Apr 30 2014

j’accuse-centouno 30 04 2014

Published by at 9:53 am under cronaca cremonese,Giudici

J’ACCUSE – CENTOUNO
E così il nove maggio inizia a Brescia il processo d’Appello, in cui spero la Corte lasci perdere le sfere di cristallo e si affidi, oltre che alla logica e al buon senso, ai fatti e alla legge. Io lo ripeto, anche se Massa Pio non ne fa il minimo cenno nelle sue 97 paginette, la causa della morte, Xanax più gas butano propano, era sconosciuta alla letteratura scientifica fino a quel momento, per cui è ben difficile che un medico chirurgo come Iori tra tutti i mezzi possibili vada a scegliere proprio quei due, e il primo passo, che nemmeno Massa Pio pien di scienza infusa e innata riesce a spiegare in modo convincente, è come riuscire a far mangiare 92 pastiglie a Claudia e tre alla piccola Livia, pur con tutte le traduzioni in gocce, in pochi minuti, a digiuno, e senza che se ne accorgano. Se il Giudice d’Appello non supera questo primo ostacolo, non ha senso andare avanti, a meno che per solidarietà al collega voglia ripetere le sfere o diavolerie simili, per poi infognarsi in una sequela di “avrebbe potrebbe sarebbe” da sprofondare nella vergogna sé e la Funzione che rappresenta. Non solo per la logica, si potrebbe chiedere l’aiuto di don Abbondio: se uno non ce l’ha, non se la può dare, ma per il rispetto della legge, che dal solito 533cpp chiede certezza, certezza e certezza.
Naturalmente, come scrivo da 500 pezzi, non c’è solo questo nelle 97. Pagina 57:
“Tutto ciò è congruo nella misura in cui l’imputato, autore dei delitti, fa tutto il possibile per cancellare le proprie tracce ed intende difendersi, ove interrogato dalle Autorità, asserendo di non essere mai stato quella sera a casa di Claudia e di nulla sapere di bombole e fornelli: è quello che Iori ha detto nell’immediatezza del fatto, il giorno dopo gli omicidi, quando ancora pensava di potersela cavare in quel modo.”
Mi vengono i brividi, è un magistrato della Repubblica italiana, che nella sua posizione di “terzo” deve decidere in nome del popolo italiano, io che scrivo, te che leggi: due botte in un colpo solo! Magari si assentava col pensiero mentre i consulenti, in Aula, spiegavano che cancellare le tracce è affare da esperti e comunque restano i segni della cancellazione, che qui mancano, ma il Giudice terzo non deve, per alcun motivo, inserire nella motivazione un atto, le dichiarazioni di Iori il giorno della scoperta dei corpi, escluso dal processo proprio da lui, nella prima udienza, su richiesta e accettata dalle parti!
Ma i suoi colleghi o superiori che siano non dicono niente? Ma credono che noi cittadini dobbiamo assistere alle loro prodezze continue senza fiatare?
Altra barzelletta sul “avrebbe potrebbe sarebbe” a pagina 59:
“Insomma, esaminando i locali, il tavolo, il frigorifero, la spazzatura nessuno poteva ex post intuire che lì vi era stata una cena cui aveva anche partecipato un ospite. Vuoi per non far sapere che qualcun altro quella sera era presente con madre e figlia, vuoi per eliminare cibo contaminato dai medicinali od oggetti che aveva toccato e su cui poteva aver lasciate impronte è verosimile che l’imputato (che il giorno prima forse non a caso aveva comprato un rotolo di sacchi per la spazzatura) abbia, quando madre e figlia erano morte o in stato di incoscienza, indossato i guanti e fatto un gran repulisti, portando via tutto ciò che poteva essere pericoloso per lui, avanzi di cibo compresi.”
E’ verosimile; il giorno prima forse: il lupo perde il pelo ma non il vizio. Oltre alla curiosità, “curiosità”, in queste righe intendo essere buono. Ricorderete l’arcano per spiegare come le tracce di Claudia e Livia fossero dove non dovevano per il trionfo dell’idea innata: medico e infermiera, con i guanti da pronto soccorso, toccano i corpi e poi gli oggetti, quindi! trasportano le tracce delle due su blister e bombole eccetera.
Bene, lo stesso cammino dovrebbero seguire le tracce di Iori: con i guanti trasporta in continuazione le sue!

Cremona 30 04 2014 www.flaminiocozzaglio.info

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