Giu 12 2013

giustizia di ferro-centoquarantadue 12 06 2013

Published by at 8:35 am under cronaca cremonese,Giudici

GIUSTIZIA DI FERRO – CENTOQUARANTADUE
La conduzione del processo Iori, e senza ombra di dubbio anche le motivazioni di condanna, appena lor signori giudici si degneranno di pubblicarle, porta immediatamente a una domanda fondamentale per la Giurisdizione e di conseguenza per la vita di uno Stato civile: il Giudice deve essere del tutto libero nell’esercizio della sua funzione, ma quando pone in essere comportamenti che, detto in parole semplici e brutali, la distruggono, lo Stato deve ritenersi soddisfatto, nei confronti dei cittadini, dei normali mezzi di impugnazione, o ha il dovere, gli strumenti sono un altro problema, di intervenire subito per limitare i danni?
Basta aver seguito in Aula e letto gli atti per capire le forzature, una dietro l’altra: per poter condannare si inventa, prima ancora di un colpevole, un reato. Voglio essere ancora più didattico: visti i miracoli, presi come vanno, cioè accettati senza verifica, il fondamentale rimane sempre quello delle 95 pastiglie fatte ingoiare a un adulto in pochi minuti, a sua insaputa, ma non si scherza nemmeno con la chiave che l’assassino deve avere e non ha, col vicino che sente il dialogo che scagiona ma lo si sposta alla sera prima per conformità alla propria tesi, alle false testimonianze evidenti ma prese per buone sempre per lo stesso motivo eccetera, il processo è pieno di eccetera, non ci si dovrebbe stupire più di tanto, ripeto, lo scrivo a scopo didattico, se attesi ben sei mesi per leggere le motivazioni, a essere gentili un tempo inusuale per un processo del genere, esse fossero condensate in una frase: Maurizio Iori è colpevole perchè lo diciamo noi, un po’ come la lettre de cachet di cui noi moderni sapienti e saggi ridiamo, senza accorgerci che, cambiato il nome, la usiamo ancora.
Con una motivazione del genere, è chiaro non sarà quella nella forma, nei concetti sì, il povero cristo in carcere deve aspettare i tempi e gli strumenti d’uso per uscire? Ma d’altro canto, questo è il guaio in cui Accusa e Corte han cacciato il Sistema, se intervieni subito con mezzi giusti e logici, ma fuori dell’ordinario, ad esempio l’immediata libertà per lo Iori di turno, guasti irreparabilmente il Sistema!
Per cui che senso ha per il mio impegno annoiare il lettore riportando per filo e per segno ciò che han dovuto rispondere i Difensori, loro obbligati sì dal rito, perchè se tacciono rinforzano l’Accusa? Chi vuole vada a cercarsi descrizioni di impronte, raccolte bene e malissimo, di fantasie, queste sì di vertice: per me, dopo averle lette e rilette, è sufficiente far conoscere le conclusioni della Difesa: “Sembra che l’attuale indagato, ad onta della impressionante mole di elementi di prova a suo favore (la triste ironia, è la Difesa a dover portare prove, non l’Accusa! n.d.r.), debba proprio essere e rimanere un mostro a prescindere, assecondandosi con questo atteggiamento l’immagine mediatica negativa che, con grande enfasi, ne è stata proposta. La motivazione dell’ordinanza impugnata (il carcere preventivo, n.d.r.), purtroppo, non fa che rafforzare questa sensazione dipanandosi in una serie di omissioni, contraddizioni e travisamenti clamorosi al fine di giustificare il rigetto dell’appello fino a tradursi (anche se lo si dice con il massimo rispetto) in un vero e proprio campionario esemplificativo dei motivi di nullità sintetizzati dal 606/1 lett.c del cpp.

Cremona 12 06 2013 www.flaminiocozzaglio.info

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