Mar 21 2013
contare bene 21 03 2013
CONTARE BENE
Voglio essere chiaro, scrivere come Sallusti: “Mario Calabresi, direttore de La Stampa, sta strizzando l’occhio a chi gli ha ucciso il padre”, merita ogni tipo di disprezzo. Calabresi è figlio di Luigi, il commissario di polizia ucciso come un cane dai terroristi, dopo oltre due anni di persecuzione mediatica. Anche da parte dei “benpensanti”. Se avete voglia cercate su internet la lettera firmata da 800 di essi, ce ne sono che dispensano morale ancora oggi.
Mario Calabresi aveva due anni: per quanto gli affetti possano avergli dato dei compensi, per quanti successi professionali abbia raggiunto, anche una persona di scarsa sensibilità capisce che la sua vita è irrimediabilmente segnata fin che campa.
Per cui la condanna ai Sallusti di turno è esatta. Non sono per nulla d’accordo invece sui metodi usati dai Calabresi di turno, oggi di gran moda, e sulle sentenze che li accontentano: non il processo penale, ma la citazione civile con richieste che non hanno senso.
Il risarcimento, è pacifico, deve compensare il danno: dov’è il danno da 75mila euro che Sallusti deve pagare?
Non è una questione da niente, qui la volontà di Sallusti di far del male e basta, senza motivo, è pacifica, ma la diffamazione ha il più delle volte confini difficilmente distinguibili dalla libera critica, che è una delle colonne della vita e dello sviluppo di ogni società, e se si consolida la prassi di ridurre sul lastrico chi non la pensa come la maggioranza, facile prevedere un’informazione per nulla diversa da quella della Gazzetta ufficiale….
Cremona 21 03 2013 www.flaminiocozzaglio.info
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