Lug 15 2013
aspettando giustizia pulita-sette 15 07 2013
ASPETTANDO GIUSTIZIA PULITA- SETTE
Prima dell’analisi critica e ordinata da pagina 1 a 97 della motivazione di condanna di Maurizio Iori, condanna imposta, altro non può essere, dai giudici popolari, e motivazione scritta dal presidente Massa Pio, ne ripeto brevemente i punti fondamentali, perché pure il lettore più distratto possa spiegarsi perché quella e non altra. Investigatori e Procura prima, Corte dopo, si sono trastullati con argomenti larghi, a partire dal cellulare dimenticato a casa da Iori, il peggiore degli indizi, alle bombolette, il tutto certificato dalle testimonianze degli Ornesi: ma poiché si tratta di individuare se omicidio o suicidio, e gli eventuali responsabili, e la morte è avvenuta da avvelenamento misto da Xanax e gas, è bene essere certi di ciò che si sostiene, non solo per l’imperativo 533cpp che vieta le scommesse ed esige la certezza, ma per il rispetto che ogni essere pensante deve a se stesso.
Di primo acchito la scena che si presenta non lascia dubbi: suicidio allargato, madre e figlia vengono trovate morte causa la supposta ingestione di 95 pastiglie di Xanax e il gas di 4 bombolette da campeggio. Però non sfugge all’occhio attento, dopo l’arresto di Iori il Procuratore Borgonovo Daniela ne farà vanto in un’affollata conferenza stampa, che le due non sono morte abbracciate, che non vestono secondo circostanza, che non ci sono biglietti di addio, e il tutto ben miscelato dalle chiacchiere degli Ornesi e della prima moglie porta all’obbligatorio arresto del colpevole, Maurizio Iori. Mesi dopo si conosceranno gli esiti dell’autopsia, delle ricerche sulle tracce nella stanza eccetera, ma i giudici hanno preferito anticipare i tempi.
Primo grosso problema: come far ingerire di nascosto a un adulto, in pochi minuti, una simile quantità di pastiglie? Pagina 34: “Non avendo la sfera di cristallo non è possibile indicare con precisione quale fu l’espediente usato, uno di quelli descritti, un altro ancora, per riuscire nell’intento, né è necessario. Ciò che conta è che non è affatto vero che fosse materialmente impossibile somministrare clandestinamente l’alprazolam a Claudia; anzi non era affatto difficile, considerando l’ingenuità di Claudia, che non poteva avere il minimo sospetto di quello che incredibilmente stava per accadere eccetera”. Mi ricorda un passo di Beaumarchais: pretendere che dimostri di aver ragione vuol dire sospettare che io abbia torto! Sull’altro problemino, di un certo peso come ciascun ben capisce, la successione degli atti, prima la madre o la figlia? soluzione radicale, silenzio!
Dormienti, devono respirare il gas, ma le 4 bombolette ne forniscono tanto poco e per giunta pesando più dell’aria va subito a terra, 6 cm di bassezza dal suolo! che, a meno di voler sostenere che Iori abbia centrato il terno al lotto, nella discesa il gas s’è fermato accanto al naso delle vittime quel minuto sufficiente, è indispensabile la tesi certa: Iori, pagina 43, ha appoggiato le bombolette sotto il loro naso quel minuto eccetera. Tesi spieghevole, che però cozza con l’altra: Iori si sarebbe fermato, così scrive Massa a pagina 87, 3 o 4 ore per controllare la morte, e fin qui sarebbe niente, il classico errore di sbaglio di uno che ha avuto solo 170 giorni per scrivere 97 pagine; il problema insormontabile è un altro, l’autopsia è certa che il gas ha invaso gli interi corpi, e ciò non è possibile se la morte avviene in pochi minuti, cessando la circolazione del sangue il gas si ferma alla testa!
Il terzo intoppo alla tesi dei popolari scritta da Massa, è nulla confronto ai due sopra: è certo che Iori uscendo dopo il delitto abbia chiuso la porta con una chiave che nessuno ha dimostrato abbia, dato che i tre originali sono certamente in mano agli Ornesi. Dimostrazione? ma che vi passa per la testa, pagina 69: semplicemente, dopo aver ricevuto al momento del rogito i tre originali delle chiavi egli, prima di passare le chiavi a Claudia, se ne fece una copia per sé!
Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio al di fuori di me!
Poi nessuno si stupisca che i cittadini, sondaggi alla mano, al 52% non si fidino dei Giudici: li hanno provati, e il 48 che si fida evidentemente no.
Poi nessuno si stupisca che nemmeno l’avvocato più bravo ed esperto sappia consigliare bene il cliente: la decisione dipende dal giudice, non necessariamente dalla legge.
Poi nessuno si stupisca che le grandi imprese straniere rifiutino di investire in Italia, non è solo la lentezza del civile, è l’incertezza generale che regna nei Tribunali, perché il libero convincimento di ciascuno dei 10mila giudici fa premio su qualsiasi altra esistenza di natura intellettuale!
Cremona 15 07 2013 www.flaminiocozzaglio.info
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