Lug 30 2011
chi è di scena 30 07 2011
CHI E’ DI SCENA
Su una cosa bisogna convenire col sindaco Perri: è riuscito a trasformare un atto di normale e logica amministrazione, come la scelta dei presidenti della aziende comunali, in una commedia buffa, specie per i nostri vicini, Brescia, Piacenza, Mantova e magari Lodi. Secondo me anche Crema, che pure ha i suoi problemi, ride di gusto.
L’unico sindaco nella storia d’Italia che, messo a forza e con gran sprezzo del ridicolo sulla poltrona di primo cittadino, appena messo, è meglio puntualizzare, luglio 2009, proclama urbi et orbi che tra il 51% che l’ha portato alla vittoria nessuno, ripeto, nessuno, è in grado di dirigere meglio della sinistra i servizi e le aziende del Comune.
Ha perfettamente ragione, la prova è lì, davanti agli occhi del mondo: la destra poteva candidare a sindaco Paolo Emiliani e invece, nonostante autorevoli pareri contrari, è andata a infognarsi con uno come lui.
Tra i pochissimi in città a non vedere che l’amico Pizzetti sta combattendo una lotta disperata, all’interno del suo partito, per mantenere il posto, il suo, non certo quello degli altri.
E a un primattore come Perri, per completare una grande regia, non potevano mancare le spalle. Senza commento:
“L’autonomia del sindaco non deve scontrarsi con le forze politiche sue alleate per volere delle forze stesse, ma deve amalgamarsi fino al punto di divenire una linea guida per tutta la vita politica cittadina. Sono stati riuniti più tavoli di maggioranza, organizzati e gestiti dal sindaco in persona, nei quali tutte le forze politiche hanno avuto modo di discutere e confrontarsi e di cui sembra aver di colpo spazzato via la memoria storica. Proprio su questi tavoli si è discusso e dato pieno mandato al Sindaco di operare in piena autonomia nella nomina dei componenti del consiglio di amministrazione di Aem, pur in presenza di indicazioni e suggerimenti provenienti dalle diverse componenti politiche della maggioranza.”
Ricordate? S’ode a destra uno squillo di tromba, a sinistra risponde uno squillo. Eccolo:
“Crediamo quindi che il dovere delle forze di maggioranza e minoranza non si esaurisca nel momento delle cosiddette nomine, come sembra accadere sempre più spesso, ma inizi dalle nomine in poi e cioè vigilando sull’operato delle partecipate, verificando se gli obiettivi di volta in volta dati vengono attuati, facendo proposte costruttive rispetto al miglior modo di gestirle, garantendo ai cittadini che le risorse pubbliche gestite attraverso queste società siano impiegate in maniera oculata e al servizio del bene comune.”
Non so se siate d’accordo, cari lettori, i dorotei saranno scomparsi come forza, ma il loro spirito aleggia immortale nelle stanze dei nostri politici.
Per terminare sul pratico, tanto sappiamo che si discute di lui, il manager Albertoni completa il suo biglietto da visita dimostrando che l’acquisto del Massarotti non è una semplice operazione finanziaria, ma il doveroso esercizio della tutela degli interessi dei cittadini.
Cremona 30 07 2011 www.flaminiocozzaglio.info