Archive for Febbraio, 2022

Feb 27 2022

i più eguali-trecentododici 27 02 2022

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I PIU’ EGUALI – trecentododici

Dalle mie 70 cartelle sui processi Iori, senza editore, ecco il movente.

Francoforte 27 02 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com —Il codice non prevede l’obbligo di trovare il movente, un delitto si può commettere anche per noia, ma certo il movente aiuta a capire i fatti, a maggior ragione, come nel nostro caso, se i fatti sono gravi. Via subito il primo dubbio: Maurizio Iori non è pazzo; tenuto sotto osservazione dallo psicologo del carcere di Cremona, risulta nella norma, con tasso di aggressività sotto zero. Quindi, per uccidere figlia e amante, deve aver avuto dei solidi motivi, che ripeto, il giudice non è obbligato a dichiarare; ma sia in primo grado che in appello le Corti hanno preferito il compito da dieci e lode, e l’hanno spiegato il motivo, dapprima con qualche incertezza, poi senza esitazioni!

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Feb 27 2022

cremonesità-duecentosessanta 27 02 2022

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CREMONESITA’ – duecentosessanta

Uomo di coraggio, nonostante viva in Russia, ha deciso di dire quel che pensa a www.cremonasera.it; il breve articolo è di Loris Braga.

Francoforte 27 02 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com —Il grande violinista russo-cremonese Sergei Krylov sul suo profilo personale condanna l’aggressione militare in Ucraina

In giorni nei quali il dibattito fra contaminazioni fra Musica e Politica è aperto, qualcuno prende posizioni. Già nei giorni scorsi a contrapporsi al silenzio di Valerij Gergiev è stata la sua pupilla Anna Netrebko, soprano fra i più importanti della scena lirica internazionale, con una ferma condanna all’invasione di Putin in Ucraina. 

Poche ore fa il maestro Sergej Krylov ha deciso di dire con decisione il proprio no alla guerra. Lo ha fatto in inglese sul suo profilo personale .

Sono profondamente scioccato dalla brutale violenza dei tragici eventi di questa settimana e mi oppongo e condanno fermamente l’aggressione militare. In quest’ora buia prego per la pace, perché finiscano gli insensati spargimenti di sangue e le sofferenze degli innocenti. Con tutto il cuore spero che la pace venga ristabilita al più presto. Questa guerra deve essere fermata immediatamente. NO GUERRA!!” 

Krylov da sempre è considerato cremonese anche se nato a Mosca nel 1970 da una famiglia di musicisti già bambino prodigio con il suo violino a soli 6 anni effettua il suo primo concerto in pubblico, dopo il conservatorio nella capitale russa sotto il Torrazzo ha seguito i corsi di specializzaione alla Stauffer con Salvatore Accardo. Da anni incanta platee di tutto il mondo con la sua arte sublime. La sua ultima esibizione cremonese al Museo del Violino risale al 13 novembre scorso, e il talentuoso violinista aveva presentato un programma di incredibile difficoltà con arte e tecnica “aliena”. Orgoglio cremonese nel mondo, ha conseguito successi internazionali esibendosi in tutto il globo.

Nonostante viva in Russia, l’eclettico violinista ha ugualmente deciso di dire la sua. 

Abbiamo sentito molteplici visioni fra chi ritiene che i musicisti dovrebbero pronunciarsi spontaneamente, e chi invece auspica un confine da non superare fra arte e politica.

Krylov si pone senza indugi contro la violenza russa, dando un importante segnale alla comunità internazionale, oltre che ai propri concittadini cremonesi.

le foto sono di Danilo Codazzi

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Feb 27 2022

sanzioni vere 27 02 2022

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SANZIONI VERE Dall’Agenzia Ansa. Francoforte 27 02 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—La Federazione internazionale di judo ha “sospeso” il presidente russo Vladimir Putin dalla sua carica di presidente onorario dell’organismo. Come è noto, Putin è un grande appassionato di questo sport.

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Feb 27 2022

domani è un altro giornale 27 02 2022

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DOMANI E’ UN ALTRO GIORNALE Mentre tutti siamo preoccupati per la guerra vicina a noi, ecco che scrive Domani….

