Ago 09 2013

aspettando giustizia pulita-trentadue 09 08 2013

Published by at 5:55 pm under cronaca cremonese,Giudici

ASPETTANDO GIUSTIZIA PULITA – TRENTADUE
E adesso attenti a come quella vecchia volpe delle Aule di Giustizia Massa Pio trasforma le 95 novantacinque solide pastiglie in più accomodabili gocce, meglio di un prestigiatore di lungo corso: “I consulenti si aspettavano di trovare nel succo gastrico tracce o residui delle ben (come vediamo, si accorge che son troppe da passare inosservate! n.d.r.) 95 pastiglie ingerite, che hanno tra l’altro un colorante azzurro, eppure nulla vi è, parlando di Claudia (notare l’astuzia, una delle tante dimenticanze è che Livia ne ha mangiate due o tre, rendendo ancor più ardue da credere la 90 di Claudia, ma le parti esatte non risultano in alcun punto della motivazione! n.d.r.), nei 100 grammi di materiale alimentare parzialmente ingerito, tra cui chicchi di riso.”
Già qui, se Massa Pio avesse voluto scrivere tutto, in Aula i consulenti non hanno proprio detto cosa si aspettavano di trovare prima dell’autopsia, perché sarebbe un’evidente contraddizione del loro fare professionale, hanno invece ricordato che l’azione dei succhi gastrici può rendere irriconoscibile ben altro che l’aspetto esterno dei medicinali, e infatti lo si capisce dal seguito: “Se si considera che nei residui di vomito in questione si evidenziano frammenti alimentari riconoscibili e ben poco digeriti, tra cui pezzettini di sushi, con ogni probabilità (probabilità quando fa comodo, presidente Massa Pio? n.d.r.)”
La volpe: dalle pastiglie che potrebbero non essere riconoscibili, alle pastiglie che dunque non esistono, per lo meno nella forma originale!
“Tali circostanze sono rilevanti in quanto l’ipotesi del suicidio è compatibile solo con la ingestione delle pastiglie nella loro integralità. Se si assume invece che le pastiglie siano state previamente triturate (per essere nascostamente propinate, frammiste a cibo e/o bevande) o che non si tratti di pastiglie ma di medicinale in forma liquida, in gocce, vuole dire che non ci si trova davanti ad un suicidio/omicidio (semmai il contrario, omicidio/suicidio, ma la fatica di scrivere ben 97 paginette in soli 170 giorni comincia a farsi sentire, n.d.r), ma ad un duplice omicidio ad opera di chi ha voluto simulare un suicidio.”
Povero Massa Pio, la fatica lo rende sempre più distratto ogni pagina che scrive. Prima ipotesi: le vittime potrebbero aver ingerito le pastiglie triturate; di questo è quasi certo, anche se il 533cpp gli imporrebbe di togliere il “quasi”: bene, se le han mangiate triturate, il colorante azzurro, che sarebbe evidente se intere, sparisce d’incanto? Meglio, perché non potrebbe averle triturate lei, per comodità soprattutto con la piccola Livia, due anni e mezzo?
Ma la sua finezza è l’altra, che presuppone la fiducia non sulle prove ma sulla sua parola, a modo di Re Faruk che dichiarando poker d’assi, alla conseguente risposta: vedo, replicò nascondendo le carte: parola di Re; se non sono triturate sono in gocce, ma siccome sul tavolo ci sono i blister vuoti delle pastiglie, l’assassino asino s’è tradito!
Con passaggi logici si fa per dire di questo tipo: pastiglie, forse no, forse triturate, probabile in gocce, non vorrei, gli capitassi tra le grinfie, dover rispondere all’accusa d’essere stato al fianco di Bruto e Cassio all’assassinio di Giulio Cesare!

Ceriana 09 08 2013 www.flaminiocozzaglio.info

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