Giu 29 2013

giustizia di latta-uno 29 06 2013

Published by at 8:18 am under cronaca cremonese,Giudici

GIUSTIZIA DI LATTA – UNO
Se dovessi scegliere un fatto della mia esperienza diretta, per confermare senza tema di smentita l’aforisma di Oscar Wilde: “il vero e il falso sono forme di esistenza intellettuale”, bene, questo, per il legame da cordone ombelicale tra quanto è stato sotto gli occhi di tutti e la costruzione, non sarebbe la prima, che ne è seguita, da attori di rincalzo, giornali e pubblica opinione, giudici, è il caso Iori.
Claudia Ornesi e la figlia Livia la mattina del 21 luglio 2011 vengono trovate morte nella loro abitazione di via Dogali in Crema; il 13 ottobre 2011 il Giudice per le indagini preliminari Antonio Ferrari dispone l’arresto di Maurizio Iori.
Gli concedo la parola: “Indagato perché cagionava la morte di Ornesi Claudia e della propria figlia Iori Livia (di anni due), nata dalla relazione sentimentale con la suddetta, mediante l’azione tossica del gas butano/propano – con cui il prevenuto saturava l’aria presente nella camera da letto dell’appartamento, dove risiedevano le predette – lasciato deliberatamente fuoriuscire dagli ugelli di 4 (quattro) fornelli portatili da campeggio alimentati da bombolette intercambiabili contenenti il suddetto gas, di grammi 450 ciascuna, che l’indagato aveva appositamente acquistato, unitamente ad un mortaio, uno zaino e alcune bevande, al Carrefour, mentre i fornelli li aveva acquistati al Bennet unitamente a due tipi di salse, un rotolo di nastro biadesivo, rotoli di carta assorbente, sacchi per la spazzatura e alcune bevande.”
Lo interrompo subito, il dottor Gip, non senza avvertire il lettore che l’arresto del 13 ottobre è stato disposto prima che fossero noti gli esiti delle indagini, come si può dire senza offendere la sua sensibilità? che spiegassero con maggior sicurezza cosa ci fosse dietro l’evidenza della morte: per farla breve, non si conoscevano nemmeno le risposte date dall’autopsia, per cui le due donne potevano essere morte per qualsiasi altro motivo, ben diverso dall’apparente, e non parliamo delle altre tracce, impronte eccetera, per cui, ecco la prima nascita certificata dall’aforisma di Oscar Wilde, per saturare la stanza, di un gas che tra l’altro può causare facilmente esplosioni ma non asfissia, servivano 300 trecento bombolette, così almeno garantivano un anno dopo, durante il processo, gli esperti concordi di Accusa, Parte civile e Difesa! altro che le quattro, se il dottor Gip avesse cercato di capire l’effetto delle bombolette dalle risposte dei tecnici, anziché del codice!
Gli ridò la parola: “In particolare lo Iori, introdotti in casa della Ornesi i suddetti fornelli, con le relative bombolette, la sera del 20 07 2011, facendole credere che servissero per preparare delle salse per condire il sushi che aveva portato per cena, unitamente alle bevande, acquistate nei luoghi e nelle date sopraindicate, e stordite la figlioletta Livia e la Ornesi, facendo loro ingerire frammenti di almeno 95 (novantacinque) compresse del medicinale Xanax precedentemente polverizzate col menzionato mortaio e diluite nelle bevande e/o negli alimenti, apriva le manopole del gas dei fornelli, che posizionava nella camera da letto, dove poi venivano rinvenuti i corpi senza vita di Iori Livia e di Ornesi Claudia, lasciando sul piano del tavolo della sala da pranzo 9 (nove) blister vuoti del medicinale Xanax ed 1 (uno) con 5 (cinque) compresse ancora inserite negli appositi alloggi (tutti privati della parte sulla quale era riportato il numero di lotto e la data di scadenza, per impedire di accertarne la provenienza), per simulare le tracce di un suicidio. Con le aggravanti di aver commesso il fatto in danno nella figlia, con premeditazione, e col mezzo di sostanze venefiche ed altri mezzi insidiosi.”
Continua la verità, in piena sintonia con l’aforisma wildiano: il dottor Gip, a differenza credo del resto degli italiani, esclusi, temo, buona parte dei suoi colleghi, descrive puntigliosamente quanto proprio non serve nulla al proposito di capire che è successo, il supermercato d’acquisto, lo zaino, alcune bevande e via di questo passo, e non perde mezza riga a spiegare, prima di tutto a se stesso, come ha fatto l’indagato Iori, si parla di 95 novantacinque compresse, lo scrive lui, il dottor Gip! a farle mangiare, di nascosto, è da supporre, alle due vittime, in quale successione di tempo eccetera. Capirete bene l’impazienza di ordinare l’arresto prima di conoscere gli esiti dell’autopsia: nello stomaco delle vittime non c’era praticamente cibo, e spiegare l’ingresso delle 95 novantacinque nel loro corpo sarebbe stata ancora più dura!

Cremona 29 06 2013 www.flaminiocozzaglio.info

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