Giu 22 2015

l’italia è un paese scappato di mano 22 06 2015

Published by at 10:58 am under costume,cronaca nazionale

L’ITALIA E’ UN PAESE SCAPPATO DI MANO
L’Italia è un Paese scappato di mano. Siamo tornati una”nave sanza nocchiere in gran tempesta/non donna di province ma bordello”. Dante lo scriveva sette secoli fa. E’ cambiato qualcosa?
Il caso clandestini è emblematico. Siamo nella melassa fin qua. Il buonismo tartufesco ci sta affogando. Pittibimbo e compagnia errante si aggrappano all’Europa (foglia di fico che nasconde le vergogne) eppoi proprio l’Europa ci prende per i fondelli e ci rifila schiaffoni: ad esempio, le bugie di Alfano sui permessi provvisori ai migranti (“mai proposti”) ci sono costati i sorrisetti ironici di Francia e Germania giorni fa in Lussemburgo; triste replica del sorriso deridente della sciura Merkel del 2001 (insieme a Sarkozy) nei confronti del Cavaliere.
L’Europa ha fallito. L’Ungheria sta alzando un muro di cemento anti-invasione, la Francia dice “non passa lo straniero” e ci riesce. L’Inghilterra i profughi proprio non li vuole, Cameron al massimo ci ha regalato alcuni 007. La Spagna non è diversa. Noi sì, siamo diversi. Hollande è venuto a visitare Expo, Renzi si è precipitato ad omaggiarlo e tutto è finito a “baguette”e vino. La frase più “alta” registrata dalle cronache è una battuta del Narciso di Firenze; quando il latin lover Hollande ha addentato una francesissima “baguette”, Matteo gli ha detto “è meglio con un po’ di Nutella”; cioè con la nostra crema alla nocciola messa all’indice dal ministro Ségolene Royal, vecchio amorazzo di Hollande. Tutto qui. Un siparietto alla Panariello, niente di più.
Intanto i profughi continuano ad accamparsi nelle stazioni, arrivano da tutte le parti ed i raid anti-barconi per fermare i trafficanti di uomini – missione europea guidata dall’Italia – sono una finta. Senza l’ok dell’Onu l’operazione è inutile. Ed il Consiglio di sicurezza non può fare molto, Russia e Cina sono pronte ad usare il veto. I clandestini, cifre alla mano, costano più degli italiani. La nostra burocrazia è una palla al piede. Le domande di asilo vengono esaminate in 200 giorni anziché trenta . A Campobasso due poliziotti a fine turno hanno bloccato due clandestini ed il Questore ha multato gli agenti solerti; fuori turno non si lavora, gli straordinari non valgono una mazza. A Forte dei Marmi il sindaco Buratti, vecchio socialista di marca laburista transitato nel Pd, dice che “al Forte la sicurezza è impossibile”. La stessa cosa la dicono i ferrovieri, presi di mira da latinos col machete e fancazzisti. Se non arriva la sicurezza sui convogli, quindici treni saranno cancellati per sempre. Sono treni di sette regioni, mezzo Paese. Stiamo retrocedendo al Far West.
Il Paese è in grande confusione. A Roma un milione di persone è sceso in piazza a difesa della famiglia ed il Governo ha detto che la manifestazione era “inaccettabile, omofoba”. Le lobby lesbo-gay-bisex-trans ringraziano. A Milano le sfilate di moda lo hanno confermato: tramonta il sesso forte, la moda è genderless; i maschietti indossano gli abiti più improbabili, senza senso, l’identità si fa confusa. Avanzano maschi depilati,tatuati,lampadati, con sopracciglia degne della Tatangelo. Confesso: sono spiazzato. Fermate il mondo, voglio scendere.
La CNN, prima tv americana, è venuta a riprendere “un Paese sotto scacco”. Ci ha fatti conoscere al mondo. Ha registrato il degrado della Roma di “Ignaro” Marino, il caos alle stazioni di Milano e Bolzano, l’assalto alle coste (54mila sbarchi nei primi mesi del 2015) ed altro ancora.
Intanto la Lega è tornata a Pontida, Salvini ha fatto tosare il pratone, ha messo in bella vista una ruspa (nuovo simbolo del partito) . Ed ha tuonato: “Prima mandiamo a casa Renzi e poi sgombriamo i campi rom”. E già che c’era ha ricordato che “il matrimonio si fa tra uomo e donna, via la legge Fornero, via gli studi di settore, il primo ladro in Italia è lo Stato, via l’Imu sui capannoni, su prima casa e negozi sfitti. Non siamo a Cuba”. La precisione è parsa necessaria. Vista la direzione che stiamo prendendo. O no? ENRICO PIRONDINI

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