Dic 02 2021

i più eguali-duecentoquarantatre 92 12 2021

Published by at 7:49 pm under Pubblica Amm.ne

I PIU’ EGUALI – duecentoquarantatre

Dalle mie 70 cartelle sui processi Iori, senza editore, la ricostruzione ufficiale.

Francoforte 02 12 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com —Ma ecco la fine di ciò che abbiamo appena letto (la prova si forma in Aula, secondo il codice) nella motivazione della sentenza di primo grado:

“A proposito della pastiglie, deve rilevarsi (lo si è accennato in premesse) che in sede di sopralluogo eseguito il 21 luglio venne rinvenuta – una volta rimosso il corpo di Livia dal suo lettino – proprio una compressa di Xanax. Così, per la precisione, nel verbale di sopralluogo: sul lenzuolo, a circa 20 centimetri sotto il cuscino, si osserva una compressa di forma ovale, di colore azzurro con un intaglio nella parte centrale. Ad avviso della difesa tale pastiglia costituirebbe prova che Livia aveva effettivamente assunto, ricevute dalla madre, le pastiglie da 1mg di Xanax nella loro interezza poi provvedendo, per una, a vomitarla o sputarla. Ad avviso della Corte, se si tiene conto del contesto (compressa trovata lontano dai residui di vomito; mancanza di qualsiasi altra traccia, in corpo o sul letto, delle numerose altre pastiglie che avrebbe ingerito; compressa praticamente integra, come si vede dalla foto 88, anche in sede di ingrandimento dell’immagine) non solo non si ha affatto la prova di quel che la difesa vorrebbe sostenere, ma appare anzi assai più verosimile che -come sostenuto dall’accusa- sia stato l’imputato stesso a posizionare post mortem la

pastiglia blu nell’ambito della sua progettata attività simulatoria: posare, con guanti, una compressa blu sul lettino di Livia, mentre questa era morente o già morta, magari dopo aver toccato con la pastiglia stessa le labbra o la lingua della bambina (onde far risultare, come poi è risultato dagli accertamenti genetici, che sulla compressa vi era il Dna di Iori Livia) avrebbe dato un ulteriore “tocco” di realismo a tutta la scena del crimine, su cui già dominava l’effetto dei 10 blister vuoti, per non far nascere dubbio alcuno sulla realtà del suicidio/omicidio. Insomma, alla luce di tutte le risultanze sopra esposte e delle conclusioni dei consulenti tecnici, può concludersi sul punto che appare altamente probabile che né Livia né Claudia abbiano effettivamente ingerito le pastiglie da 1 mg di Xanax di cui ai 10 blister trovati sul tavolo. Il che vuol dire, per altro verso, che vi è la elevata probabilità che esse abbiano ingerito l’alzaprolam con altra modalità, in particolare in forma liquida.”

Un cenno, uno solo, alla lunghissima “scena” col teste Marchetti? Uno, beffardo: “compressa trovata lontana dai residui di vomito”; la bava, propriamente parlando, non è un vomito!

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