—C’è aria di festa nel centrodestra. Festini, anzi. Sono i festini ai quali partecipano Silvio Berlusconi e Matteo Salvini venerdì sera. Non è una sera qualunque. Ieri mattina il premier Mario Draghi ha riferito in aula sulla guerra in Ucraina. Intanto Vladimir Putin va a prendersi Kiev e punta al cambio di regime. Cominciano a gonfiarsi i bollettini dei morti, eppure l’attenzione dei due leader è focalizzata su un altro bollettino: quello calcistico.

Francoforte 27 02 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Feb 27 2022

capitasse a noi 27 02 2022

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CAPITASSE A NOI

europei, che godiamo da decenni la pace; drammatica intervista di Federico Centenari su www.cremonasera.it, i volontari della Resistenza che sanno in anticipo che si può solo sperare di morire in fretta…. Francoforte 27 02 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—“Quale guerra? Quello è un massacro tra forze ìmpari”. La storia di Angela, in partenza con il marito da Cremona all’Ucraina per salvare i parenti

Guerra? Quale guerra? Questo è un massacro. Un massacro con forze ìmpari. Da una parte l’esercito russo, dall’altra la resistenza ucraina fatta anche da uomini prelevati casa per casa per mandarli a combattere, per resistere in qualche modo. Cosa posso dirti? Spero che vinca la guerriglia… ma una cosa, una cosa va detta”.

Prego…

La comunità internazionale non si sta muovendo con efficacia. Si continua a tergiversare, si parla solo di economia, di finanza, del gas. E se domani decidono di entrare in Italia? Oggi loro, domani noi. E’ questo che il mondo dovrebbe capire”.

Angela parla dal telefono in vivavoce con il marito. Lei ucraina, lui cremonese. Angela è in Italia da quattro anni, a Cremona da due. Ha lavorato come badante e attualmente è casalinga. Sono pronti a partire, è questione di minuti. “Dovevamo partire ieri – spiegano – ma ci sono stati problemi, hanno chiuso la frontiera tra Ucraina e Romania, così partiamo oggi”.

Nelle scorse settimane sono riusciti a portare in Italia i figli più piccoli di lei, adesso si tratta di andare al confine, recuperare i figli maggiorenni e altre persone e tornare a Cremona.

Abbiamo cercato un furgone ma non l’abbiamo trovato – spiega il marito di Angela –. Partiamo con due auto, oltretutto due auto piccole. Riusciremo a portare al massimo sette persone ma non potevamo aspettare oltre”.

Hanno davanti diciannnove ore di strada, da qui al confine Romania/Moldova/Ucraina, ma il problema non è la strada. “Andiamo a prendere i parenti stretti e una ragazza che ha la madre in Italia. Dovevamo recuperare anche una figlia maggiorenne di Angela ma ha cambiato idea..”.

Come ha cambiato idea?

Ha fatto una scelta diversa, ci ha ripensato”.

Resistenza?

Sì. Vede, non è l’unica ad aver fatto questa scelta. Restare là e combattere. Quella non è mica una guerra, è un massacro”.

In Ucraina fino a che punto si aveva la percezione che sarebbe scoppiata la guerra?

La percezione c’era ma non che le cose precipitassero così velocemente. Dalla metà di gennaio là tutti avevano capito che qualcosa di grosso sarebbe successo. Era chiaro, voglio dire… la Russia aveva spostato i mezzi blindati e che non fosse un’esercitazione lo avevano capito tutti. Però…”.

Però?

Giovedì è stata una doccia freddissima. C’era ancora la speranza che la comunità internazionale facesse ragionare Putin…”.

Ancora adesso la comunità internazionale sembra non sapere che pesci pigliare.

Si muove con poca efficacia, si continua a tergiversare, a parlare di economia, finanza, di gas. Ma se domani decidono di entrare in Italia? Ce ne freghiamo sempre degli altri perché non è qui da noi che succedono queste cose, ma l’Ucraina è qui. Oggi loro, domani noi. Perché se Putin decide che vuole prendere la Polonia o la Romania, cosa facciamo? Ci deve essere una risposta più forte da parte della comunità internazionale. Ragionare sullo Swift può essere utile ma gli oligarchi non si fermano di fronte a questo”.

Secondo voi, al netto di quello che sappiamo già, cosa vuole davvero Putin?

Non sono un esperto ma..”.

Interviene Angela, scaldandosi: “Vuole riformare l’Urss, vuole vedere l’Ucraina in ginocchio!”.

