Set 18 2013

aspettando giustizia pulita-settantadue 18 09 2013

Published by at 9:45 am under cronaca cremonese,Giudici

ASPETTANDO GIUSTIZIA PULITA – SETTANTADUE
Nell’altro pezzo non ho messo per caso il titolo “I fatti separati dalle sentenze”: con certi giudici bisogna stare molto attenti, protetti come sono dallo scudo alla loro interpretazione che deve essere libera, al minimo dettaglio, per esempio dimenticare a casa il telefonino, come successo a Iori nella sera sbagliata.
Il dottor Gip l’aveva già scritto nella sua ordinanza d’arresto: altro che dimenticato, è un evidente atto a coprire l’omicidio che da lì a pochi minuti sarebbe andato a compiere. Perché, domanderete stupiti?
Ecco come può ragionare un giudice, pagina 117 dell’ordinanza, in sintesi: casa Iori e di Claudia hanno celle diverse a collegare le eventuali chiamate, magari qualcuno lo cerca e dai tabulati risulta che lui era a letto e non l’ha sentito, così nessuno può dimostrare che era a causa di Claudia! E se nessuno lo chiama? Ma che domande, non si può calcolare tutto.
Purtroppo, anche un giudice attento a volte non riesce a calcolarlo, il tutto, la Difesa si difende e dimostra senza ombra di dubbio che le celle possono essere le stesse! Pagina 66 della motivazione scritta da Massa Pio: “Nella realtà è emerso che a Crema le chiamate destinate ai radio apparecchi telefonici delle utenze Wind, come quella di Iori, transitano su due ponti radio, rispettivamente situati in via Cresmiero e in viale Europa ma che per le variabili che possono intervenire allorquando transita una chiamata, la situazione era tale per cui, di volta in volta, ovunque ci si trovava in Crema, il segnale poteva essere indifferentemente trasmesso da una o dall’altra cella telefonica.”
Un qualsiasi cittadino, ripeto: sessanta milioni immigrati compresi, capisce cos’ha pestato, rinuncia e passa ad altro, sfera di cristallo o meno. Ma se vi capita il giudice particolare, ci sono anche quelli che pensano come i sessanta milioni, naturalmente, ecco come va a finire, sempre pagina 66: “Iori tuttavia non sapeva, essendo dato altamente tecnico, conosciuto solo da addetti alla telefonia e dagli Uffici di Polizia giudiziaria che si occupano di intercettazioni telefoniche, tale circostanza e pertanto la sua preoccupazione appare, ex ante, assolutamente comprensibile.”
E’ sempre la stessa storia: il Signor Giudice sa cosa sanno gli altri, e però dimentica di spiegare come mai gli Uffici di Polizia giudiziaria, che sanno tutto, abbiano portato fin in Aula la faccenda !
Ma ha dimenticato anche, il Signor Giudice, d’aver scritto dieci righe sopra: “Iori, persona di elevata istruzione e cultura, evidentemente confidava che in caso di indagini effettuate dopo la scoperta dei cadaveri, i tabulati telefonici eventualmente acquisiti dagli inquirenti avrebbero dimostrato che quella sera il suo cellulare era rimasto agganciato alla cella del ponte radio cui, di norma, si collegava e non alla diversa cella che copriva via Dogali.” Iori, Signor Giudice, sa fin dove, fin quando, e Lei come lo stabilisce? Io ad esempio prima di questo processo manco sapevo esistessero le celle….
“Iori lasciò volutamente il cellulare al piano superiore del suo appartamento: egli sapeva che in quella zona della casa vi è sufficiente copertura radio e che pertanto l’apparecchio, in caso di chiamate sarebbe rimasto agganciato alle celle dei ponti radio ripetitori (non vi era copertura invece nella stanza da letto). Il cellulare, in definitiva, costituiva parte integrante del suo programmato alibi.”
Repetita iuvant. Iori non ha bisogno di alcun alibi, perché andando a cena da Claudia sa perfettamente, dopo quattro anni di frequentazione, che gli Ornesi si dicono tutto, e quattro giorni prima ha mangiato l’insalata di riso che la madre aveva preparato per loro, aveva portato in anticipo bombole e fornelli; solo, interrogato il giorno stesso della morte, preso da paura visto che la Polizia gli chiedeva anche, in parole povere, l’alibi, come un bambino negava tutto: su questa comprensibile bugia e per aver comprato quattro bombolette da campeggio, non c’è altro che possa imparentarsi al termine: prova, investigatori, Procura e Corte hanno costruito il loro castello, e tutto, anche il nulla, viene usato a consolidarlo. Godiamoci il preambolo, pagina 65: “L’imputato ha sostenuto al riguardo che si trattò di una semplice dimenticanza del telefono. E tuttavia appare molto strano e sospetto (non c’è niente da fare, loro ragionano così, glielo impone il 533cpp, n.d.r.) che l’imputato dimentichi il cellulare proprio la sera in cui egli si reca da Claudia e Claudia muore. E’ pertanto altamente verosimile che non si sia trattato affatto di una dimenticanza, ma un comportamento espressamente voluto da chi si accingeva a compiere un omicidio.”
Quando intendete dimenticarlo anche voi, passate per prudenza dal notaio e chiedetegli di metterlo agli atti!

Cremona 18 09 2013 www.flaminiocozzaglio.info

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