Archive for Luglio, 2022

Lug 30 2022

damiano aliprandi 30 07 2022

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DAMIANO ALIPRANDI

Interessante articolo che ripercorre le stragi, sul Dubbio, che si e’ parecchio interessato alla vicenda. Francoforte 30 07 2022  www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—«Dietro via D’Amelio il dossier mafia-appalti», riaperta l’inchiesta

La procura di Caltanissetta indaga sull’interessamento di Borsellino al dossier mafia-appalti come causa della sua eliminazione. Sentiti già dei testi, tra cui l’ex Ros De Donno Dal 2018 “ Il Dubbio” ha condotto una inchiesta giornalistica sulla vicenda

Da qualche settimana la procura di Caltanissetta guidata dal Procuratore capo Salvatore De Luca ha riaperto l’inchiesta sul filone “mafia appalti” come causa scatenante che portò all’accelerazione della strage di Via D’Amelio dove perse la vita Paolo Borsellino e la sua scorta. A rivelarlo è l’agenzia Adnkronos a firma di Elvira Terranova. Le bocche in procura sono cucite, l’indagine è top secret, ma come apprende l’Adnkronos, il pool stragi da qualche settimana sta scandagliando le vicende legate al procedimento del dossier mafia-appalti redatti dai Ros Mario Mori e Giuseppe De Donno sotto il coordinamento di Giovanni Falcone.

Tutte le sentenze hanno accertato l’interessamento di Falcone e Borsellino a mafia-appalti

I magistrati che coordinano l’inchiesta, tra cui la pm Claudia Pasciuti, guidati dal Procuratore capo Salvatore De Luca, di recente – come rivela l’Adnkronos – hanno anche fatto i primi interrogatori. Compresi quelli top secret. Tra le persone sentite, spicca in particolare il nome del colonnello Giuseppe De Donno. Cioè, colui che allora giovane capitano, condusse l’inchiesta su mafia-appalti con il suo diretto superiore al Ros, l’allora colonnello Mario Mori. Che l’interessamento dei giudici Falcone e Borsellino riguardante il dossier mafia-appalti sia stata una concausa delle stragi, questo è accertato da tutte le sentenze. Quest’ultime hanno individuato un movente ben preciso. Sono diversi i passaggi cristallizzati nelle motivazioni. C’è quello di Giovanni Brusca che, nelle udienze degli anni passati, disse che, in seno a Cosa nostra, sussisteva la preoccupazione che Falcone, divenendo Procuratore Nazionale Antimafia, potesse imprimere un impulso alle investigazioni nel settore inerente la gestione illecita degli appalti.

Falcone aveva compreso la rilevanza strategica del settore appalti

C’è quello del pentito Angelo Siino, che sosteneva che le cause della sua eliminazione andavano cercate nelle indagini promosse dal magistrato nel settore della gestione illecita degli appalti, verso cui aveva mostrato un “crescendo di interessi”. Difatti – si legge nelle sentenze – in Cosa nostra, e, in particolare, da parte di Pino Lipari e Antonino Buscemi, era cresciuta la consapevolezza che Falcone avesse compreso la rilevanza strategica del settore appalti e che intendesse approfondirne gli aspetti: «questo sa tutte cose, questo ci vuole consumare» (pag. 74, ud. del 17 novembre 1999).Ed è proprio quell’Antonino Buscemi, il colletto bianco mafioso, che era entrato in società con la calcestruzzi della Ferruzzi Gardini a lanciare l’allarme anche per quanto riguarda le esternazioni di Falcone durante un convegno pubblico proprio su criminalità e appalti. Un convegno, marzo 1991, dove evocò chiaramente l’inchiesta mafia-appalti che era ancora in corso. Il dossier fu depositato in procura su volere di Falcone stesso il 20 febbraio 1991. Peraltro, anche Giuseppe Madonia aveva manifestato il convincimento che Falcone aveva compreso i legami tra mafia, politica e settori imprenditoriali. Siino, con riferimento all’eliminazione di Borsellino, ha inoltre aggiunto che Salvatore Montalto, durante la comune detenzione nel carcere di Termini Imerese, facendo riferimento agli appalti, gli aveva detto: «ma a chistu cu cìu purtava a parlare di determinate cose».

