di raccontare balle
omeriche perfino al Papa, che, nel far gli auguri a Joe Biden,
dimentica negri e indiani; dall’Avvenire.
—Sotto
la sua guida – scrive il Papa – possa il popolo americano continuare
a trarre forza dagli elevati valori politici, etici e religiosi che
hanno ispirato la nazione sin dalla sua fondazione.
PERCHE’
GRATTERI
fa quasi solo maxinchieste?
titoli del Dubbio.
—Gratteri
inguaia l’Udc. Lorenzo Cesa indagato per concorso esterno
Una
maxioperazione della procura di Catanzaro, con perquisizioni e
arresti in tutta Italia, scuote l’Udc. E Cesa si dimette da
segretario
SPERO RESTI
in Italia! articolo del Giorno.
—“Da
13 anni mi occupo di intelligenza artificiale a supporto delle
imprese. Adesso ne ho 25 e sono finito sulla copertina di Forbes, una
bella soddisfazione”. Ha scritto il suo primo algoritmo a 13
anni e fondato la prima società a 17, si chiama Michele Grazioli, è
di Soncino e ha cominciato in casa, nel senso che la famiglia aveva
una piccola impresa e lui ha deciso di contribuire inventando
tecnologie che andassero a risolvere alcuni problemi.
“Ebbi un’intuizione capendo che mio papà era
preoccupato per la scarsa capacità di prevedere cosa sarebbe
successo nelle settimane e nei mesi a seguire. Ho creato un algoritmo
che fosse in grado di leggere i dati generati dall’attività di mio
papà, comprendendo le relazioni di causa-effetto tra di loro e
permettendo di prevedere l’impatto che le decisioni prese avrebbero
avuto sui risultati”. Liceo Scientifico e università Bocconi,
poi l’esordio con una sua società che in breve annovera una
ventina di collaboratori. Si chiama Vedrai e, incrociando migliaia di
variabili, può arrivare a prevedere quali saranno le reazioni a una
determinata azione, riuscendo così a evitare errori di valutazione e
cercando di prendere le decisioni migliori. “Porto la mia
tecnologia e le mie valutazioni a supporto delle medie e piccole
imprese, che in Italia sono moltissime. Mi ha fatto piacere che
Forbes mi abbia dedicato la copertina di gennaio, anche se sono
dell’idea che bisogna lavorare in silenzio e lasciar parlare i
risultati. Come dico ai ragazzi miei collaboratori, piedi per terra e
continuiamo nel nostro lavoro”.
Uno dei ritornelli dei
giudici contro gli avvocati, ripreso ogni tanto anche dal sito Anm,
che vi invito a leggere per capire chi li rappresenta, è che
ricorrono sempre per allontanare i tempi dell’eventuale condanna; le
Procure invece ricorrono molto spesso, evidentemente non si fidano
delle sentenze dei Tribunali…..
—Quattro
ordinanze di custodia cautelare e ben ottantatré giorni di carcere.
E un’odissea giudiziaria durata dieci anni, con l’assoluzione
emessa dal Tribunale di Teramo nel 2006 successivamente confermata in
tutti i gradi di giudizio. Una vicenda umana e giudiziaria, quella
dell’ex assessore all’urbanistica del Comune di Martinsicuro
Antonio Lattanzi, che per la Corte d’Appello vale 55 mila euro. A
tanto, infatti, ammonta l’indennizzo per ingiusta detenzione
liquidato a Lattanzi dal tribunale dell’Aquila. Una cifra che per
il diretto interessato ha il sapore della beffa. Perché se nessuna
somma avrebbe mai potuto risarcirlo del dolore e dei danni subiti,
quei 55mila euro danno a Lattanzi la misura di quanto valga per lo
Stato la vita di un uomo ingiustamente arrestato per reati infamanti
per un amministratore quali la concussione e l’abuso d’ufficio.
“E’
come se fossi stato raggiunto da una nuova ordinanza di custodia
cautelare – commenta l’ex assessore del Comune di Martinsicuro,
che in giudizio è sempre stato difeso dall’avvocato Lino Nisii -.