Giusto l’altro giorno, ricorda il marito di Angela, “mia moglie ha parlato al telefono con la madre e fino all’ultimo la madre era convinta che non c’era la volontà di attaccare da parte della Russia. E sa perché?”.

Me lo dica.

Perché l’informazione russa ha sempre fatto passare un solo messaggio, ossia che la Russia vuole la pace, che non avrebbe invaso. Guardi oggi dove sono”.

Ai confini.

Abbiamo dei parenti di Angela a trenta chilometri dal confine con la Moldova (Moldavia; ndr). Hanno bombardato gli aeroporti, c’è pieno di militari ovunque e hanno detto ai civili di mettere le assi alle finestre. La nuora di Angela ha due fratelli che sono già in guerra. Gli ucraini prelevano gli uomini casa per casa e li mandano a combattere per resistere in qualche modo, perché questa non è una guerra, le forze sono ìmpari, in qualche modo bisogna resistere”.

Angela e il marito fanno giusto in tempo a chiedermi una mano, quando torneranno, per far girare la voce che servirà un alloggio: “Se qualche cremonese di buon cuore vorrà darci una mano… Adesso la dobbiamo lasciare, ci stanno chiamando”.

La foto in alto è tratta da TgCom24

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Feb 27 2022

trecento milioni 27 02 2022

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TRECENTO MILIONI

per l’ottava o nona meraviglia del mondo, scrive Antonio Grassi in www.cremonasera.it, ma ho l’impressione, senza dubbio errata, che maltratti un poco Giuseppe Rossi, direttore generale….

Francoforte 27 02 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—Il nuovo ospedale? L’ottava meraviglia

Il nuovo ospedale di Cremona è candidato a diventare l’ottava meraviglia del mondo.  Piazzato tra la piramide di Cheope e il Colosso di Rodi, trasformerà la città nella capitale della sanità. Da decidere se italiana, europea o mondiale. Lo è già del latte, della protesta, della ricerca, dell’innovazione e dell’energia. Ma anche delle illusioni, delle pippe, del vorrei ma non posso. Delle opportunità sprecate. 

Con la presentazione dell’assessore regionale Letizia Moratti all’Expo di Dubai, l’ospedale delle meraviglie è nella leggenda.  

Sulla rampa di lancio, pronto per raggiungere la sanità stellare, è un mito. 

Con l’intervista rilasciata al quotidiano La Provincia (23 febbraio) da Giuseppe Rossi direttore generale dell’Asst di Cremona, è anche uno spartiacque. 

«È la prima volta – sottolinea Rossi – che in Italia si sceglie la strada di un concorso internazionale che verrà vinto dal migliore progetto e non dal progettista».

Non male: non vincerà l’elaborato peggiore e sarà evitato il casting tra archistar e super ingegneri del settore. Però i progetti qualcuno dovrà presentarli. E in un concorso pubblico, da sempre, vince la proposta migliore, non la più scalcinata. Può succedere il contrario, ma è materia da codice penale.

L’intervista occupa una pagina intera e non è firmata. 

Rossi risponde a un giornalista sconosciuto, fantasma che lo asseconda. È un monologo, inframezzato da domande, finalizzate a interrompere il soliloquio e a permettere al lettore di rifiatare. Assente il confronto dialettico.  

Rossi prende in mano il pallino.  Se la suona e se la canta dall’inizio alla fine, in sintonia con il suo passato da chitarrista, nome d’arte Gegè, dei Distretto 51.  

Intona il Salmo 19, in versione laica e adattato alla situazione, e glorifica l’ospedale 4.0. Gioiellino ipertecnologico, iperefficiente e ipercontrollato, lo si può immaginare privo di umanità, algido e supponente. E perché no? inquietante, con la videosorveglianza in tutte le camere e il resto che lo renderà set ideale per girare un film fantascientifico.

Rossi si esibisce in un inno all’assistenza dei cyborg di domani e trascura gli attuali umani, che, sfiniti dal vivere quotidiano, per un sollievo si aggrappano ai medici di base, merce rara. 

L’intervista è un surf sulle onde della sanità d’eccellenza, con un passaggio veloce su quella del territorio e con annessa ammissione della sua importanza.  Inciso che puzza di captatio benevolentiae verso gli scassapalle contrari alla costruzione di un santuario da trecento e passa milioni di euro. 

Con medici e infermieri speciali e attrezzature straordinarie, la cattedrale pensionerà la Madonna e la sostituirà nella pratica dei miracoli.  Non ci saranno cuori per grazia ricevuta, ma costi da capogiro.

