Nov 30 2021

giallo pantani 30 11 2021

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Enrico Pirondini entra oggi in ospedale, ma sta bene, pensa, e scrive su Blitz Quotidiano di Marco Benedetto. Flaminio Cozzaglio.

Giallo Pantani, aperta una terza inchiesta a 18 anni dalla morte: c’entra la camorra? Sarà la volta buona?

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 28 Novembre 2021 20:52

Giallo Pantani, al via la terza inchiesta sulla morte del ciclista romagnolo. Morte  avvolta nel dubbio e nei misteri mai chiariti in quasi 18 anni da quella notte maledetta.

A Rimini, nel residence Le Rose, il 14 febbraio 2004, il campione fu trovato senza vita, il volto tumefatto accanto ad una pallina bianca di cocaina. Omicidio o suicidio? Complotto orchestrato dalla criminalità o insostenibile dramma della solitudine?

La Procura di Rimini vuole vederci chiaro. Sollecitato da un nuovo dossier di 51 pagine inoltrato dalla irriducibile mamma Tonina, il pm Luca Bertucci ha riaperto la caccia alla verità.

Partendo dal pusher Fabio Miradossa, figura ritenuta centrale e controversa; cioè dallo spacciatore di Marco Pantani.

Nell’audizione alla commissione Antimafia (7 gennaio 2020) disse che “Marco non è morto per droga, è stato ucciso”. Ma perché?

Tutto è cominciato la mattina del 5 giugno 1999, a Madonna di Campiglio, tappa del Giro d’Italia che lo avrebbbe consacrato vincitore. Pantani è espulso dalla Corsa Rosa perché il valore dell’ematocrito nel sangue si è rivelato “oltre il consentito “.

Ne seguono un clamore mediatico in tutta Europa e la depressione del campione che si abbandona alla solitudine e alle droghe. È l’inizio di un calvario che gradualmente  lo spegne. Cinque anni di tormenti, di sofferenze, di appelli inascoltati. 

Una storia che arriva persino nella cella di Vallanzasca, il boss della Comasina, che rivela di essere stato invitato a scommettere “ sul pelatino che non finirà il Giro d’Italia “. Cosa puntualmente accaduta. C’era di mezzo la camorra? Pantani (1970-2004) è stato usato dalla criminalità?

Le prime due inchieste sono terminate con l’archiviazione. Il vincitore di Giro e Tour nello stesso anno  (doppietta italiana riuscita  solo a Fausto Coppi), lo scalatore puro più forte di tutti i temi – etichetta  condivisa tuttalpiù con Charly Gaul – non sarebbe stato ucciso. Gli psicofarmaci avrebbero avuto la meglio.  Parola dei giudici.  Caso chiuso.  Insomma per i tribunali l’ipotesi dell’omicidio resta una congettura. Ma mamma Tonina e i tifosi non si rassegnano. Non ci stanno.  I misteri sul “giallo Pantani “ sono ancora tanti. Ma è meglio non illudersi.

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