Giu 24 2013

giustizia di ferro-centocinquantaquattro 24 06 2013

Published by at 10:28 am under cronaca cremonese,Giudici

GIUSTIZIA DI FERRO – CENTOCINQUANTAQUATTRO
Divertiamoci ancora un po’ con le prove. Maurizio Iori ha ucciso, mi capita di sentire ancora oggi per strada, oltre che, ahinoi! in Corte d’Assise, perché ha comprato le 4 bombolette eccetera: ripeto di nuovo, fatte con calma tutte le verifiche, anche gli esperti dell’Accusa hanno convenuto che solo per saturare la stanza ne servivano trecento e non è detto uccidessero; comunque la Difesa deve rispondere sempre al gioco dell’Accusa, ed ecco la sua versione che i giudici della Cassazione hanno, ovviamente, accettato: “Ha sicuramente un limitato valore indiziario il fatto che il Dr. Iori abbia comperato tanto i fornelletti da campeggio quanto le relative bombolette. Peraltro la cosa in sé non dimostra né che la Ornesi sia stata uccisa (e non si sia invece suicidata), né tantomeno che il Dr. Iori sia un assassino. Egli ha fornito una giustificazione razionale non smentita da alcun elemento oggettivo sui motivi dell’acquisto. Inoltre si tratta di elemento a dir poco ambiguo in relazione alla ipotesi accusatoria, perché gli oggetti in argomento non costituivano assolutamente una condizione indispensabile per realizzare l’omicidio ipotizzato. Essendo avvenuta la tragedia all’interno dell’abitazione della Ornesi, non sarebbe stato necessario impiegare bombolette di gas, perché sarebbe stato sufficiente staccare il tubo della cucina per ottenere un effetto letifero senza ricorrere a sistemi rocamboleschi.”
Gli avvocati devono naturalmente usare un linguaggio adeguato all’ambiente e alle circostanze, potessero parlare per farsi capire da tutto! il popolo italiano non accennerebbero a un “elemento a dir poco ambiguo”, andrebbero giù piatti: ma chi è quel coglione che se vuole asfissiare, invece del gas di casa, va in giro a comprare bombolette, inefficaci per giunta, per farsi notare dal commerciante, dai parenti e magari dai vicini! E le bombolette, lettori cari, sono un pilastro dell’Accusa, e avendo la Corte fagogitato anche questo pilastro, capirete bene perché il relatore Massa avrà tanto ritrosia a ripeterlo nella motivazione, di cui siamo in attesa da molti mesi: un conto è parlare ex cathedra in Aula per la Benemerita e un paio di giornalisti di passaggio, altro consegnarlo ai curiosi a vario titolo di tutta Italia, che son lì per divertirsi in faccia a lui e ai colleghi che han dato un ergastolo su quei pilastri…
Non so se lo scampolo che vi racconto adesso finirà nelle pagine di Massa, comunque è saltato fuori e la Difesa, immagino la rabbia, ha dovuto rispondere anche qui: Iori non s’è limitato a uccidere, con mezzi violenti, vi raccomando di ricordarlo se vi rivolgete a un signore con la toga giusta, ma non sentendosi sicuro delle sue capacità, capitelo, era al suo primo assassinio, è tornato sul luogo del delitto, nel caso le vittime non avessero fatto il loro dovere, tanto il rischio che lo vedessero lui è scemo e non l’ha calcolato. Giusto e Gualazzini: “Poteva avere valore indiziario il fatto che il Dr. Iori non avesse un alibi dimostrabile circa i suoi movimenti dopo aver lasciato la casa della Ornesi stessa la sera del 21 07 2011 e prima di far ritorno alla propria. Ciò poteva dar credito all’ipotesi che egli fosse ritornato sul luogo del delitto per constatare la morte delle vittime ed allontanare i fornelletti dal loro viso. Essendosi invece dimostrato scientificamente che detti fornelletti hanno provocato il loro effetto letifero dalla posizione in cui sono stati rinvenuti dai soccorritori e in totale assenza di qualunque ulteriore elemento dimostrativo di un ritorno dello stesso Dr. Iori nella casa delle vittime stesse, è inevitabile dedurne che la mancanza di alibi comprovabile quand’anche avesse avuto originariamente valore indiziario, lo ha perso del tutto dopo il deposito della relazione tecnica dell’ing. Gianangelo Bonardi, che ha contrapposto dati scientifici alle semplici congetture.”

Cremona 25 06 2013 www.flaminiocozzaglio.info

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