Mar 18 2013

giustizia di ferro-cinquantasei 18 03 2013

Published by at 8:58 am under cronaca cremonese,Giudici

GIUSTIZIA DI FERRO – CINQUANTASEI
Il processo Iori dimostra ancora una volta come la verità sia solo un mezzo di comunicazione che non si distingue strutturalmente dagli altri: a volte, dio sa perché, le si attribuisce maggior valore. Ne è zeppo, il processo, di queste dimostrazioni, la più clamorosa è la sempre citata delle 95 pastiglie di Xanax trovate nello stomaco della vittima; senza bisogno di voli pindarici, se non ci sono motivi contrari di massima evidenza, il percorso è chiaro, ha provveduto lei stessa in piena coscienza e autonomia; invece qui no, dalle prime indagini fino alla condanna ci si arrampica sugli specchi per convincere il pubblico, a cominciare dai suoi paladini, i media, che è opera del malcapitato Iori, ma non si spiega come, perché evidentemente la legge non ne vede l’obbligo; per una specie di confezione della verità, è invece decisivo capire e dimostrare come le 95 pastiglie siano entrate in casa, anticamera dello stomaco, e tanto basta per la condanna, ma non si riesce nemmeno in quello, e allora la conclusione è: nello stomaco ci son finite, sarà stato senz’altro Iori che è medico e aveva i suoi buoni motivi! Quali motivi? Beh, se l’ha fatto, c’erano, tanto i Giudici li spiegheranno, in dettaglio, con calma, dalle 95 pastiglie in giù, nelle motivazioni: in Aula non s’è trovato il modo…….
Andiamo avanti con l’ordinanza del dottor Gip, pagina 109, da cui leggiamo che anche i preti devono adeguarsi, come han fatto gli inquirenti, alla direttiva Ornesi: ”Don Giorgio chiama Pasqua (la madre di Claudia, n.d.r.). Pasqua chiede al religioso come mai la lettera di sua figlia Paola che ha letto pubblicamente al funerale e che La Provincia ha pubblicato non è stata invece pubblicata sul Torrazzo (giornale della Chiesa, n.d.r.). Don Giorgio dice che il loro studio legale gli ha consigliato di non pubblicare la lettera. Pasqua si sfoga con Don Giorgio dicendo che la figlia certamente non si è suicidata e lei ha già spiegato tutti i suoi dubbi in Questura e la Polizia ha avviato le indagini che stanno andando avanti e quindi non si capisce perché loro non vogliano pubblicare quella lettera. La mamma di Claudia si dimostra molto adirata dal comportamento del sacerdote dicendo che quello che ha fatto non è giusto e che lui avrebbe dovuto pubblicare la lettera per dimostrare di non voler tutelare nessuno e di non aver paura di nessuno eccetera. Pasqua racconta poi al religioso che la colpa di tutto è di Maurizio Iori eccetera, persona cinica e cattiva dalle mille personalità, falsa e cattiva. Pasqua si lamenta ancora moltissimo perché oltretutto lui ha pubblicato una poesia della signora Casalini dedicata a Claudia e Livia dove si parla apertamente di suicidio e lei non condivide affatto che tale poesia sia stata pubblicata e la lettera di Paola sia stata invece censurata.”
Da ammirare il prete che ha resistito, ma da capire anche la debolezza degli inquirenti che pur di togliersi dai piedi una persona tanto insistente, le danno ragione!
Ecco, pagina 110, un’altra prova di forza: “In seguito Pasqua racconta dettagliatamente all’amica quanto dichiarato agli organi inquirenti affermando che Iori è un assassino e che è stato lui a commettere un duplice omicidio. Pasqua dice che si tratta di un uomo diabolico che addirittura, in una occasione, aveva detto alla figlia che lui nella sua vita ha vinto tutte le sue battaglie ed ha avuto tutto quello che ha voluto perché è diabolico e cinico.”
Come potevano inquirenti e giudici resistere a tanta certezza?

Cremona 18 03 2013 www.flaminiocozzaglio.info

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