Set 23 2013

aspettando giustizia pulita-settantasette 23 09 2013

Published by at 8:47 am under cronaca cremonese,Giudici

ASPETTANDO GIUSTIZIA PULITA – SETTANTASETTE
Per capire la forza delle 97 pagine della motivazione basta contare quelle dedicate a spiegare come Maurizio Iori abbia ucciso: gonfie di avrebbe potrebbe dovrebbe, causa la mancanza della sfera di cristallo che ha lasciato soli gli otto giudici, contando anche le righe sparse qua e là, saranno al massimo quattro, il resto chiacchiere raccogliticce e dichiarazioni di fede nelle proprie idee innate. Perfino il prete confessore ha garantito che Claudia non aveva alcun motivo per uccidersi. E sì che la Corte, temo involontariamente, aveva sfiorato la verità sin dalla prima udienza, quando aveva escluso l’ingresso dei criminologi che spiegassero come in genere ci si suicida, perché, considerato l’atto, il modo non può mai essere standardizzato. E lo intuisce anche il profano: fosse il suicidio prevedibile, amici e parenti si darebbero da fare per impedirlo.
Però nel nostro caso non c’è altro e allora, come dice il proverbio, bisogna accontentarsi di ciò che il convento passa, magari rielaborandolo: ammesso e non concesso il suicidio, figuriamoci se Claudia uccideva la figlia, pagina 75: “Anche alla luce di quanto esposto (non solo) dal sacerdote sul sentimento che Claudia nutriva per Livia occorre qui svolgere una considerazione sull’omicidio/suicidio, o suicidio allargato, che Claudia avrebbe commesso porgendo l’attenzione non, come finora è stato, sul versante “suicidio” (onde verificare se sia ragionevole e provata una condotta suicidaria) ma sul versante “omicidio” (della figlia).”
Riassumo: altre volte un genitore l’ha fatto eccetera, ma qui è impossibile perché, sempre pagina 75, “La situazione economica era assolutamente tranquilla, genitori e, soprattutto, sorella potevano prendersi cura di Livia cui volevano molto bene, l’amore di Claudia per Livia era assoluto, appare assurdo che Claudia voglia anche uccidere la figlia che ha voluto a tutti i costi far nascere!”
Il rinforzo, pagina 76: “Claudia Ornesi aveva dovuto già fare a suo tempo la scelta tra l’uomo che amava e la figlia, ed aveva scelto la figlia, facendola nascere; se avesse potuto scegliere ancora, la sera del 20 luglio 2011 avrebbe scelto di vivere con Livia e non certo di uccidersi per una prospettiva matrimoniale sfumata, cui neppure più pensava.”
Se per dimostrare l’omicidio son bastate a Massa quattro paginette gonfie di eccetera, per “squalificare” le modalità del suicidio ne basta una scarsa, impregnata come non mai del “ è così perché lo dico io”, pagine 76/77: “In un suicidio d’impeto, come è stato prefigurato dall’imputato, ci si attende che Claudia, sconvolta, salga le scale e si getti dai piani alti del fabbricato, esca e si butti da un ponte, assuma barbiturici di sicuro effetto o, se vuole usare il gas, apra i fornelli del gas metano della sua cucina ed aspetti a letto la morte. Queste ed altre (come l’impiccagione) son le azioni suicidarie che tutti conoscono per la loro efficacia e rapidità e che possono essere messe in opera immediatamente.” Nello spiegare la teoria generale del suicidio vanno esclusi i criminologi di professione, però come ci si deve uccidere lo ordina il Giudice!!
“Ma optare invece non per il “sicuro” (quanto ad efficacia) gas di città ma per l’uso di 4 bombolette da campeggio mai viste od usate prima d’ora, su cui occorre montare tutti i fornelletti, di cui non si sa che gas contengano, quanto tempo ci mette ad uscire e se il quantitativo è atto ad uccidere, appare veramente anomalo ed irrazionale. Ancor più assurda e senza senso è la scelta di combinare poi l’azione di un farmaco (non letale) con quella del gas: se voglio uccidermi con un farmaco prendo un farmaco “giusto”, un barbiturico per esempio, se voglio uccidermi con il gas apro il rubinetto della cucina, perché intossicarmi due volte? meglio una sola volta, ma rapidamente. E perché costringere Livia ad ingerire, non si sa come, tutte quelle pastiglie?”
Elementare Watson, esclamerà con me il lettore, finalmente Massa Pio, sorretto dai colleghi immagino, comincia a ragionare come noi, anche se Claudia, l’ha testimoniato in Aula il cognato, non sapeva nemmeno come si stacca la corrente: figuriamoci quindi se Maurizio Iori, medico esperto, chirurgo e quindi pratico di morti e dormite, mette su una roba del genere. Se concludete così, lettori cari, non avete capito un cazzo: la forza del Giudice italiano è tale da oltrepassare i confini della logica: “Ciò che è assurdo per l’aspirante suicida diventa però logico e necessario per l’omicida. Se voglio simulare un suicidio ho bisogno prima di una sostanza in grado di stordire e privare della capacità di reazione la vittima (e l’alprazolam va bene allo scopo), che morirà poi per effetto della seconda sostanza, il GPL assunto (nei modi sopra visti) apparentemente a scopo suicidario. E l’omicida sceglie il GPL e non il gas di città per l’apparente suicidio/omicidio non solo per far risaltare il suicidio (i blister sul tavolo le 4 bombole a circondare la stanza da letto) ma perché molto meno pericoloso, rispetto al gas metano, per lui che si trova ad operare sul luogo del crimine.”
Potrei aver capito male, ditemelo, io non sono permaloso come un giudice italiano: è assurdo e quindi non credibile suicidarsi come Claudia, e Maurizio Iori, medico esperto, monta sta sceneggiata per far credere un suicidio ch’è impossibile credere!
Lasciate perdere le chiacchiere generali e pensate alla vostra difesa concreta, vi capitasse d’aver a che fare con giudici del genere!

Cremona 23 09 2013 www.flaminiocozzaglio.info

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