Giu 16 2013

giustizia di ferro-centoquarantasei 16 06 2013

Published by at 9:25 am under cronaca cremonese,Giudici

GIUSTIZIA DI FERRO – CENTOQUARANTASEI
Da una parte loro, sul piedistallo: più in basso il resto degli italiani. Come leggo il Pm che al processo contro Del Turco si scatena perché, quando Del Turco era governatore dell’Abruzzo, bisognava aspettare una mammografia un anno e mezzo, la requisitoria del primo (!) processo è di questi giorni, il procedimento è iniziato nel 2008 con arresti, naturalmente, a raffica, penso al Rodolfo Sabelli di turno presidente dell’Associazione nazionale magistrati, che difende pregiudizialmente tutti i colleghi perché l’imputato ha un mare di garanzie dalla legge: certo, ma le garanzie le può garantire anche un Pm del genere, che non prova il minimo senso di vergogna a sostenere che un anno e mezzo è tempo inaccettabile per l’uno, cinque anni normale per l’altro. L’altro è lui, si fa senza dirlo.
Due conti. Fosse vero che per una mammografia in Abruzzo si aspettava un anno e mezzo, fastidioso che fosse vai in un’altra Regione, paghi in privato, ma il problema lo risolvi; un giudice che intanto ti arresta, poi si vedrà, il primo processo inizia cinque anni dopo e perché la storia finisca ne serviranno altri, te lo tieni com’è, non c’è Regione che cambi, non c’è pagamento che tenga, salvo che nella giurisdizione civile dove chi ha i soldi si accorda per un lodo privato. Figuriamoci se dal piedistallo, dai Rodolfo Sabelli del tempo ai Pm di provincia, se ne accorgono: il primo passo sarebbe pensarci! Ah, non vorrei dimenticare per il lettore che non avesse seguito: Del Turco a seguito dell’arresto si dimise dalla carica di governatore, si dovette rivotare anzitempo e vinse l’altra parte. Il processo inizia oggi, dopo cinque anni, perché le prove tanto certe che obbligarono all’arresto, non bastavano per cominciare prima!
A che serve, tornando ai casi nostri, l’intenso lavoro di difesa del povero Maurizio Iori, che Giusto e Gualazzini han portato fin in Cassazione? Erano obbligati, perché non avessero seguito anche le tracce della pattumiera, l’Accusa li aveva costretti fin lì, avrebbero subito pure la critica: non hai saputo rispondere!
Perché il gioco delle garanzie processuali vantato dai Sabelli Rodolfo è proprio questo, se ti capita il giudice sbagliato che per i Sabelli è sempre giusto: per lui è una prova dell’omicidio e tu devi rispondere, se i corpi di Claudia e Livia non erano nello stesso letto, e se tu che vuoi difenderti provi che Iori non aveva la chiave dell’appartamento, che è impossibile abbia propinato le famose 95 pastiglie, che anche il vicino ha sentito Claudia che lo insultava urlando eccetera, il processo in Aula è andato proprio così, vinto sulle prove per Iori, perso vedremo perché in Camera di consiglio, la Corte, in nome dell’importanza delle prove e delle, oddio, garanzie! manco ti risponde.
Spedisco questi pezzi a Giudici d’ogni tipo, dal nuovo presidente del Tribunale di Cremona ai procuratori generali di Milano, Brescia e Venezia, dal ministero di Giustizia all’Associazione nazionale magistrati, dai radicali garantisti al presidente della commissione Giustizia del Senato: credete qualcuno si interessi? Che rivolga la banale domanda al Palazzo di Cremona, ben rappresentato da Massa e Beluzzi, come mai non bastavano novanta giorni per spiegare i motivi di una condanna tanto certa?
E l’avessero fatto, lo facessero, l’umiltà di ammettere la tremenda cantonata, non è un errore, è una presa di posizione voluta e insistita, anche contro l’evidenza dei fatti, perché questa è l’unico motivo del ritardo nello spiegare i motivi: figuriamoci se un giudice “sbaglia”, al massimo soffre di una diversa interpretazione dei fatti e della legge, e all’eventuale libertà provvisoria ci penseranno i giudici d’appello l’anno prossimo.
Affannatevi, Giusto e Gualazzini a spiegare alla Cassazione: “è evidente che se il Tribunale avesse preso nella dovuta considerazione la relazione Capra dalla quale risultava l’accertamento della presenza di tracce di saliva della Ornesi sul collo della bottiglia di acqua minerale rinvenuta sul tavolo accanto ai blisters che avevano contenuto la pasticche di Xanax , avrebbe dovuto convenire eccetera”, la Cassazione vi ha dato ragione perché ha voluto ragionare, obbligo che evidentemente le garanzie citate dal Sabelli non pongono a carico di tutti i giudici!

Cremona 16 06 2013 www.flaminiocozzaglio.info

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