Mag 15 2013
giustizia di ferro-centoquattordici 15 05 2013
GIUSTIZIA DI FERRO – CENTOQUATTORDICI
Seconda parte della ricostruzione dei fatti, basata sull’idea che Claudia Ornesi non volesse uccidersi, pagina 66 della memoria Giusto/Gualazzini: ”La Ornesi era convinta e lo si legge chiaramente nella lettera, che la moglie di Iori nulla sapesse di lei e della piccola Livia. Immaginava che nell’apprenderlo attraverso i giornali avrebbe avuto una reazione violenta. Avrebbe fatto avanti a tutta Crema la figura riservata alla moglie di un marito che le aveva nascosto aspetti scabrosi della sua vita privata e si sarebbe venuta a trovare al centro di innumerevoli pettegolezzi a seguito dei quali il prestigioso ruolo sociale acquisito attraverso il matrimonio si sarebbe dissolto.Avrebbe quindi reagito scaricando lo stesso marito che avrebbe pagato le sue colpe con un secondo naufragio matrimoniale. Non era affatto necessario uccidersi per ottenere tutto ciò, in quanto una credibile sceneggiata adeguatamente descritta ed enfatizzata dai giornali il giorno successivo avrebbe garantito egualmente il raggiungimento dello scopo. L’utilizzo di cartucce e fornelletti portati dal Dr. Iori avrebbe anche aggiunto un pizzico di sale in più e magari avrebbe anche potuto suscitare in lui sensi di colpa non incompatibili con la prospettiva di un ipotetico terzo matrimonio da celebrarsi con lei. D’altra parte, per quello che si poteva leggere sulle cartucce il gas non era tossico, ma solo potenzialmente esplosivo. Bastava staccare la corrente per evitare questo rischio e bastava altresì ingurgitare e far ingurgitare alla bambina un abbondante quantitativo di Xanax per addormentarsi di un sonno profondo e sopportare la puzza fino al mattino successivo. Si trattava, infatti, di un medicinale innocuo che le era stato garantito come tale. In ogni caso tutto si sarebbe risolto con l’atteso e consueto arrivo del padre verso le otto. Ci sarebbe stato un grande clamore, sarebbero intervenuti i soccorsi ed anche i giornalisti a frotte. In brevissimo volger di tempo lei, nel ruolo di vittima, sarebbe stata oggetto della solidarietà generale, mentre il mascalzone che l’aveva spinta al gesto estremo sarebbe stato al centro della altrettanto generale esecrazione con i prevedibili effetti sulla famiglia e sulla attività lavorativa. Ignorava, purtroppo, la Ornesi, e d’altra parte lo ignoravano anche i tossicologi di professione, che l’effetto combinato dell’assunzione di quelle pastiglie accompagnato dalla inalazione di quello specifico gas, avesse effetti letali e proprio alla conseguente sottovalutazione del problema si deve il fatto che la più probabile sceneggiata sia evoluta in tragedia.”
Ora, premesso il solito obbligo di legge, non è l’imputato a dover dimostrare la propria innocenza, ma l’Accusa la colpevolezza, la ricostruzione della Difesa, corrispondente ai fatti o meno, ma di efficace malizia, offre un’interpretazione in più oltre all’evidente suicidio, con un pregio di cui la Corte se ne è evidentemente infischiata: ci sta, è logica, concreta, quel diavolo la si voglia definire, tutti i passaggi son ben oleati, non ce ne sono di assurdi, come la tesi colpevolista, che raggiunge l’acme quando sostiene che Iori ha propinato, in pochi minuti, un quantitativo enorme di Xanax, senza che la donna se ne accorgesse, e guardandosi bene sia dallo spiegare in che forma, 95 pastiglie intere o tritate, 5/6 flaconcini di gocce, e in che alimenti. Concordia tra tutti i periti: Claudia nello stomaco aveva due bocconcini di sushi, e se lo Xanax per gocce, a mascherarlo bastavano a malapena tre litri di succo di pompelmo!
Ci credo bene che non abbiano nemmeno tentato di spiegarlo, e fondato la loro certezza su un Cartesio adattato al momento: Iori esiste, dunque colpevole!
E al solito Rodolfo Sabelli, presidente dei magistrati italiani, ma non è colpa sua se ha certi colleghi, l’ingrato compito di scender dalla cattedra: il processo offre ogni garanzia all’imputato! e prendere mestamente atto di ciò che può succedere nelle Aule.
Cremona 15 05 2013 www.flaminiocozzaglio.info
One Response to “giustizia di ferro-centoquattordici 15 05 2013”
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Al Migliaro sono stati ammazzati dei gatti.
Ma certi “infami” (eufemismo) ci prendono gusto a prendersela con delle creature totalmente indifese che non possono reagire?
Auspico che, se mai dovessero essere presi e portati davanti al giudice, che il magistrato in questione sia un animalista dei più radicali (e questo vale anche per chi se la prende con i cani o altri animali)…