IN POCHE ORE
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Francoforte 29 09 2021
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—E’
finita l’azione delle motoseghe, questa è via Serio dopo il taglio
delle robinie. E da domani si parte in via Fulcheria
Chi
frequenta via Serio non può restare indifferente. La strada non è
più la stessa con il taglio delle 43 robinie. Guardate le fotografie
a scorrimento, alcune sono impressionanti. Certo alcune piante erano
malate, storte, con le radici sporgenti ma – come indicano alcuni
residenti mostrando la perfezione delle ceppaie – altre non erano per
niente precarie nè pericolose. “Non siamo botanici nè altro –
dice un signore che ha seguito da venerdì il taglio delle essenze
verdi con il groppo in gola – ma le conoscevamo bene, una a una. Ci
hanno accompagnato per 50 anni ed avrebbero continuato a farlo per i
pochi anni che mi restano. A chi giova questa eutanasia del verde?”.
“In primavera aprivamo le finestre per sentirne il profumo –
aggiunge una signora in vestaglia uscendo dal numero 43 della strada
– Facevano una specie di nuvola bianca, erano splendide. Ci
mancheranno”. Via Serio è triste e spoglia in questo modo.
Tagliare 46 piante vuol dire rivoluzionare una strada. Forse le
ceppaie andavano tolte contestualmente al taglio e la ripiantumazione
doveva essere effettuata in tempi brevi e con piante già robuste per
rendere meno traumatica la situazione.
E
domani tocca a via Fulcheria dove le piante da tagliare sono 36, sul
lato opposto del viale.
Intanto
una lettrice che tanto si è battuta contro il taglio, Paola
Tacchini,
ci ha inviato questo scritto:
La
Robinia
Ciao
a tutti, sono una Robinia e abito in via Fulcheria, nella zona vicina
al grande fiume Po di Cremona. Siamo tanti fratelli tutti ormai
adulti, ed è da tanti anni che viviamo qui. Il terreno è buono,
anche se abbiamo sopra le radici quella perenne crosta di sassolini e
catrame che gli uomini chiamano asfalto. Ma noi non ci lamentiamo più
di tanto. In mezzo a noi scorre una strada, dove passano
costantemente delle scatole di metallo con le ruote che fumano in
continuazione e che puzza, dicono si chiami carburante. Ai nostri
fianchi tante costruzioni di pietra e mattoni, alcune più carine di
altre. Poi ci sono gli esseri umani, alcuni sono simpatici e gentili
e quando ci guardano, hanno un sorriso di gratitudine che ci
fa
scorrere la linfa più veloce dall’emozione. Poi ce ne sono altri che
sono sempre di fretta, non alzano quasi mai la testa, e non riesco a
capire che cosa provino. Ma quelli che proprio non comprendo sono
quelli arrabbiati. Camminano con in mano una mattonellina luminosa
che toccano in continuazione e poi mi maledicono se si inciampano
nelle crepe del terreno. Brontolano quando le mie foglie cadono sulla
loro preziosa scatoletta metallica… e che sarà mai, mica la
ammaccano, io ho delle foglie molto leggere, tondeggianti di un bel
verde chiaro e poi le perdo solo una volta all’anno.
A
proposito delle mie foglie, finita la stagione fredda gemmano e poi
diventano di un bel verde brillante e sono talmente fitte che fanno
una bella ombra rinfrescante nelle afose estati padane. Io, come
tutti i miei fratelli, respiro anidride carbonica, e anche tante
schifezze che escono dai “trabicoli” umani e grazie alla
mia sintesi clorofilliana emetto ossigeno. Più sono sano e più
foglie ho, maggiormente riempio questa via di ossigeno. (La notte no,
però, mi riposo anche io quando fa buio).
Chi
di noi ha una parte del mio tronco rivolta a nord, nel tronco si
forma un perenne cappottino di un soffice muschio verde smeraldo che
personalmente trovo molto chic.
Sono
conosciuta anche come falsa Acacia (quella originale vive
prevalentemente in Africa) e dai miei fiori deriva un miele
dolcissimo.
Amo
molto gli animali, ospito uccellini dall’allegro cinguettio e adoro
veder nascere i loro pulcini. Sono affezionato anche alle cicale, che
col loro suono costante hanno un effetto rilassante, occasionalmente
faccio esercitare in arrampicata i gatti, soprattutto quando scappano
dai loro acerrimi nemici e tollero persino loro, i cagnolini, anche
se hanno quella continua voglia di battezzare le mie radici…
Insomma,
sarei proprio felice di questa mia vita se non fosse accaduta una
cosa tremenda.
Chi
comanda ha mandato un esperto di un’altra città decidendo che sono a
fine vita, che sono pericoloso, perché potrei cadere con il vento e
fare danni. Così chi governa la città ha deciso di chiedere la mia
eliminazione e con me anche i miei fratelli, non solo del viale dove
mi trovo io, ma anche di altri dei dintorni.
Mi
danno la colpa anche perché le mie radici rompono Il loro
rivestimento, ma scusate, anche ai vostri figli, quando gli crescono
i piedini gli cambiate le scarpe… con tutta la vostra intelligenza,
troverete pur il modo per rialzare un po’ e livellare il vostro
prezioso “marciapiede”… se i miei rami si allungano
troppo e li reputate instabili, potete tranquillamente potarli, se mi
alleggerite la chioma io vivo bene lo stesso… poi con sta
preoccupazione delle mie foglie che cadono, se non aveste fretta le
spazzerebbe via il vento e se invece vi danno tanto fastidio,
raccoglietele voi, che oltrettutto sono compostabili!!!
Adesso
vivo nell’angoscia. Che ne sarà di me? Verrò fatto a pezzettini e
bruciato in una centrale di biomasse? O venduto e fatto a fette per
diventare l’impiallacciatura di qualche mobile o armadio?
L’unica
mia speranza è che qualcuno di voi umani che ci tiene a me e ha
capito che faccio del bene e chiedo solo un po’ di spazio per
crescere, lotti per farmi vivere. Siete venuti a vedermi,
fotografarmi, state raccogliendo firme, scrivendo sui giornali e sui
social, sento che mi considerate un essere vivente come voi. Vorrei
abbracciarvi con i miei rami, ma non sono in grado di farlo
veramente, sono un po’ troppo legnosi e si spezzerebbero. Vorrei
regalarvi le mie lacrime di resina, ma ci metterebbero troppi secoli
per diventare preziosa ambra.
Comunque,
grazie per quello che state facendo… confido in voi che mi amate,
non posso andar via, perché gli alberi possono fare tantissime cose,
ma non possono scappare davanti a chi li vuole morti.
In
via Serio, le mie sorelle non ci sono più ?
Paola
Tacchini