Lug 07 2013
botta e risposta 07 07 2013
BOTTA E RISPOSTA
Luigi Ferrarella, del Corriere, è appassionato ricercatore di queste storielle.
“Credete di essere furbi a chiedere le somme con decreto ingiuntivo. E invece siete scemi.” Sottinteso: voi avvocati. I quali, quando trovano questo pensierino appuntato dalla giudice in un post-it scritto a mano ed evidentemente dimenticato nel fascicolo della causa civile, non lo gradiscono e ritengono il biglietto offensivo della funzione difensiva e indice di grave inimicizia: “dopo trent’anni di professione non intendo farmi dare dello scemo da un giudice che non ha neppure guardato i documenti né ha capito l’oggetto della causa.”
Per la giudice, interpellata dal Corriere, “c’è nulla di offensivo in quel mio appunto sulla questione giuridica, e del resto anche a voce avevo già detto all’avvocato eccetera.”
Io, se mi fossi permesso anche in uno solo degli oltre duecento pezzi sul caso Iori, non dico scrivere brutalmente di un giudice: scemo, ma qualcosa di più sfumato, dovrei vendere la casa per risarcirlo, dopo la giusta condanna inflittami da un suo collega.
La sintesi, come spesso, la scrive Piero Ostellino, sempre sul Corriere di ieri: “Le sentenze, dicono gli osservanti, non si discutono; si rispettano. Sì, perché discuterle sarebbe compromettente per i magistrati che le hanno erogate. Se ieri, per molti italiani, era il duce ad aver sempre ragione, oggi, forse per gli stessi, sono i magistrati.”
Non fraintendetemi: lo scemo sono sempre e solo io. Forse, non me ne voglia, anche Ostellino…..
Cremona 07 07 2013 www.flaminiocozzaglio.info
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