Dic 30 2013

in attesa di una giustizia più esatta-ottantuno 30 12 2013

Published by at 11:30 am under cronaca cremonese,Giudici

IN ATTESA DI UNA GIUSTIZIA PIU’ ESATTA – OTTANTUNO
Si tranquillizzino tifosi e nemici: anche se dal punto di vista della piacevolezza del blog è sbagliato insistere, non lascerò passare giorno senza scrivere del caso Iori, almeno fin quando Iori non sarà liberato, e farò di tutto perché se ne occupino persone che siano ben più conosciute di me, che possano/vogliano/sappiano divulgare l’accaduto. Che non riguarda solo Iori e la sua famiglia, dio sa quanti altri sono nelle loro condizioni, considerata la leggerezza e la superficialità con cui inquirenti e giudici han fatto, ma urta perfino l’essenza stessa della nostra Giurisdizione, a meno che le parole usate dalla legge non abbiano il significato che il dizionario comunemente assegna.
A regola, premesso che per l’oggettività degli indizi, prove a oggi, degne di questo nome, non ne son saltate fuori per la dimensione umana, per le sfere di cristallo forse, Maurizio Iori nemmeno doveva essere processato; e invece è all’ergastolo, con una tecnica molto semplice: non si fanno parlare solo le persone, anche gli oggetti dicon la loro, in pieno accordo con le Toghe imperanti. La catena mortaio, pastiglie, gocce e bevande ha la fluidità del dribbling del Maradona dei bei tempi andati, secondo gol all’Inghilterra a Messico 1986; dove non riesce, la fluidità intendo, c’è sempre la mano de Dios del primo, vedi la chiave che manca, ma è indispensabile, quindi Iori l’avrà avuta, se Dio vuole davvero che l’Argentina vinca!
Questi possono essere i nostri giudici, e l’inaccettabile è che il loro sistema lo permetta, limitandosi a correggere, se proprio si deve, lo “sbaglio”. Con la calma prevista dall’assuefazione. Immagino in questi momenti la tensione degli esperti per le forti scosse di terremoto in Campania e Molise: mica daran cinque anni anche a noi, come all’Aquila?
E nel caso di Maurizio Iori non han parlato male solo gli oggetti, se non bastava: gli si è inventato anche un movente, che rabberciato giorno per giorno ha tenuto sino alla fine: ha ucciso ex amante e figlia perché non voleva si sapesse in giro che esistevano!
Quando, a spese del cittadino, si mandano in giro per il mondo i nostri giudici, a Bruxelles il nostro di Martino per esempio, li si mandi in giro col corredo di questa sentenza e del terremoto dell’Aquila, tanto per citarne due, e sentiamo le risposte.
Va beh. Anche Iori, corpo o mente secondo il comodo, non il suo, sia ben chiaro, parla e agisce a camaleonte: un momento è dipinto come un genio del male capace di ordire un piano delittuoso inimmaginabile, ma nello stesso tempo appare un perfetto idiota se si analizzano i comportamenti che tiene.
La motivazione di Massa Pio, le famose 97 paginette, esonda di questi esempi: Massa Pio ha avuto il merito d’essere il primo, l’avrà aiutato Beluzzi per carità, non voglio toglier meriti a nessuno, a scrivere che Iori la notte del 20 luglio s’è fermato la bellezza di quattro ore in casa di Claudia a controllare che morisse perbene, che non avesse l’uzzo di svegliarsi e fargli dei danni, com’è d’uso per qualsiasi avveduto assassino che non fugge, per dare la possibilità a vicini, amici, parenti che abitano a due passi e hanno la chiave, di dare un colpo di telefono o di bussare alla porta o di entrare direttamente, secondo abitudine quotidiana, considerata anche la puzza di gas mal odorata fin al piano di sopra. E’ per tanti motivi come questi che insisto, lettori cari: di Massa o Beluzzi ce n’è per tutti, anche per noi, alla prima occasione utile, con o senza sfera di cristallo.

Cremona 30 12 2013 www.flaminiocozzaglio.info

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