Ago 05 2021
ganna alla guida 05 08 2021
Ha scritto tutta la vita, il Pirondini, oggi su Blitz Quotidiano, ma son convinto s’emozioni ancora il vecchietto, ha solo due anni meno di me! Flaminio Cozzaglio.
Olimpiadi, ciclismo inseguimento a squadre: Ganna guida i quattro moschettieri all’oro sul podio più alto di Tokyo
di
Enrico Pirondini
Pubblicato
il 4 Agosto 2021 19:05
Olimpiadi,
oro e record del mondo! SuperPippo Filippo
Ganna trascina
il quartetto azzurro
in una impresa pazzesca, con tempo mozzafiato: 3’42”032.
Demolita
la Danimarca che era favorita ed invece ha dovuto accontentarsi
dell’argento. Ci sono rimasti male. Bronzo all’Australia
che , nella finale per il terzo e quarto posto, ha battuto la Nuova
Zelanda. Quinto posto per il Canada. Seguono Germania, Gran Bretagna
e Svizzera. Giornata memorabile.
I progressi di questo gruppo negli ultimi anni è stato formidabile, impetuoso. In dodici anni hanno guadagnato 37” e 675 metri.
L’inseguimento a squadre si corre su 4 km pari a 16 giri. E al pari di Vialli-Mancini e della sbalorditiva coppia Tamberi-Jacobs – i loro abbraccci hanno commosso l’Italia – i ragazzi del quartetto hanno brillato con l’esplosione della loro felicità supportata da una amicizia solida, vera. E da un carattere magnificamente formato. Fanno rumore anche in silenzio. Anime forti temprate dalla sofferenza, dai sacrifici.
Li ricordiamo: Filippo Ganna, il gigante di Verbania. A Tokyo ha ritrovato lo smalto dei tempi migliori. Negli ultimi due chilometri mette il turbo e diventa devastante. Se dopo 25 anni l’Italia è tornata sul tetto del mondo con un record strepitoso ( velocità massima 71 km/h nel finale ) lo deve in larga misura a questo corazziere piemontese.
Gli altri tre “moschettieri“ sono altrettanto dei giganti : Francesco Lamon, Simone Consonni, Jonathan Milan. Veneziano il primo (primo anche a decollare), bergamasco il secondo; è lui che gestisce il ritmo del quartetto. Fa il direttore. E poi c’è il cucciolo della compagnia, friulano di Tolmezzi,20 anni, faccia birichina. Abilissimo a mantenere il ritmo.
Per vincere queste Olimpiadi servivano due prove disumane
A detta di tutti. Una per battere in semifinale la Nuova Zelanda, l’altra per demolire in finale la fortissima Danimarca. E sono puntualmente arrivate. Roba da cineteca. Quello che ha fatto Ganna negli ultimi tre giri per recuperare il gap sui danesi ha in effetti del disumano.
I danesi avevano fatto il record ai Mondiali di Berlino 2020. E alle Olimpiadi di Tokyo si sono presentati con lo stesso quartetto. Cioè Larsen, Hansen, Pedersen e Madsen. Un quartetto che ci lasciva un distacco di un secondo abbondante. Era così da un paio di anni.
La finale
sembra una roulette russa. La Danimarca parte spavalda ma i quattro
moschettieri azzurri. restano attaccati. A metà gara Ganna si sposta
per recuperare in vista della trenata finale. All’ultimo giro
siamo sotto di 1”033. Peccato. Allora prende il comando
Ganna-D’Artagnan. A 125 metri dalla linea d’arrivo inventa una
sparata a 73 km/h. Devastante. Gli altri pendolini azzurri sono con
lui. Rimonta riuscita per 8 decimi.
Oro in ghiaccio.
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