Archive for Luglio, 2021

Lug 30 2021

i più eguali-centoventiquattro 30 07 2021

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I PIU’ EGUALI – centoventiquattro

E adesso godiamoci il Dna, dalle mie 70 cartelle sui processi senza editore, mentre il ptigioniero il 14 ottobre festeggia i primi 10 anni in galera.

—Il Dna scagiona completamente Maurizio Iori; del resto l’aveva già intuito la Cassazione, quando a luglio 2012, alla domanda di libertà provvisoria, aveva “consigliato” al Tribunale del Riesame: perlomeno rimettetelo in libertà in attesa del processo; la stessa sezione che a dicembre 2015, senza che nulla fosse cambiato nella prova del Dna, mutava parere, confermando la condanna. Misteri della Giurisdizione: per il profano la legge è unica, l’esperto sa che è a disposizione del giudice del momento, come del resto i fatti.

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Lug 30 2021

cremonesità-settantuno 30 07 2021

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CREMONESITA’ – settantuno

Certo la Provincia fin che c’è si ficca in un ginepraio continuando a censurare Coldiretti e Campagna Amica, adesso gli tocca censurare la Fao e l’Onu e mezzo mondo, Usa compresi, invitati a Farmers Markets!

Mentre www.cremonasera.it ha il vento in poppa e le vele che non smettono un attimo di tendersi; da Andrea Fontana oggi è il turno dei vini di Bergamo:

—Venendo alle aziende, le cantine bergamasche più significative sono Pecis (San Paolo d’Argon), Biava (Scanzorosciate), Caminella (Cenate Sopra), Eligio Magri (Torre de’ Roveri), Le Corne (san Pantaleone), Medolago Albani (Trescore Balneario), Il Calepino (Castelli Calepio).

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Lug 30 2021

non sono l’unico 30 07 2021

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NON SONO L’UNICO

a criticare il salto triplo del consigliere Beppe Arena, se Roberto Poli, capogruppo Pd, si esprime in questo modo in www.cremonasera.it:

“riferendosi in particolare a Beppe Arena: “In ogni caso i cambi di casacca in corsa sono inoltre sempre sospetti di opportunismo politico. Soprattutto quando, come nel caso di un consigliere, si passa con disinvoltura nel giro di un paio di consigliature dalla candidatura nella lista che sosteneva il sindaco Corada di centrosinistra (Cremona nel cuore) alla destra di Fratelli d’Italia, passando per la Lega con la quale è stato eletto due anni fa”.

