Lug 26 2013
aspettando giustizia pulita-diciotto 26 07 2013
ASPETTANDO GIUSTIZIA PULITA – DICIOTTO
Prima di andare avanti nell’analisi della motivazione di condanna di Maurizio Iori vorrei fare una richiesta agli avvocati, tanti, che mi leggono: non è possibile inserirla, questa motivazione intendo, così come è, nuda, senza commenti, all’inizio dei corsi di approfondimento per i giovani che intendano avviarsi alla professione perché capiscano, da soli, senza spinte e raccomandazioni, la differenza che corre tra i libri che hanno studiato per anni e la pratica che dovranno subire tutta la vita?
Che hanno un bel darsi da fare, per sé, per il proprio assistito, ma se il giudice e padrone a un certo punto si stufa, o è già maldisposto sin dall’inizio, taglia il nodo di Gordio con la spada perché lui il diritto lo può praticare anche con la forza, se non gli va la ragione; e magari condire il tutto, impunemente, con insulti in piena Aula come Massa Pio a Cesare Gualazzini, principe del Foro, ma non sarebbe cambiato nulla se un novellino: avvocato, non dica sciocchezze!
A terra, pagina 16: “La Facchi riferì di non aver mai visto in casa le bombolette poi rinvenute nella scena del crimine; l’appartamento di Claudia era talmente disadorno che pareva difficile che la figlia le avesse nascoste, inoltre Claudia non andava mai da sola in cantina e in garage per paura; questi locali erano sostanzialmente in disuso e quando Claudia doveva recarcisi ci andava con uno dei genitori.”
Anche in queste righe apparentemente insignificanti si nota l’abilità di Massa nel lievitare realtà di nessuna importanza, tutte da provare, e che comunque fanno fumo: se la madre Facchi non ha visto le bombolette nulla cambia nella ”scena del crimine”; poi si dà per scontato che entri e apra i cassetti di casa, perché Claudia, dio sa perché, le avrebbe nascoste; se anche Iori le avesse portate all’ultimo momento, non per questo è una prova; cantina e garage, sempre per bocca della madre quindi verità rivelata, erano in disuso.
Ma come nel calcio avrebbe scarso esito schierare al centro dell’attacco un pur ottimo terzino, così Massa Pio si tira la zappa sui piedi quando vuol andar oltre il suo ruolo, per non dire le capacità: per tutto l’intero procedimento, dalle prime indagini della Polizia a questa motivazione, Claudia era una persona solare, aperta alla vita, aborriva un pur semplice Valium; e si dà per certo avesse paura a scendere, da sola, in cantina e in garage del suo modernissimo condominio? altro che qualche goccia di Valium, non oso dire: Xanax, una persona del genere!
E infine, imputato di incerta motivazione Massa Pio, spieghi ai colleghi di ricorso, agli avvocati, alla pubblica opinione, e se non le fa schifo, al condannato, perché è tanto preciso, ben oltre il limite della fiducia altrui, nel millesimare aspetti di nessuna importanza, e quando deve spiegare gli unici momenti che contano, l’ingestione del sonnifero e la respirazione del gas, è tanto vago da sbottare in un comicissimo se non stessimo trattando tragedie, pagina 34: “non avendo la sfera di cristallo non è possibile indicare con precisione quale fu l’espediente usato per riuscire nell’intento, né è necessario”?
Indagare, e peggio, scrivere, come se importasse! che Claudia aveva paura a scendere nel suo garage, sì; come muore, accidenti, non ho la sfera di cristallo perché il 533cpp s’è dimenticato di darmela!
O com’è, gode anche lei Massa Pio delle intermittenze proustiane, è in attesa della maddalenina che, portata alla bocca con un sorso di the, le possa rivelare ciò che intende spiegare a noi?
Cremona 26 07 2013 www.flaminiocozzaglio.info
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