Cremona, capitale della sanità. La formula è semplice: ospedale da sballo, aria inquinata, studi epidemiologici al palo o poco oltre.  Quasi tutti zitti, allineati e coperti.  E vai con il liscio.

 L’ospedale rimarrà il sole intorno al quale ruoterà la sanità del contado.  La medicina di prossimità resterà quella frequentata dagli ultimi e penultimi. Dai tanti sfigati rappresentati dal Daniel Blake di Ken Loach in un film magistrale e da brividi.  

Gente comune che sopravvive, frustrata e impotente, tra problemi di salute, bollette da pagare, stipendi da fame e il virus endemico della burocrazia statale, regionale, provinciale e comunale. 

 Il peana di Rossi è un omaggio alla sanità toccasana per l’economia. 

«È importante – spiega il direttore generale – pensare alla spesa sanitaria non come un costo, bensì un investimento funzionale allo sviluppo economico e alla stabilità. Investire nel sistema sanitario significa infatti generare occupazione, benessere e di contro ridurre l’esclusione sociale».

 Sarebbe più coerente se l’investimento fosse funzionale alla salute dei cittadini, ma è un parere personale. 

Impegnare una montagna di quattrini nel nuovo ospedale, nell’immediato, può essere più redditizio che destinarli alla medicina sul territorio. È improbabile lo sia sul lungo termine. Sostenere che la macchina da guerra prevista sia una flebo per la cura e l’assistenza dei cittadini del territorio è opinabile. 

Il diritto alla salute non richiede prestazioni da Guinness dei primati, meritevoli di essere pubblicate su riviste con il miglior Impact Factor. Serve molto meno. È sufficiente una medicina non schiava dell’economia, ma questo non significa ignorarla. 

L’assistenza sul territorio non è da oscar e anche la coppa del nonno potrebbe essere un riconoscimento eccessivo. La causa non sono i medici, ma le strutture mancanti e un’organizzazione inadeguata. Trecento milioni potrebbero aiutare a risolvere il problema.

La versione lillipuziana del Massachusetts General Hospital di Boston o di qualche altra stella polare della sanità mondiale conferirà prestigio al territorio e attenuerà alcune criticità della sanità locale, ma non risolverà il problema della medicina e dell’assistenza in prima linea.

Con trecento milioni avremo un ospedale di ottimo livello, ma lillipuziani siamo e lillipuziani non smetteremo d’essere. E i pazienti continueranno ad incazzarsi per la mancanza di riposte veloci e convincenti ai loro bisogni più semplici.

«Il nuovo ospedale ci renderà più attrattivi». E il riferimento di Rossi è alla possibilità di attirare l’interesse dei forestieri. È un’ottima argomentazione a sostegno della scelta e anche le motivazioni che il direttore generale porta sono appropriate, ma non sufficienti per giustificare l’operazione. 

Neppure il peso degli anni la giustifica. 

«In Italia la maggior parte degli ospedali ha superato strutturalmente il loro limite massimo di età – in genere cinquant’anni – e quello di Cremona è un esempio lampante».

Quello di Crema è lampantissimo: 54 anni. 

 «Inaugurato il 27 ottobre 1968 era costato, compreso le attrezzature, 2 miliardi e 440 milioni di lire» (Nicoletta Bigatti, Avrò cura di te. Edizioni Centro ricerca Galmozzi), ma nessuno ha mai pensato di abbatterlo e costruirne uno nuovo. 

Al contrario, Crema incontra problemi per la realizzazione di una casa di comunità, struttura per la medicina del territorio e il cui costo è pari a una mancia, rispetto all’investimento per l’ospedale dei sogni.

Dove sta il problema?  

«Una buona salute collettiva, prima ancora che nelle mani di medici, è nelle scelte della politica» (Vittorio Agnoletto, Senza respiro, Altroconsumo). E, occorre aggiungere, dell’economia che oggi, più del passato, impone le priorità alla politica stessa. 

 Il business è senza cuore, senza ideali, senza tessere di partito. Business is business.  E la salute non è più un diritto garantito dalla Costituzione. È una merce che si vende e si compra.

È per questo che Cremona avrà l’ottava meraviglia del mondo? 

Difficile rispondere.   Di sicuro, la decisione non è stata presa in riva al Po.

