Set 22 2013

aspettando giustizia pulita-settantasei 22 09 2013

Published by at 9:42 am under cronaca cremonese,Giudici

ASPETTANDO GIUSTIZIA PULITA – SETTANTASEI
Naturalmente se uno muore in carcere per una sentenza a esser gentili un po’ strana, non interessa nessuno; per chi l’ha fatta è una pratica tolta dal tavolo, chi deve esaminarla, i termini non sono scaduti, i superiori/controllori in magistratura non devono esistere, il giudice è libero e tra un po’, se non mi è ancora arrivata, mi piomba addosso una querela perché da un anno spiego l’uso che ne fa della sua libertà. L’Associazione nazionale magistrati, cui spedisco i miei pezzi, è troppo impegnata a difendersi da Napolitano, al Ministero e Nitto Palma non interessa, i giornali hanno notizie più utili, e in tempo di crisi fa la differenza, unica consolazione i lettori, che spesso mi fermano stupefatti che i processi, qui è un ergastolo, mica due mesi con la condizionale, si facciano così.
Che sacchi della spazzatura pestilenziali ha comprato Iori, assassino maldestro che come si muove lascia tracce: ne usa due in camera da letto al piano di sotto e la puzza arriva, pagina 72, attraverso le condutture, nel bagno del piano di sopra! il vicino, se ben consigliato, dovrebbe chiedere i danni a lui e al fabbricante! Pensate alla delicatezza di Massa Pio e dei sette giudici, Beluzzi Pier Paolo in testa, che han condiviso la motivazione: un fabbricante del genere dovrebbe esser segnalato all’Asl per gli opportuni controlli!
Il comico in questa tragedia è che i colleghi di Massa e Beluzzi stanno strepitando a Roma per la tutela dei loro diritti: c’è gente che gli parla male addosso!
Dopo la sfera di cristallo che manca, il gas che segue il cammino sentenziato, le chiavi che non ci sono ma se servono vuol dire che ci sono eccetera eccetera eccetera, ci mancava solo la puzza dei due sacchi. Roba da mandarli in giro nelle scuole a spiegare come si fanno i processi, i nominati Massa Pio e Beluzzi Pier Paolo, meglio ancora sarebbe spedirli in Tv, in concorrenza con “Scherzi a parte”…..
Ma andiamo avanti con le prove, che somigliano tanto allo storico: tu sei Pietro e su questa pietra fonderò eccetera, da pagina 73, dove si dimostra che lo stato d’animo di Claudia era incompatibile col suicidio. L’incipit è altamente didattico: “Parte dell’istruttoria dibattimentale è stata giustamente dedicata a sentire non solo gli stretti familiari di Claudia Ornesi ma diverse altre persone (amiche, colleghi di lavoro ecc) che erano in costante relazione con lei e che potevano fornire importanti elementi per capire quale fosse il reale stato d’animo di Claudia e se dalla sua condotta nel tempo antecedente alla morte si potevano desumere segnali di depressione che potessero far intuire (anche ex post) l’approssimarsi ad una intenzione suicidio.”
In situazioni del genere, tutti quelli che ti stan vicino non ti lasciano un attimo di tregua, pochi aspiranti suicidi sarebbero così abili da farcela!
Infatti: “Ebbene il risultato della istruttoria, nel confermare il quadro già prospettato dai familiari, non potrebbe essere più chiaro: nessuna depressione, nessuna tendenza al suicidio, e ciò perché la vita di Claudia Ornesi, pur da madre single, era serena e soddisfacente, supportata dalla rete familiare, da una religiosità molto sentita e praticata (guai a far notare: tranne nelle faccende di letto, n.d.r.), da uno smisurato amore verso la propria bambina.”
Data la certezza, non si capisce perché i giudici sian così spesso caduti nel ridicolo, inciampando in quelle che loro si ostinano a chiamare: prove. Claudia non aveva nemici, dunque solo Iori può averla uccisa.
Oddio, a leggere con un minimo di attenzione la sua ultima lettera, magari Claudia non era in uno stato di dolce equilibrio come familiari e amici han detto e i giudici felicemente creduto. Troppo lunga da riportare qui, basta la riga centrale: “la mia anima è lacerata da profonde ferite vecchie e nuove.” E il resto è simile, ma come vedremo tra poco nella conoscenza o meno che lei e i familiari avessero del nuovo matrimonio di Iori, Massa Pio e compagni si dimostrano ancora una volta campioni di filologia: la lettera esiste se Iori l’ha fatta sparire perché prova lampante dell’assassinio, non esiste se bisogna prendere atto dell’evidente contenuto!
Ma per farla breve e chiudere il capitolo, anche il prete confessore, pagina 75, ha garantito che Claudia non si sarebbe mai uccisa.

Cremona 22 09 2013 www.flaminiocozzaglio.info

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