Borsellino aveva detto a varie persone che quella degli appalti era una pista da seguire

Borsellino, infatti, nel periodo immediatamente successivo alla strage di Capaci, aveva esternato a diverse persone, oltre all’intervista del giornalista Luca Rossi, che una pista da seguire era quella degli appalti. A distanza di 30 anni, però non si è mai fatto chiarezza su un punto. Diversi pentiti hanno affermato che sia Pino Lipari che Antonino Buscemi avevano un canale aperto con un magistrato della procura di Palermo. Alla sentenza d’appello del 2000 sulla strage di Capaci, tra gli altri, vengono riportate le testimonianze di due pentiti. Una è quella di Siino: «Sul punto, Angelo Siino, il quale, pur non rivestendo il ruolo di uomo d’onore, 

ha impostato la propria esistenza criminale, all’interno dell’ambiente imprenditoriale-politico-mafioso, ha evidenziato di avere appreso che Pino Lipari aveva contattato l’onorevole Mario D’Acquisto affinché intervenisse nei confronti dell’allora Procuratore della Repubblica di Palermo, al fine di neutralizzare le indagini trasfuse nel rapporto c.d. “mafia-appalti” e in quelle che si potevano stimolare in esito a tali risultanze».
I Buscemi avevano ceduto fittiziamente le imprese al gruppo Ferruzzi

Le motivazioni riportano anche la versione di Brusca: «Quanto ai rapporti tra i fratelli Buscemi, il gruppo Ferruzzi-Gardini e l’ing. Bini, Brusca ha evidenziato di avere appreso da Salvatore Riina che, a seguito della legge Rognoni-La Torre, i Buscemi avevano ceduto fittiziamente le imprese (la cava Bigliemi e una Soc. Calcestruzzi) al gruppo Ferruzzi; che Antonino Buscemi era rimasto all’interno della struttura societaria come impiegato; che l’ing. Bini rappresentava il gruppo in Sicilia e la Calcestruzzi S.p.A.; che i fratelli Buscemi si “tenevano in mano…… questo gruppo imprenditoriale in maniera molto forte” e potevano contare sulla disponibilità di un magistrato appartenente alla Procura di Palermo, di cui non ha voluto rivelare il nome; che Salvatore Riina, in epoca precedente all’interesse per l’impresa Reale, si era lamentato del fatto che i Buscemi non mettevano a disposizione dell’intera organizzazione i loro referenti».

Dal 2018 Il Dubbio si interessa alla vicenda del dossier mafia-appalti

Il Dubbio, fin dal 2018, ha condotto una inchiesta giornalistica sulla questione del dossier mafia-appalti. “Mandanti occulti bis” dei primi anni 2000 a parte, in questi lunghissimi anni non sono mai state riaperte le indagini nonostante siano venuti fuori nuovi elementi come le audizioni al Csm di fine luglio 1992 dove emerge con chiarezza che cinque giorni prima della strage, il giudice Borsellino partecipò a una assemblea straordinaria indetta dall’allora capo procuratore capo Pietro Giammanco. Una assemblea, come dirà il magistrato Vincenza Sabatino, inusuale e mai accaduta prima. Dalle audizioni di alcuni magistrati emerge che Borsellino avrebbe fatto dei rilievi su come i suoi colleghi, titolari dell’indagine, avrebbero condotto il procedimento. Addirittura, come dirà il magistrato Nico Gozzo, si sarebbe respirata aria di tensione.

