Feb 04 2023

giovanni battista 04 02 2023

Published by at 2:03 pm under Pubblica Amm.ne

GIOVANNI BATTISTA

Protegge il Battistero, come spiega Marco Bragazzi, dio sa che archivio, in www.cremonasera.it

Francoforte 04 02 2023  flcozzaglio@gmail.com

—Così Hermann Spielberg nel 1856 spiegava agli studenti tedeschi di architettura l’armonia del Battistero di Cremona. I suoi disegni.

Quando le fotografie erano poche e costose, o non esistevano del tutto, si usavano matite e fogli. Siamo nel 1856 in piazza del Duomo a Cremona, i treppiedi con annesse le prime macchine fotografiche in città si contavano, forse, sulle dita di una mano, lo spazio per i ritratti toccava ai pittori come ai disegnatori la possibilità di immortalare i momenti e monumenti più importanti della vita cittadina.

I fotografi si destreggiavano con le lastre grosse come quaderni da disegno e i quaderni da disegno, quelli cartacei, trovavano la destrezza di architetti o appassionati di storia che si portavano a casa ricordi della città di Cremona. Il Battistero di piazza del Duomo, intitolato a San Giovanni Battista, è una struttura ottagonale che racchiude significati ben precisi in linea con il suo nome, edificato nel XII secolo “divide letteralmente in due” piazza del Duomo con i suoi lati ricoperti di marmo che richiamano il Duomo e quelli rimasti con i colori del cotto cremonese che richiamano la Loggia dei Militi e Palazzo Comunale.

Un ottagono molto particolare ed interessante che all’interno, al centro, ospita la fonte battesimale, in realtà una vasca con l’acqua benedetta dal Vescovo durante la veglia pasquale, circondata dai tre altari e dalla successione di vari archi con capitelli. La cupola, che dall’esterno non si vede in quanto coperta da un tetto anche esso ottagonale, è un vero pregio della architettura medioevale, sviluppata ben prima di quella del Brunelleschi a Firenze, era una struttura di certo all’avanguardia per il 1170 circa. Due leoni, posti nel protiro all’ingresso del portone principale, sono frutto dei lavori del XVI secolo, lavori che hanno definito in circa 35 metri la sua altezza e in circa 20 metri il suo diametro.

Il Battistero, però, serve anche come unità di misura dato che, nella parte meridionale, sono incise le misure delle tegole e dei coppi che hanno dato alla città medioevale di Cremona una sorta di bellezza tra forme e colori unica in Europa. In prossimità delle misure troviamo, incise sui mattoni, anche alcune frasi lasciate dai condannati a morte poco prima della loro esecuzione. Il Battistero era un corpo unico con la struttura del Duomo dato che si collegava alla cappella di San Giovanni, fino a quando non vennero abbattute circa sei braccia di mura per staccare la struttura ottagonale dal complesso del Duomo. Detta così la spiegazione è veramente misera e poco valorizzante di una delle perle della città di Cremona e, in effetti, dal 1860 in poi, nelle migliori facoltà di architettura tedesche, il Battistero di Cremona veniva presentato in maniera di certo diversa, decisamente più conforme al valore storico dell’edificio e alla caratura dei docenti che tenevano la lezione.

Spesso quelle lezioni, nelle più importanti università, vedevano come protagonista Hermann Spielberg, considerato uno dei massimi esperti di architettura medioevale tedeschi. Hermann aveva un tratto pulito e preciso mentre disegnava, con dovizia di particolari sui leoni, sugli archi e capitelli, il Battistero di Cremona; il docente era a Cremona poco dopo la metà del XIX secolo per sviluppare la sua ricerca sulla architettura medioevale, soprattutto quella italiana.

A Cremona l’architetto decise di disegnare ed osservare quel ottagono che oggi si vede con estrema chiarezza ma che porta con sé una storia bellissima, sia per lo sviluppo architettonico che per il significato della fonte battesimale che ospita. Spielberg presenterà agli studenti, e ai libri di architettura necessari per lo studio, le sue tavole disegnate in giro per tutta Italia con la minuziosa descrizione della struttura e dei particolari più importanti che spesso la vista tralascia, non aveva ancora 30 anni quando arrivò in piazza del Duomo per dare origine al suo lavoro rivolto, essenzialmente, allo studio in aula.

Disegnava tanto, costruiva poco, raccontava molto e vinceva tanti premi Hermann, che nella seconda metà del XIX secolo mise le basi nelle aule delle università tedesche per la scoperta e lo sviluppo nei progetti con riferimenti al medioevo italiano.

Il Battistero di Cremona è l’unica opera cremonese che la matita di Hermann abbia rappresentato sul suo quaderno, il motivo non è chiaro ma, da quello che si può osservare, l’attenzione per la struttura è notevole e i disegni sembrano dare un consiglio agli studenti: “guardate come costruivano a Cremona nel 1170 circa”.

Nel 2023 quelle tavole sembrano ancora perfettamente attuali, pronte a far capire e spiegare parte della storia di un’altra perla della città di Cremona, con tutti quei particolari che, spesso, l’occhio non riesce a raccogliere.

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