Ott 12 2013

in attesa di una giustizia più esatta-tre 12 10 2013

Published by at 10:17 am under cronaca cremonese,Giudici

IN ATTESA DI UNA GIUSTIZIA PIU’ ESATTA – TRE
Proprio ieri al convegno sul libro di Nuzzo l’avvocato Cesare Gualazzini, più lucido che mai e senza peli sulla lingua, urticante che sia, ha ripetuto una verità provata più volte da chi segue i processi: per quanto si affanni il legislatore, è il giudice a stabilire cosa lui legislatore ha inteso, e cosa di conseguenza io giudice “debba” fare, e temo non ci sia proprio rimedio “tecnico”, se il giudice perde quell’equilibrio che l’ormai stanco presidente Napolitano continua a predicare dote indispensabile quando riceve i giovani vincitori di concorso; d’altronde l’interpretazione di un testo, di qualsiasi natura, è libera, come gli esperti di letteratura possono tranquillamente confermare, figuriamoci poi dei fatti, figuriamoci poi ancora del fatto al testo, e se si vuole obbligare a “quella” interpretazione, compito che all’incirca tenta di svolgere la Cassazione, vuol dire cadere dall’altra parte del precipizio, togliere la libertà al giudice. Le conseguenze senz’altro sono ampliate dagli uomini, certi uomini, specie noi italiani che quando abbiamo un briciolo di potere perdiamo la testa, ma il limite è proprio nella natura del giudizio, che non è umana.
Se il processo arriva alla verità, bene, ma alla società interessa comunque che cessi “il motivo del contendere” in una specie di stanza di compensazione: sta al buon giudice avvicinarsi più alla verità che alla stanza.
E il procedimento Iori, dai primi passi alla sentenza, mi ha fatto capire che la centralità nell’intero suo svolgersi non è la legge, tutte le leggi sono buone, tutte le leggi sono cattive, ma il potere incontrollato del giudice. Non obbligo il lettore a credermi sulla parola. Su un punto si è raggiunto l’accordo: se Claudia non si è uccisa, poiché il mattino il padre trova la porta chiusa a chiave, l’assassino deve avere la chiave. Dunque Iori deve averla. Esaurite le ricerche gli originali sono tre, tutti in mano agli Ornesi.
Dunque?
Siccome Iori certamente è l’assassino, ecco la soluzione, pagina 69 della motivazione, scritta da Massa Pio e credo condivisa dal collega Beluzzi Pier Paolo e dai giudici popolari: “La conclusione cui si deve pervenire non è quella che Iori non aveva le chiavi di casa ma che semplicemente, dopo aver ricevuto al momento del rogito i tre originali delle chiavi egli, prima di passare le chiavi a Claudia, se ne fece una copia per sé.”
Frugate fin che avete voglia le 97 pagine della motivazione, le migliaia degli atti di indagine e processuali, non trovate una riga in più per spiegare una delle tante condizioni essenziali perché la tesi dell’omicidio stia in piedi, nemmeno la più ovvia, dove Iori abbia tratto la copia: eppure Iori s’è preso l’ergastolo, anche se il codice obbliga il giudice a spiegare perché sia giunto a quella conclusione!
Vi rispondono compatti i difensori del sistema così com’è: il nostro sistema processuale è pieno di pesi e contrappesi, sistemi di garanzia e di controllo eccetera. Cui rispondo: prima di tutto ho diritto a un processo esatto fin dall’inizio, poi chi mi assicura che i successivi pesi e contrappesi, garanzie e controlli, ragionino diversamente da Massa Pio e Beluzzi Pier Paolo?

Cremona 12 10 2013 www.flaminiocozzaglio.info

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