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Lug 30 2021

facile scrivere 30 07 2021

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FACILE SCRIVERE come Gilberto Bazoli di www.cremonasera.it, basta osservare gli uomini di buona volontà, ce ne sono tanti e lui regolarmente li scova, usare il personal solo per la stesura dell’articolo, e il gioco è fatto! Francoforte 30 07 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com —Pulisce le piazze, sistema i monumenti, ripara le panchine. Giuseppe Storti, pensionato: “Il paese è casa mia, me ne prendo cura” Il sindaco di Gerre de’ CaprioliMichel Marchi, lo ha ringraziato dicendo di lui: “Per fortuna le piccole comunità esprimono ancora persone così”. Persone come Giuseppe Storti, 74 anni, pensionato che nella sua vita ha fatto mille mestieri, dal cameriere sulle navi alla gestione di un autolavaggio, la sua ultima attività: senza chiedere niente in cambio, si occupa dell’arredo urbano pulendo piazze, sistemando monumenti, riparando panchine e molto altro. “Gerre, Cremona e le città in cui abitiamo, sono casa nostra, prendiamocene cura: è questo il messaggio che vorrei lanciare”. Storti, nato a Milano ma da tempo trasferitosi in provincia dopo aver girato il mondo, attivista 5 Stelle della prima ora, ha cominciato a fare quello che fa due anni e mezzo fa. “Avevo sentito parlare di Mirco, un giovane volontario che raccoglieva i rifiuti abbandonati per strada o in riva al Po. Mi sono messo in contatto con lui e l’ho affiancato recuperando da allora, ogni mese, l’immondizia gettata lungo la tangenziale. All’inizio c’era di tutto, riempivamo camion interi. Non scherzo. Un paio di volte abbiamo anche colto sul fatto i trasgressori, a uno di loro abbiamo portato la spazzatura davanti alla sua abitazione con la scritta: “Per favore, smettila”. Ci ha ascoltato. Non solo lui: ora, a parte bottiglie di birra e – incredibile ma vero – mascherine anti Covid, le cose sono decisamente migliorate e ce ne andiamo con uno o due sacchi. Segno che non servono la minaccia di multe e le telecamere. La questione è un’altra; se un posto è sporco lo si sporcherà ancora di più; se, invece, è pulito lo si lascerà pulito. La gente ha imparato la lezione”. Un’altra sua fonte di ispirazione è Retake Roma, un movimento spontaneo di cittadini che promuove la qualità e la vivibilità ‘adottando’ e occupandosi di quartieri o luoghi della capitale. “Realizzano interventi bellissimi”. Come quelli, su scala minore, che, lontano dai riflettori e in accordo con il Comune, realizza lui. Uno dei primi è stato dipingere i 6 grossi dissuasori, che in precedenza erano grigi cubi di cemento, sul piazzale del Mento. Tre mesi fa, è stata la volta dal monumento ai caduti della Prima Guerra mondiale, davanti al municipio di Gerre. “Era messo malissimo, ricoperto dall’erba. L’obiettivo era renderlo presentabile, Ho chiesto al sindaco il permesso di sostituire l’erba con sassolini bianchi. Venivo 3-4 ore il mattino: no, il pomeriggio no, perché faceva caldo. Ci ho impiegato una settimana”. Ora ‘coloro – come è inciso sula statua – che abbatterono la tirannide austroungarica sacrificando l’esistenza per la maggior grandezza della patria” possono essere ricordati in una cornice degna del loro gesto. Storti è un vulcano. Ha sistemato i giochi dei bambini nel parco pubblico e le due panchine in vicolo delle Robinie, un angolo in ombra dove la gente del posto si ritrova per godere di un po’ di fresco. “Erano inguardabili, tutte ricoperte di muschio. Una decina di giorni fa, le ho portate e casa e mi sono messo all’opera con vernice e pennello. Ho tempo libero, mi diverto a impiegarlo in questo modo”. Si è sbizzarrito: una panchina è colorata di bianco, azzurro, verde, giallo e rosa; l’altra con il bianco e nero della tastiera di un pianoforte. Il pensionato tuttofare ci ha preso gusto: il suo ultimo contributo è stato il rifacimento di altre tre panchine, quelle nei viali del centro sportivo. “In questo caso ho lavorato sul posto”. Lo muove un’idea: “La gente dovrebbe appassionarsi al proprio paese. I modi sono molteplici: chi fa cultura, chi volontariato e chi pulisce. Il tuo paese, la tua città dovrebbero essere come casa tua, dove ognuno fa la propria parte per tenerla in ordine”. Storti ha un rammarico. “E’ una lotta difficile da portare avanti. Sono in molti che mi dicono ‘bravo’ ma nessuno, sinora, che abbia detto ‘vengo a darti una mano’”. Ma, da solo o in compagnia, non si fermerà e continuerà ad essere una di quelle persone speciali “che per fortuna le piccole comunità ancora esprimono”.

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Lug 30 2021

il mercato degli agricoltori 30 07 2021

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NASCE LA PRIMA COALIZIONE MONDIALE DEI FARMERS MARKETS

Lanciata al mercato di Campagna Amica del Circo Massimo con la presenza del Vice Segretario Amina J. Mohammed dell’ONU

CLICCA E SCOPRI LA COALIZIONE MONDIALE DEI FARMERS MARKETS

Al via la prima Coalizione Mondiale dei Farmers Markets per rispondere alla richiesta di cibi sani e locali da parte dei consumatori e alla necessità di garantire gli approvvigionamenti alimentari in tutto il mondo dove la povertà alimentare cresce del 15% a causa dell’emergenza sanitaria. Lo rende noto la Coldiretti in occasione del mercato “glocal” promosso da Campagna Amica per l’avvio inaugurale del Pre-Summit dell’Onu, con la presenza del Vice Segretario Amina J. Mohammed, che stima in 2,37 miliardi le persone che non hanno avuto accesso a un’alimentazione sana nel 2020, in aumento di quasi 320 milioni in un anno. Si tratta di circa una persona su tre al mondo dove quasi l’80% di quanto viene consumato è il frutto del lavoro dell’agricoltura familiare che nel sud del pianeta è la più vulnerabile.

