Flaminio Cozzaglio

IMPUTATO: ALZATEVI E ACCUSATEVI
Tre tre e napola a spade, risponde Totò al presidente del Tribunale in un film di sessant’anni fa, ma nonostante leggi e comune sentire siano ben mutati, non è possibile dimenticare che chi è su quella scomoda panca comunque di qualcosa è sospettato, e non potrà mai godere da nessun Paese, liberale che sia, l’identica parità con chi lo accusa. Proprio per ciò anni e anni di continue ricerche hanno limato gli ostacoli che portino ad una almeno teorica eguaglianza, a cominciare dalla carcerazione preventiva, gestita troppo spesso come anticipo di condanna, che porrebbe domande sulla necessità del processo eccetera. Ai diritti di indagine della difesa, oggi vicini a quelli dell’accusa. Alla formazione delle giurie popolari, dove i cittadini sono a maggioranza sui giudici perché è presupposta la loro pari capacità professionale, in primis quella di capire le finezze del diritto e di non farsi influenzare, essendo, come è pacifico, il lavoro del giudice di natura dozzinale.
Se poi l’imputato arriva in manette, come Maurizio Iori, questo venerdì alle 10, perché se libero in attesa del processo potrebbe uccidere anche le restanti donne della sua vita, l’unica certezza, a suo danno (basta ricordare il Don Giovanni, che sia di Molière o Mozart, nel profondo degli Inferi per il solo peccato d’aver successo), era un conquistatore, rabbia degli uni e delle altre, la giuria popolare, ben indirizzata, travolge sei a due i giudici togati: condanna!
Le prove? aveva già risposto Oscar Wilde: il vero e il falso sono esistenze di natura intellettuale.

Cremona 16 10 2012 www.flaminiocozzaglio.info

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