Gli omicidi di Salvo Lima e del maresciallo Guazzelli per Borsellino sono legati a mafia-appalti

Ed è lo stesso Borsellino, come si evince dalle parole dell’allora pm Vittorio Teresi nel verbale di sommarie informazioni del 7 dicembre 1992, a dire che a suo parere sia l’omicidio su ordine di Totò Riina dell’europarlamentare Salvo Lima che quello del maresciallo Guazzelli sono legati alla questione del dossier mafia-appalti perché si sarebbero rifiutati di intervenire per cauterizzare il procedimento mafia appalti. Da tempo sia Fiammetta Borsellino che il legale della famiglia Fabio Trizzino, chiedono di sviscerare cosa sia accaduto nel biennio del 91-92 all’interno del “nido di vipere”(definizione di Borsellino riferendosi alla procura di Palermo) e soprattutto quando fu depositata la richiesta di archiviazione del dossier mafia-appalti mentre – come ha detto l’avvocato Trizzino al processo depistaggi – «stavano ancora chiudendo la bara di Paolo Borsellino e dei suoi angeli custodi».

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Lug 30 2022

cremonesita’-trecentonovanta 30 07 2022

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CREMONESITA’ – trecentonovanta 

Ha sbagliato interlocutore il sindaco Galimberti, deve trattare con chi decide i treni, non coi pendolari che possono solo protestare; titolo di www.cremonasera.it

Francoforte 30 07 2022  www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Trasporto ferroviario, incontro in comune con una delegazione dei Comitati dei pendolari

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Lug 30 2022

il. caso di maurizio iori 30 07 2022

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IL CASO DI MAURIZIO IORI 

—Non ci provano neanche i giornali, che pure han tutte le libertà che la fantasia concede: preferiscono abbeverarsi alla fonte. E quando la Corte di primo grado ci tenta, di fronte alla dura realtà dei fatti da spiegare, il risultato son quelle righe veloci in cui dice che “Non avendo la sfera di cristallo non è possibile indicare con precisione quale fu l’espediente usato (uno di quelli descritti, un altro ancora) per riuscire nell’intento, né è necessario”

La sfera di cristallo, con la tremenda appendice del “né è necessario”, avrebbe reso famoso il sistema giudiziario italiano nel mondo intero, compreso il Terzo! senza impiego di particolari, sofisticate metodiche, se i giornali si fossero buttati, semplicemente, a fare il loro mestiere; soprattutto perché, dopo aver letto “gli espedienti” descritti dalla sentenza, si sarebbe visto che non spiegavano un bel nulla. 

Francoforte 30 07 2022  www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Lug 30 2022

l’attesa 30 07 2022

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L’ ATTESA

In campagna elettorale basta avere il fisico per impersonare certi ruoli; la Stampa. Francoforte 30 07 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—«Nigeriano invalido massacrato a bastonate da un italiano a Civitanova Marche. Attendiamo post indignati di @matteosalvini e @GiorgiaMeloni». Lo scrive su twitter Corrado Formigli, giornalista e conduttore di Piazza Pulita su La 7 che chiama così in causa i due principali leader del centrodestra. 

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Lug 30 2022

democrazia salva 30 07 2022

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DEMOCRAZIA SALVA

Lo spauracchio del Fascismo a piè sospinto frutta poco…. Titolo del www.ilriformista.it

—Intervista a Massimo Cacciari: “Destra meno in crisi, Letta parli del programma non del pericolo fascista”

Francoforte 30 07 2022  www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Lug 30 2022

coalizioni 30 07 2022

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COALIZIONI

Domina il centrodestra! Francoforte 30 07 2022  www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Lug 30 2022

breve storia del ghiaccio 30 07 2022

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BREVE STORIA DEL GHIACCIO E’ compito di www.cremonasera.it riassumere le nostre vicende, dato che alcun altro giornale, carta o on line, lo fa. Francoforte 30 07 2022  www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Le 4 ghiacciaie in città per conservare la carne. Il primo frigorifero dal macellaio di via Platina. La fabbrica del ghiaccio

Con il gran caldo di questi giorni, aria condizionata e frigoriferi sono al massimo della potenza. Ma come facevano i cremonesi di un tempo a conservare la carne durante la stagione calda? Serviva il ghiaccio. Questo fu addirittura occasione di una guerra sul Po tra Casalmaggiore e il vescovo di Parma (leggi qui). Ma a Cremona città? Lo racconta quel grande cronista che fu Mario Levi in “Vecchia Cremona“.