Adesso valuterò insieme ai miei avvocati se fare ricorso in
Cassazione ma questa cifra ridicola è il segno di quanto valga la
vita di un uomo ingiustamente arrestato. E che le quattro ordinanze
di custodia cautelare a mio carico siano state un errore giudiziario
non l’ho detto io, ma il Tribunale del riesame che le ha sempre
annullate. Una verità giudiziaria confermata in tutti i gradi di
giudizio”.
Nel
corso dell’intero procedimento giudiziario, dalla fase delle
indagini preliminari all’assoluzione emessa dal Tribunale di primo
grado e confermata fino in Cassazione, Lattanzi ha sempre mantenuto
un estremo riserbo. E dimostrato un profondo rispetto delle
istituzioni e della magistratura. Non ha mai avuto parole di accusa
verso la Procura, ha sempre espresso al massima fiducia nella
magistratura. E quando ha parlato, dopo che la sentenza di
assoluzione è divenuta definitiva, lo ha fatto essenzialmente per
raccontare la sua vicenda umana. E per esprimere l’amarezza di un
uomo travolto da una vicenda giudiziaria che ne ha interrotto la
carriera politica. E non perché qualcuno, all’interno del suo
partito (all’epoca era An) gli abbia chiesto di fare un passo
indietro. Ma perché Lattanzi ha scelto consapevolmente di dedicare
tutte le sue forze per difendersi, per dimostrare la sua innocenza.
“Nessuna
somma potrà mai risarcirmi per il dramma che ho vissuto – dice
Antonio Lattanzi -. Sia chiaro, non ho mai voluto arricchirmi con
questa storia. Non avrei mai voluto vivere un’esperienza del
genere. Ma avrei voluto almeno recuperare quello che ho speso in
questi anni. Questa storia ha portato con sè un carico di problemi
psicologici, affettivi, d’immagine. Problemi per me, per la mia
famiglia. E quello che mi ha colpito di più è che per l’avvocatura
dello Stato l’assoluzione mi avrebbe risarcito di tutto”. Parole,
quelle dell’ex assessore, che danno conto dell’amarezza di un
uomo. Un’amarezza che non passa in secondo piano nemmeno di fronte
all’assoluzione. Un’assoluzione che non potrà mai restituirgli
tutto quello che ha perso.
“Sono
profondamente amareggiato – conclude Antonio Lattanzi -. Anche
perché io ho le spalle grosse, ho sempre lottato con i miei avvocati
per dimostrare la mia estraneità ai fatti. Anche quando sotto il
peso della pressione sarebbe stato più facile ed umano confessare
anche colpe inesistenti. Ma ricordo che il sindaco di Roccaraso
Camillo Valentini, dopo essere stato arrestato, si è suicidato in
carcere”.
A
breve, in ogni caso, Lattanzi racconterà la sua storia in un libro
pubblicandola, atti alla mano, anche su Facebook.
di
Claudio Martelli, direttore dell’Avanti; pubblico su assist di Enrico
Pirondini.
—Renzi
è un politico inviso e aver aperto la crisi di Governo non
accrescerà la sua popolarità. Tuttavia, contestare a Conte
l’accentramento di poteri e l’immobilismo, gli errori nella
gestione della pandemia e dell’economia è giusto. Il PD che pur
condivideva le ragioni di Renzi lo ha mollato e adesso lo addita come
un irresponsabile. E subito al suo posto ecco materializzarsi i
“responsabili”, ovvero i parlamentari voltagabbana arruolati da
Conte per sostituire i voti di Renzi e salvare il governo. Finalmente
anche il PD si mobilita, con zelo gregario cerca voti per Conte il
trasformista e, manco a guidarlo fossero D’Alema e Arcuri, minaccia
“o Conte o le urne”, spingendo Conte a fare un suo partito. E
questo proprio non si capisce; un partito Conte ce l’ha già: il
PD.