Ott 02 2013

aspettando giustizia pulita-ottantasei 02 10 2013

Published by at 8:52 am under cronaca cremonese,Giudici

ASPETTANDO GIUSTIZIA PULITA – OTTANTASEI
A certi giudici italiani non basta il potere di decidere la vita degli altri: vogliono regolamentare l’imprecisabile inesattezza del mondo, anche se niente e nessuno glielo chiede, con la conseguenza che, se abili nella lingua e nell’uso della dialettica, possono dar l’impressione d’aver scoperto l’America; mancassero le doti, fan ridere e basta. Di sotterfugio, perché ridere in piazza di un giudice è pericoloso…..
A Massa Pio e Beluzzi Pier Paolo non basta aver fatto su come un salame Maurizio Iori, sentono il dovere, verso il popolo italiano, sia chiaro, di spiegare perché Maurizio Iori ha deciso di farsi far salame: fuor di barzelletta, non basta ai due aver dato una dimensione diversa e molto personale a fatti, prove, testimoni e all’intelligenza che li lega, devono, non obbligati dalla legge che in nessun pertugio li obbliga, dimostrare d’aver scoperto anche il movente!
Ricerca ardua e a volte impietosa, proprio come Massa Pio si mette in guardia in fondo a pagina 88: “per cercare il movente non vi è altra strada che quella, difficile ed impervia, di entrare nei pensieri e nella mente di un’altra persona.” Solo che poi è il primo a non seguire il suo consiglio……
Quando parlo con la gente che non s’è fatta imbambolare dai titoli: “addormenta e gasa”, e cominciamo a esaminare i fatti, una delle prime domande è: Flaminio, perché le ha uccise?
Le domande son spesso facili, le risposte a volte fan capire che, oltre che facili, sono sbagliate: Maurizio Iori non aveva alcun motivo per uccidere e non l’ha fatto, è di una chiarezza evidente.
Fino all’inizio del processo, Iori ha ucciso perché non voleva si sapesse della relazione, poi in Aula, questo Massa e Beluzzi non son riusciti a piegarlo alla loro volontà, è saltato fuori che l’unica persona al mondo a non saperlo era la madre di Iori, e il cognome Iori era addirittura sulla porta e sulla cassetta delle lettere di Claudia Ornesi e Livia. Piantarla lì? figuriamoci, certi giudici italiani han sempre ragione, ed ecco che ci tocca leggere a pagina 89 della motivazione, cioè l’ultima parola: “In realtà Iori aveva mantenuto un rapporto tutto sommato soddisfacente con la sua ex amante Claudia: egli contribuiva in modo concreto al mantenimento della figlia e Claudia (e con lei i suoi familiari) (che ricattatore quel Iori, riduceva al silenzio perfino i familiari! n.d.r.), in tacito scambio, si era impegnata a non divulgare e a tenere molto riservata la nascita e la crescita di Livia; Claudia stessa non dava fastidio e non avanzava specifiche pretese (matrimoniali, di convivenza) nei suoi confronti (da dove Massa lo deduca, non risulta! n.d.r.) ed egli, pur convivendo con la Arcaini poi ufficialmente sposata, non disdegnava affatto le saltuarie visite in via Dogali in cui riusciva ad ottenere anche un (gradito) soddisfacimento sessuale.” Massa è un sessuologo, incompleto perché dimentica di scrivere dell’eventuale soddisfacimento di Claudia, ma ciò che più conta, il movente abbandonato all’inizio del processo sta tornando con due o tre virgole in posizione diversa.
“La situazione muta però completamente da maggio in poi, proprio dopo che Claudia ha appreso dalla sorella che Iori – che nulla le aveva detto e che continuava a frequentare via Dogali per avere rapporti intimi – si era risposato con la Arcaini già dal marzo passato. Claudia allora smette di essere remissiva: annuncia a Iori di non essere più interessata a lui, lo avverte che il sesso sparirà dai loro rapporti e pretende con insistenza ed inusitato vigore che l’imputato non solo cominci a fare sul serio il padre di Livia ma che dia anche il giusto riconoscimento sociale alla figlia, trattandola allo stesso ed identico modo degli altri 3 figli e rivelando la sua esistenza a tutta la famiglia allargata, e quindi alla madre, alla nuova moglie ed alla ex moglie e agli altri figli.”
In queste righe c’è l’ennesima Caporetto della Giustizia, come applicata dai più volte nominati Massa Pio e Beluzzi Pier Paolo, che evidentemente va benissimo al loro mondo, cui spedisco regolarmente i miei pezzi: Tribunale di Cremona, Corte e Procura generale di Brescia, Procura generale di Venezia, Ministero, Associazione nazionale magistrati eccetera.
Mi querelino pure come e quanto credono, Massa e Beluzzi, dagli atti del procedimento, l’ordinanza del dottor Gip che racchiude anche le loro immediate deposizioni, risulta con certezza che nessuno del clan Ornesi sapesse del nuovo matrimonio di Iori: in Aula, alla nuova e diversa versione che invece lo sapevano, la Corte ha rifiutato di ascoltarle, nonostante le proteste della Difesa. E questo processualmente è il dato più rilevante. Molto più grave sotto un altro aspetto è invece la porta in faccia che si sbatte Massa Pio, perché per l’ENNESIMA volta in queste 97 pagine squalifica la sua logica: alla riga dodici di pagina 89 scrive che Claudia “non avanzava specifiche pretese matrimoniali o di convivenza”; alla riga diciannove della stessa pagina scrive che Claudia, saputo delle nozze, “smette di essere remissiva e annuncia a Iori di non esser più interessata a lui eccetera”.
Capisco bene, dottor Massa presidente, la difficoltà per un estraneo, io, chiunque, a esser d’accordo coi suoi ragionamenti, ma che lo sia lei stesso, converrà, e in una motivazione d’ergastolo, è eccessivo!!

Cremona 02 10 2013 www.flaminiocozzaglio.info

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