Lug 25 2013
aspettando giustizia pulita-diciassette 25 07 2013
ASPETTANDO GIUSTIZIA PULITA – DICIASSETTE
Una buona regola è quella di guerra: se il nemico ti cattura, nome, cognome e numero di matricola, ciò che dici in più, può essere a tuo danno. Nello scoperto tentativo di raccontare tutto per celare la mancanza dell’essenziale, il solito: come ha fatto Iori a uccidere con Xanax e bombolette, Massa Pio scrive anche quel che nel suo interesse farebbe meglio a tacere. Pagina 16: “Nel medesimo colloquio Claudia disse alla madre che Iori sarebbe tornato da lei, a cena, il giorno 20 successivo; nell’occasione avrebbe portato del sushi, che avrebbe condito con delle salse al pompelmo e mirtillo, che egli avrebbe preparato adoperando dei fornelletti a gas, che pure avrebbe portato con sé.” Da buon assassino, preannuncia le sue mosse, in modo che Claudia non lo dica alla madre! “A Claudia tale iniziativa sembrò strana, non avendo Iori mai cucinato e sapendo che a Maurizio il pesce non piaceva, ma otteneva da Maurizio stesso la risposta che il sushi non aveva il sapore di pesce e che lo avrebbe mangiato volentieri. Anche all’obiezione di Claudia che le salse potevano essere scaldate più comodamente usando il fornello della cucina di casa, Iori aveva fornito una risposta apparentemente adeguata, siccome c’erano diverse salse da cucinare contestualmente, era più comodo usare i fornelletti che avrebbe portato.”
Come si vede, sempre secondo la versione degli Ornesi che per la Corte, per tutto il processo, è stata ciecamente verità, come non bastassero per il sushi, che di regola si mangia freddo, le quattro bocche del gas di casa, Iori fa di tutto per far capire che sta per succedere qualcosa di strano!
“Claudia, tutto sommato anche contenta della novità e comunque consapevole che con Iori vi era poco da discutere, non fece più obiezioni, sol riservandosi di far mangiare nell’occasione alla piccola Livia prosciutto e/o riso.”
In queste righe c’è dinamite, più o meno visibile. Anzitutto stiamo leggendo una motivazione, cioè una serie di certezze, così prevede la legge, che spiega perché il giudice abbia preso quella decisione e non altra; nell’ordine, spieghi allora Massa Pio dove abbia tratto a) la contentezza di Claudia b) la rinuncia a discutere con Iori c) perché con Iori c’è poco da discutere. Piccolezze, potrebbe dire un critico, ma alle grandezze si arriva sempre a piccoli passi, specie se siano grandezze d’argilla, dato che qui, centesima ripetizione, è impossibile anche per il più deciso colpevolista limitarsi a tre pagine di Xanax e gas.
Ma il guaio che sfugge a Massa Pio, amplificato tra le pagine 27/35, è il prosciutto e/o riso che mangia a parte Livia, addirittura prima del sushi dei grandi: quando e come Iori è riuscito a inserirci lo Xanax, stabilito che la bimba certo non ha bevuto il bacardi e nemmeno gli altri aperitivi o i litri occorrenti di succo di pompelmo per mascherarne il sapore? Su un affare tanto importante, ergastolo, non dieci punti di patente, Massa Pio mica avrà sottinteso che i bimbi son piccoli e non hanno voce in capitolo? Dei tanti modi utili per avvelenare la madre, che “non è necessario indicare”, prodezza di pagina 34, assieme alla “sfera di cristallo”, non ce n’è uno che vada bene per la figlia!
Mi ha sempre colpito l’attitudine dei commentatori, anche importanti e colti, a considerare equivalenti la funzione giurisdizionale, sacra, e l’uomo che per conto dello Stato la pratica: l’uomo giudice deve spiegare cosa fa, sempre, anche nei dettagli che possano sembrare minimi, come fanno tutti i professionisti del suo livello, nessuno dei quali, se non vuole sbattere nei rigori della legge, si permette un: è così perché lo dico io!
Cremona 25 07 2013 www.flaminiocozzaglio.info
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