Alla fine dell’Ottocento “tutto pagava tassa di pedaggio; anche i carri di ghiaccio che affluivano (dal Po e dalle campagne durante l’inverno, ndr) per rifornire le ghiacciaie dei macellai. Allora di grosse ghiacciaie a Cremona ve n’erano quattro, oltre ad alcune private: una in palazzo Mina, con ingresso verso via dell’Oca, l’altra in via Breda, sotto i giardini dell’oratorio parrocchiale di S.Agostino; la terza in piazza del Comune, quasi di fronte al Battistero; la quarta in corso Stradivari. Erano locali sotterranei, il pavimento in terra battuta, i soffitti a volta. Si accedeva a queste ghiacciaie attraverso una porticina praticata nel muro o una botola aperta nel selciato. Il ghiaccio cominciava a giungere all’inizio di dicembre ed i carichi continuavano ad affluire per tutto l’inverno, sino a quando la ghiacciaia era quasi piena. Il ghiaccio arrivava in lastroni; ma gli operai lo sminuzzavano, lo portavano con grossi mastelli all’interno dell’embrionale frigorifero, lo comprimevano a colpi di mazza di legno. Formavano così uno strato compatto alto due o tre metri, a seconda della capacità della ghiacciaia; ed in ultimo, verso l’inizio della primavera, ve n’era ormai tanto che gli operai, per non urtare contro la volta, dovevano procedere carponi. Era su quello strato che veniva deposta la carne. Con il volger delle settimane il ghiaccio si scioglieva e, di conseguenza, l’altezza della massa diminuiva; il terreno assorbiva l’acqua.

Vi era un commercio vero e proprio per la produzione e la vendita del ghiaccio. Alcuni agricoltori avevano stretto accordi con i macellai. Quando in certi campi perfettamente pianeggianti non vi erano nè colture nè seminagioni, venivano riempiti d’acqua; poi si aspettava che il grande freddo notturno lavorasse quell’acqua fino a congelarla. Se l’inverno era mite, i macellai anzichè il ghiaccio, immagazzinavano la neve; che in caso di scarse precipitazioni locali facevano giungere da altre città.

Il primo frigorifero automatico realizzato a Cremona funzionò agli inizi del Novecento nella macelleria del signor Attilio Varani, sotto i portici di via Platina. Si trattava di un frigorifero con motore a gas, fornito dalla ditta Calpestri di via Solferino, costruito dalla ditta tedesca Langhen e Wolff. Inutile dire che questo nuovissimo apparato, attirò l’attenzione di tutti i macellai della città. Ma proprio quando qualcuno di essi stava per decidersi ad imitare il signor Attilio Varani, ecco sorgere in via Pedone, in un grande capannone, attualmente adibito a magazzino di macchine agricole, un frigorifero di proprietà della ditta Eminente, che non soltanto dispose le prime celle frigorifere, ma cominciò a fabbricare ghiaccio in stecche. La ditta Eminente, lavorò per poco tempo: due o tre anni dopo (1910) il Comune si assunse la gestione del frigorifero e se lo costruì ex novo presso il macello”.

Nella foto la ghiacciaia di Palazzo Mina (da Cremona sotterranea)

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Lug 30 2022

alpeggi senza acqua 30 07 2022

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SICCITÀ, ALPEGGI SENZA ACQUA E FIENO. SOS ANIMALI

È emergenza siccità con i pascoli che sono sempre più secchi e le pozze per abbeverare gli animali asciutte a causa della mancanza di pioggia e delle alte temperature

È emergenza siccità negli alpeggi, con i pascoli che sono sempre più secchi e le pozze per abbeverare gli animali asciutte a causa della mancanza di pioggia e delle alte temperature. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sulla situazione in montagna, in riferimento all’ultima ondata di caldo che soffoca l’Italia con le città bollenti in un 2022 che in Italia si classifica nel primo semestre come l’anno più caldo di sempre che spinge la diffusione degli incendi insieme a precipitazioni praticamente dimezzate lungo la Penisola.

