Giu 02 2013
il giudizio di dio 02 06 2013
IL GIUDIZIO DI DIO
Pian piano anche i grandi commentatori dei giornali di sinistra si rendono conto di cos’han fatto plaudendo a ogni inizativa della magistratura, purché fosse contro Berlusconi: come s’è visto, chi ha voluto vedere, sia chiaro, a Cremona nel processo allo sfortunatissimo Maurizio Iori; non ci son prove? te le dichiaro io, come Cristo: tu sei Pietro e su questa pietra fonderò la mia Chiesa!
Ieri lo sgomento di Pierluigi Battista, sul Corriere, alla richiesta di sette anni del PM per Fede Mora e Minetti, come fosse una novità: Battista non s’è mai accorto che è lecito insultare in pubblico Berlusconi, fargli pagare tre milioni al mese il divorzio, una cifra fuor dal buon senso per la Mondadori, mandarlo a visita di controllo per ridurgli la diagnosi quando gli rompono i denti con la statuetta e, ultima chicca, condannare lui per i diritti Mediaset ma non Confalonieri, presidente Mediaset, perchè non c’è prova ne fosse al corrente?
Adesso Battista piange. Ruby, Fede, i pm e il senso della misura, intitola l’articolo che apre e chiude con: “Sette anni di galera e interdizione dai pubblici uffici. Che pericolosi malfattori, Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti/L’immagine degli “assaggiatori” fa premio su ogni altra circostanza fattuale. Il verdetto morale si fa piedistallo di una richiesta di condanna severissima. Esemplare. Ma le condanne devono essere giuste, non esemplari.”
Ma leggilo un po’, il verginello delle Aule di Giustizia!
Già che si faccia un processo di questa portata che regge solo sul dato che Ruby, chi era, è sotto gli occhi di tutti, avesse 17 anni e dieci mesi al tempo del primo incontro col Berlusca, e si ignori una Milano zeppa di autentiche schiave del sesso, venti, trenta infilate per notte, dice tutto sugli attori del “verdetto morale”: ma, se gli uomini passano e la società resta, ciò che più conta sono le strutture della società, per noi, per i nostri figli, e gli occhi bisogna averli in quel posto per non vedere la stretta dipendenza dal processo Ruby di quello a Iori.
Battista lo capirà, spero, ma qui non lo dice, che l’esercizio della Giurisdizione deve essere sgombro da qualsiasi controllo gerarchico, fuor che il proprio, l’interno, che i Italia è però clamorosamente assente, e che l’unica censura, forte, sempre, deve essere quella della pubblica opinione, come nel mio piccolo faccio io per Iori: si adegui per tempo, lui e tutti gli anti Berlusconi, a distinguere e combattere, con la critica, l’esercizio della condanna esemplare!
Cremona 02 06 2013 www.flaminiocozzaglio.info
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