Apr 09 2010

quadri di un’esposizione 09 04 2010

Published by at 10:21 pm under costume

 

 

QUADRI DI UN’ESPOSIZIONE

 

Leggo volentieri La Stampa , specie da quando direttore è Mario Calabresi . Perché io di destra non posso leggere giornali sfacciatamente della mia parte , finirei col non capire nulla , senza un continuo contraddittorio . Di Calabresi apprezzo il garbo , che mi fa essere tollerante su certi suoi “fondisti” che meglio starebbero a Repubblica . Combinazione lui e Gramellini , lo stesso giorno , otto aprile , hanno scritto su Obama . Giudicate .

 

Mario Calabresi : Obama , come si dimostra di far seguire i fatti alle parole

 

Nelle ultime settimane Barak Obama è riuscito a dimostrare di essere capace di far seguire i fatti alle parole . Dopo mesi di faticoso dibattito è stata approvata la riforma sanitaria e ora , esattamente un anno dopo il discorso di Praga , ha firmato il nuovo accordo con Mosca per la riduzione delle testate nucleari strategiche .

All’inizio di aprile del 2009 nella capitale della Repubblica Ceca , parlando davanti a una folla immensa , il neo-presidente americano aveva disegnato un mondo diverso , senza atomiche . Aveva raccontato di voler accelerare il disarmo nucleare e impegnarsi per bloccare la proliferazione di nuovi ordigni .

Era sembrato un discorso eccessivamente idealista , legato più alle promesse e alla retorica della campagna elettorale che alla realtà della Casa Bianca . Con la stessa sufficienza veniva liquidato il progetto , considerato irrealizzabile , di estendere l’assistenza sanitaria a milioni di persone che non l’hanno mai avuta .

Invece Obama ha mostrato che idealismo e realismo possono camminare assieme , lo ha fatto certo al prezzo di molti compromessi e sapendo rinunciare a quelle parti di riforma che sapeva non sarebbero mai state approvate .

Certamente oggi è difficile parlare di un fallimento di Obama , gli ultimi due passi e la prossima meta di una riforma dell’immigrazione sono già quasi sufficienti a dare il senso a una presidenza . Ma questo non significa che gli americani siano soddisfatti e pronti a rieleggerlo : perché ciò accada il presidente dovrà necessariamente risollevare l’economia e far ripartire l’occupazione .

Quanto ai suoi detrattori , troveranno sempre munizioni per le loro polemiche : difficile , per esempio , non restare perplessi di fronte alla decisione di un premio Nobel di dare il via libera all’omicidio mirato del leader di Al Qaeda nello Yemen . Certi giorni il realismo e il pragmatismo di un presidente americano sono difficili da digerire a chi ne ha apprezzato l’idealismo .

 

Massimo Gramellini : Oba , mah

 

Il Presidente degli Stati Uniti ha autorizzato la Cia a uccidere un cittadino americano di religione islamica che fa parte della “cupola” di Al Qaeda ed è nascosto presumibilmente sulle montagne dello Yemen . Una decisione di impeccabile realismo politico : presa da un Bush o anche da un Clinton non avrebbe suscitato stupore . Ma a mettere la firma presidenziale sotto una condanna a morte in contumacia è stato il cavaliere dell’ideale , il comandante delle forze del bene , il premio Nobel per la pace . Barak Obama , insomma , quello che nei comizi invoca il disarmo atomico e negli ordini alle truppe intensifica il bombardamento dei droni che falcidiano le popolazioni afghana e pakistana .

Non è l’inizio di una delusione , ma la fine di un’illusione . Obama non può essere Gandhi . E’ un uomo politico che fa gli interessi del suo Paese . Si batte per degli ideali , e questo lo distingue dai politicanti attratti esclusivamente dal potere . Ma del potere conosce bene le regole , compresa la mancanza di scrupoli con cui chi lo detiene è costretto a esercitarlo , se non vuole esserne travolto . Con buona pace delle generazioni che l’hanno sopravvalutata , la politica rimane una cosa sporca , anche quando è fatta a fin di bene . E Obama è un politico . Non un profeta . Il tentativo di trasformarlo in un capo spirituale rivela il nostro bisogno disperato di credere in qualcosa di puro e di grande che la politica non ci potrà mai dare . Essa è l’arte del governo degli uomini . Non del loro miglioramento . Per quello bisogna rivolgersi altrove . In fondo a se stessi , per esempio .

 

 

Flaminio Cozzaglio : sono certo d’aver fatto capire cosa provo dei due sopra . Credetemi , qualcosa di molto simile al dolore . Entrambi gli articoli sono on line e i lettori che lo desiderano possono commentare . A Calabresi hanno rivolto la parola in 11 . A Gramellini 125 . Non avevo bisogno anche di questa , ripeto , dolorosa , conferma , noi razza umana ci lamentiamo sempre dei difetti di quelli che stanno in alto , hanno fatto carriera , ci superano insomma , politici , magistrati , medici , professori etc : saremmo più onesti dicessimo , li invidiamo tanto , vorremmo essere al loro posto .

 

Cremona 09 04 2010 www.flaminiocozzaglio.info

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