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Feb 27 2022

per caso 27 02 2022

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PER CASO

Diktat di Sala, sindaco di Milano, ripreso da www.cremonasera.it Francoforte 27 02 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—“Il maestro Gergiev si dissoci da Putin o vada a casa”, giusto il diktat di Sala?

Le parole di Andrea Cigni, sovrintendente del Teatro “A.Ponchielli” di Cremona:

La questione è arrivata da un Sindaco, che è anche un politico. Sarebbe sempre opportuno tenere le cose distinte, però è molto difficile perché gli artisti dovrebbero dare un segnale di distensione, di dialogo, e forse non si dovrebbe chiedere di prendere le distanze come se fosse responsabilità dell’artista ma, probabilmente, un segnale distensivo si. Non è obbligatorio, però. Un artista è chiamato per fare il proprio lavoro di artista, e non può essere responsabile di azioni che vengono da un governo”.

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Feb 27 2022

il punto del direttore 27 02 2022

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IL PUNTO DEL DIRETTORE

“Il rischio di concedere i pieni poteri”, è il titolo: infatti Bencivenga, pur sfiduciato dal 90% della redazione, non vuole più andarsene!

Francoforte 27 02 2022 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Feb 27 2022

i legumi della tuscia 27 02 2022

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I LEGUMI DELLA TUSCIA VITERBESE

Viaggio tra i prodotti più prelibati di una terra rinomata per il turismo enogastronomico, naturalistico e artistico

Leggi cosa sono “I Sigilli di Campagna Amica”

La Tuscia, territorio incredibile del Lazio settentrionale, incastonato in una natura generosa e luogo di storia antichissima. In quale altro posto potevano nascere e svilupparsi colture di legumi indissolubilmente legati a quei terreni vulcanici? Oggi li riconosciamo come Sigilli di Campagna Amica. Scopriamoli insieme.

Il fagiolo del Purgatorio di Gradoli è una varietà coltivata già da molti secoli nei comuni di Gradoli, Acquapendente e Onano, come testimonia la sua presenza come pietanza principale nel menù del “Pranzo del Purgatorio” organizzato fin dal 1600 a Gradoli, in occasione del Mercoledì delle Ceneri. Il nome probabilmente deriva dal fatto che questa varietà ha una funzione stimolante a livello intestinale. È un fagiolo piccolo, bianco e rotondo, simile al cannellino, ma con sapore molto delicato, la buccia sottile garantisce un’altra digeribilità. Viene coltivato dall’Azienda Agricola Il Cerqueto di Brizi Giuseppe (Acquapendente) e dall’Azienda Agricola Predio Potantino (Proceno).

Il Fagiolo Giallo o della Stoppia (nella foto) è una varietà diffusa nel territorio del comune di Onano e in tutta la provincia di Viterbo. È caratterizzato dal colore giallo molto intenso dei semi. La semina avviene dopo la mietitura del frumento, direttamente sulle stoppie: per questo prendono il nome di “fagioli della stoppia”. I terreni di origine vulcanica conferiscono a questi fagioli un sapore dolce e facilità di cottura; si possono consumare sia freschi acerbi, sia secchi dopo la maturazione. Sono coltivati dall’Azienda Agricola Il Cerqueto di Brizi Giuseppe (Acquapendente) e dall’Azienda Agricola Predio Potantino (Proceno).

Il Fagiolo Verdolino è una varietà di legume che viene prodotto nell’alta Tuscia (principalmente ad Acquapendente) ed è chiamato così proprio per il suo colore tendente al verde, tanto che in alcuni luoghi è denominato “fagiolo pisello” è un legume molto ricercato in cucina per la sua tenerezza e sapidità, derivante dai terreni di origine vulcanica. Il suo areale di produzione è talmente limitato da essere iscritto nel registro delle risorse genetiche a rischio di erosione. Il nostro produttore custode in questo caso è Giuseppe Brizi dell’Azienda Agricola Il Cerqueto (Acquapendente).

Lo stesso produttore conserva anche la Lenticchia di Onano, un piccolo paese in provincia di Viterbo, è attestata in documenti risalenti addirittura al 1561. Di qualità molto pregiata, è detta la “lenticchia dei papi” in quanto veniva venduta e consumata alla corte papale. Dal sapore delicato e dolce, la lenticchia di Onano ha buccia molto sottile che ne garantisce un’elevata digeribilità. È ottima nelle zuppe e nelle minestre, e come contorno a numerosi piatti di carne come il tradizionale cotechino.

