinti del contrario. E per “nostri” intendo il circo dei politici italiani che il giorno del voto sono andati ad Atene per far festa con Syriza cantando “Bella ciao”. A me questi turisti della democrazia pronti a saltare sul carro del vincitore hanno messo un po’ di tristezza (si fa per dire, naturalmente). Li ho visti nei tiggì, scodinzolanti come le sciantose che cantavano nei caffè concerto ai tempi di mio nonno. Li ho visti abbandonarsi a gag e selfie in favore di telecamere, a sparare pernacchie sull’Europa dei Nordici senza cuore, a beneficio della marxista Syriza. Ho visto i desaparecidos della sinistra radicale cinguettare davanti alle tv con il gruppetto di Vendola, in trasferta pure lui. E attorno a loro la meglio gioventù europea, a due passi da Grillo. Cioè gli spagnoli di Podemos, i comunisti portoghesi, i socialisti francesi anti Hollande, la Linke tedesca. E giù sorrisi, Twitter, verbosità, acrobazie linguistiche. Ma che bella scampagnata.
La destra italiana non c’era. Nemmeno quella che da tempo simpatizza per i greci odiando Bruxelles. Salvini si è scusato così: ”Ritengo più utile parlare con gli italiani piuttosto che farmi due giorni di vacanza accucciandomi accanto ad un pensionato piangente in fila al bancomat”. Anche la Meloni è stata a casa. Grillo no. Grillo si è fatto vedere pur sapendo di non essere amato dai greci di Syriza che non gli perdonano il suo “disprezzo per gli immigrati”. Beppemao è arrivato sotto l’Acropoli al grido di “potere al popolo, non alle banche”. Poi ha fatto un giro al porto del Pireo, ha servito due o tre generosi “vaffanculo” in lingua originale. Quindi ha ordinato alla “Brigata kalimera” il dietrofront e tutti se ne sono tornati a casa felici e contenti. Davanti alla tv hanno appreso dei risultati.
Detto questo, detto che “ride bene chi ride ultimo”, mi permetto di fissare alcuni punti fermi. A prescindere, come diceva Totò.
1. Questo referendum greco un pregio lo ha avuto. Ha fatto capire anche agli zucconi che non ha senso continuare a parlare di Europa, semmai è più corretto parlare di Quarto Reich. Sennò come vi spiegate che l’intera trattativa tra Grecia ed Europa è avvenuta sull’asse Atene-Berlino. Comandano i crucchi, alla fine (per ora) decide la Germania. Continua a comandare Frau Merkel, per Pittibimbo semplicemente “Anghela” (cosa non si fa per una poltrona!).
2. La trattativa Atene-Berlino è stata una prova di forza della “Sciura Merkel” con il giovanotto greco. Ma è stata pure la conferma che noi non contiamo nulla, che Renzi è un vassallo. Va detto: o ci svegliamo o finiamo col diventare una colonia tedesca.
3. Se Renzi non approfitta di questi giorni per “sganciarsi” da Anghela, cioè per sottrarsi ai diktat tedeschi, finiamo (tutti) in braghe di tela. Come ha spiegato Piero Ostellino “gli eurocrati di Bruxelles danno ordini agli Stati membri facendo gli interessi francesi e (soprattutto) tedeschi, sfasciando sovranità nazionali che il governo greco ha voluto difendere interpellando i propri concittadini col referendum sulle imposizioni tedesche e, in definitiva, sull’Europa”. A me questo collare tedesco non sta bene. Le cinghie si mettono al collo delle bestie per applicarvi la catena o il guinzaglio. E noi non siamo bestie. Fino a prova contraria.
ENRICO PIRONDINI

No responses yet

Trackback URI | Comments RSS

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.