Una situazione drammatica sui pascoli in altura che coinvolge dalla Lombardia al Veneto, dal Piemonte all’Emilia con prati secchi che costringono le greggi a spostarsi sempre più dentro nei boschi, caldo anomalo, fonti d’acqua in affanno con gli animali che rischiano di non avere da bere e in alcuni casi vengono dissetati da rifornimenti di emergenza trasportati con gli elicotteri, con le autobotti e con le cisterne trainate dai trattori, come in provincia di Bergamo. Sempre in Lombardia nel Bresciano sorgenti al minimo storico e pascoli rinsecchiti e autobotti in azione. In sofferenza anche gli alpeggi tra Alto Lago di Como, Valtellina e Valchiavenna, con erba dei pascoli ingiallita e difficoltà di far abbeverare gli animali con le mucche che stanno producendo tra il 10 e il 20 per cento di latte in meno.

Si rischia un ritorno a valle forzato e anticipato di diverse settimane per la difficoltà di approvvigionamento del fieno necessario per sfamare gli animali. Mentre in Veneto, sulle Dolomiti, sull’Altopiano di Asiago e sui Monti Lessini negli alpeggi in difficoltà per scarsità d’acqua e prati pascoli secchi è scattata la solidarietà fra gli agricoltori per ospitare le mandrie in altura.  Sulle montagne in Piemonte le temperature sono elevate e mancano i tradizionali temporali estivi in alta quota con la conseguenza che scarseggia il foraggio per nutrire gli animali mentre nei pascoli dove c’è ancora disponibilità di erba, gli allevatori portano vasche di abbeveraggio e tubazioni per l’acqua con il rischio di dover anticipare la chiusura della stagione di alpeggio con il ritorno nelle stalle di pianura.

La situazione dei pascoli in montagna è molto critica e in diverse zone si sta procedendo anticipatamente con il secondo taglio di fieno, per salvare il salvabile visto che dal punto di vista della quantità si sta raccogliendo il 40% del foraggio che invece si sarebbe in una stagione normale e molte aziende sono costrette ad acquistarlo a prezzi altissimi, quando riescono a trovarlo. In Emilia-Romagna, ella zona alto appennino parmense fra Valtaro e Valceno oltre i mille metri, da maggio a fine ottobre si effettua il pascolo dei bovini ma a causa della siccità si è ridotto il foraggio con il rischio di dover portare sui pascoli i balloni di fieno comprati altrove.

Oltre che in pianura gli effetti del cambiamento climatico si fanno dunque sentire anche in montagnacon un profondo cambiamento del paesaggio dai pascoli ai ghiacciai. La mancanza di acqua sta mettendo in crisi un sistema fondamentale per l’agricoltura e l’allevamento in montagna mettendo a rischio produzioni tipiche, dai formaggi ai salumi. Un patrimonio conservato nel tempo grazie alle imprese agricole che assicurano un impegno quotidiano per la salvaguardia delle colture agricole, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari.

Si tratta di una risorsa per l’Italia anche che può contare su un patrimonio di antiche produzioni agroalimentari tramandate da generazioni in un territorio unico per storia, arte e paesaggio che sono le principali leve di attrazione anche per quei visitatori italiani e stranieri che ogni estate affollano sentieri e boschi, pascoli e malghe alla scoperta della montagna.

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Lug 29 2022

titoli dell’avvenire 29 07 2022

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TITOLI DELL’AVVENIRE Illustri sconosciuti, prima d’esser catturati da Grillo Francoforte 29 07 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Elezioni. Conte cede a Grillo: niente terzo mandato per i big

Il leader M5s ha comunicato la scelta ai vertici del Movimento. Non saranno candidati big come Fico, Taverna, Crimi, Fraccaro e Bonafede

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Lug 29 2022

il titolo dice tutto 29 07 2022

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IL TITOLO DICE TUTTO

La Stampa, da una parte le notizie vere, i servi sono gli altri; l’editoriale del direttore Massimo Giannini: “Le notizie vere, i servi sciocchi e gli utili idioti”

Francoforte 29 07 2022  www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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