Tutti questi squisiti legumi si possono trovare nel Mercato di Campagna Amica del Circo Massimo di Roma, ma non dimenticate di andare a vistare, di persona, la Tuscia viterbese. Ne vale la pena! Alloggiando in un agriturismo di Campagna Amica ne godrete le bellezze e vi renderete conto di quanto gli agricoltori custodi facciano per la conservazione dei prodotti e del paesaggio che li ospita.

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Feb 27 2022

putin ai raggi x 27 02 2022

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Le tante facce di Putin, ricordate da Pirondini su Blitz Quotidiano di Marco Benedetto. Flaminio Cozzaglio.

Putin ai raggi X, dieci aggettivi per conoscerlo meglio: è un pazzo pericoloso o un genio del male?

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 27 Febbraio 2022 8:14

Putin ai raggi X. Ma chi è veramente: un pazzo pericoloso o un genio del male?

Analisti e dintorni hanno cercato di capirlo. Ecco i punti che lo inquadrano meglio.

1) SPIETATO.  Pur di conseguire l’obiettivo che si è dato non guarda in faccia nessuno. Suo anche l’ordine di bombardare scuole ed asili. Tanto per cominciare.

2) IMBROGLIONE.Conosce bene la  “maskirovka”, ovvero il manuale dei trucchi e degli  inganni. Farsi credere folle fa parte del camuffamento. Meglio di Stalin e Krudcev, due maestri che sembravano irraggiungibili.

3) CORAGGIOSO Sa che non può vincere una guerra contro la NATO.  È un campione di judo, dunque conosce bene l’arte di usare la forza dell’aggressore per rivolgerla contro di lui.

4) CALCOLATORE. Arte affinata con il gioco degli scacchi. I maestri di solito preferiscono giocare con il nero lasciando la mossa di apertura all’avversario. Putin invece preferisce giocare con il bianco. Apre la partita, sfrutta la sorpresa e calcola molto bene la reazione. La Crimea l’ha presa così.

5) AMBIZIOSO. È entrato in Politica per passare alla storia. Ne uscirà quando avrà riparato il danno dello smembramento dell’URSS.

6)STRATEGA. È stato ufficiale del KGB, era il comandante della sede di Dresda. È diventato un esperto di strategie militari. Sa mettere in campo soluzioni accorte e astute. I suoi piani di azione non falliscono mai. Però c’è sempre una prima volta.

7) AZZARDOSO. Putin è incline a esporsi ai pericoli. E l’invasione della Ucraina è comunque un atto rischioso. Gli ucraini sono storicamente antirussi. Negli Anni ‘30 Stalin l’ha fatta grossa (eufemismo): ha sterminato per fame 4 milioni di ucraini e ne ha deportati 8 milioni. Ecco perché durante la Seconda guerra mondiale l’Ucraina  ha fornito interi reparti alla Wehrmacht nazista. Se passano alla guerriglia , queste terre potrebbero diventare un altro Afghanistan.

8) BUGIARDO . Tipico. Forse inevitabile, date le circostanze. Alle 05.51 di giovedì 24 ha detto:  “No, non è una occupazione “.  Tre ore dopo si correggeva: “È una operazione speciale “. E avanti con i carri, mezzi, truppe “a tenaglia”. Dalla Bielorussia, dalla Crimea, dalla direttrice che collega il confine russo alla città di Kharkov (la seconda città del Paese per popolazione). Una invasione premeditata, altroché.

9) VENDICATIVO.Essendo di animo suscettibile e astioso, è incline alla vendetta. Esempio? Agosto 2018. Muove la macchina militare russa contro la Georgia  (ex repubblica sovietica, metà sule montagne del Caucaso, metà sul Mar Nero), a sostegno – anche lì – dei governi separatisti in  Ossezia del Sud e Abkhazia, due province con grandi popolazione russofone. In realtà voleva punire la Georgia colpevole di aver flirtato con Usa e Alleanza Atlantica.

10) MINACCIOSO. Di più: inquietante, pericoloso. Ergo temibile perché intimidatorio. E perché solitamente fa quel che dice. Sta minacciando “conseguenze mai viste” per chi interferirà col suo piano. Cioè, decapitare il governo di Kiev. E insediare un governo fantoccio.

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