La vendita diretta nei mercati contadini sostiene i redditi degli agricoltori che sono tra le categorie più povere del pianeta e garantisce ai consumatori la possibilità di acquistare al giusto prezzo cibo sano riducendo gli sprechi e difendendo la biodiversità in un circuito etico virtuoso con una giusta distribuzione del valore dal campo alla tavola. Senza dimenticare l’impatto positivo sul clima con il consumo di prodotti a chilometri zero che non devono percorrere grandi distanze con mezzi inquinanti. A livello globale già un Paese su cinque (20%) può contare su sistemi di vendita diretta che possono trovare nella nuova “World Farmers Market Coalition” un punto di riferimento per crescere. Tra i promotori della Coalizione Mondiale dei Farmers Markets, insieme all’Italia ci sono Usa, Norvegia, Australia, Danimarca, Giappone, Canada, Cile, Ghana, Sud Africa, Georgia, Inghilterra e altri hanno già dichiarato il loro interesse ad aderire. Supportata dalla Fao, la coalizione è uno strumento per la diffusione dei mercati contadini nel mondo con particolare riguardo ai Paesi in via di sviluppo, accompagnando da una parte i governi verso l’adozione di un quadro normativo specifico e dall’altra assistendo le associazioni locali degli agricoltori nello sviluppo di reti come quella di Campagna Amica in Italia, della Farmers Market Coalition negli Stati Uniti o in Canada, con supporto a livello tecnico-legale, di comunicazione e di formazione per manager e agricoltori. I ritmi di crescita dei mercati contadini sono davvero importanti. Dall’analisi del Centro Studi Divulga si evince che le aziende agricole che svolgono attività di vendita diretta hanno visto più che duplicare, e in alcuni casi triplicare, il fatturato. Negli Stati Uniti negli ultimi 20 anni il numero dei farmers markets è passato dai 1.755 nel 1994 agli attuali 8.755, con un incremento di quasi il 400% e il fatturato che ha superato i 12 miliardi di dollari. Un successo che si accompagna ad una rapida diffusione in tutto il pianeta. Basti pensare ai ritmi di crescita registrati in alcuni Paesi europei, come quelli scandinavi. In Norvegia i tassi di sviluppo sono pari al 20% annuo dal 2003 ad oggi, mentre in Estremo Oriente, come in Giappone, lo sviluppo delle filiere corte ha consentito agli agricoltori di registrare margini di redditività più elevati rispetto alle filiere convenzionali.

E poi ci sono la Danimarca, il Regno Unito, dove i mercati contadini sono considerati complementari o alternativi ai sistemi di distribuzione alimentare tradizionali. Ma la realtà delle filiere corte inizia a prendere forma anche nei Paesi in via di sviluppo, come testimoniano diversi progetti che puntano proprio sulla riconnessione tra produttori e consumatori. In Ghana, partner del progetto di lancio della Coalizione mondiale dei Farmers Markets, sempre più agricoltori privilegiano strategie di vendita che puntano sul tradizionale rapporto diretto fra agricoltori e famiglie ma con uno sguardo rivolto al futuro.

L’affermazione dei mercati degli agricoltori nelle metropoli ha consentito di ridurre la distanza tra produttore e consumatore rafforzando il legame tra aree rurali e aree urbane con un importante patrimonio di biodiversità che dalle campagne si trasferisce in città. Anche nei pesanti tempi dell’emergenza sanitaria i mercati contadini hanno offerto un contributo fondamentale, garantendo alla popolazione cibo sicuro e approvvigionamenti costanti nonostante le difficoltà legate alla pandemia riuscendo anche a rendere più trasparente per il consumatore il prodotto acquistato, tutelando la biodiversità, le specificità locali e valorizzando la custodia dei territori.

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Lug 30 2021

il colpo in canna 30 07 2021

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IL COLPO IN CANNA

contro il processo mediatico: chi ha vinto? il morto; sul Dubbio.

—«Sempre più spesso viene inserita una sorta di lettera D all’articolo 274 del codice di procedura penale: tra le esigenze cautelari viene inserito anche il clamore mediatico. È accaduto in questo caso, ma accade troppo spesso anche in altre situazioni». A parlare è Gabriele Pipicelli, presidente della Camera penale di Verbania e difensore di Massimo Adriatici, assessore alla sicurezza del Comune di Voghera ai domiciliari per eccesso colposo di legittima difesa, avendo sparato e ucciso il trentanovenne Youns El Boussettaui.
Avvocato, perché Adriatici girava con una pistola col colpo in canna?
-Con la sua pistola – una Beretta modello 21, calibro 22 – il colpo si può tenere in canna o non in canna. Se voglio avere un’arma da utilizzare in modo efficace per difendermi, nel caso in cui io non abbia il colpo in canna devo usare le due mani per scarrellare, far entrare il colpo e poi poterla usare, altrimenti non sparerà mai. Adriatici ha avuto un addestramento in polizia e sa che quando si ha a disposizione un’arma bisogna decidere come usarla, per evitare situazioni in cui andare sotto stress e in confusione. Se decido di avere una pistola col colpo in canna è per non avere il problema di dover pensare a come usarla. Ed è un porto dell’arma legittimo. Da nessuna parte sta scritto che non si possa viaggiare con l’arma col colpo in canna. Adriatici aveva un porto d’armi, rilasciato dalla prefettura dopo una verifica di idoneità. Ma ci deve essere anche un valido motivo per averlo, ovvero la sussistenza di un pericolo alla persona che viene valutato non sulla base di mere dichiarazioni, ma sulla base di un’istruttoria che di anno in anno viene rivalutata.

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Lug 30 2021

pirondini ha scritto bene 30 07 2021

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PIRONDINI HA SCRITTO BENE

pochi giorni fa su Blitz Quotidiano di Marco Benedetto; dal Corriere.

—Davide Cassani paga in prima persona — e prima ancora che le Olimpiadi finiscano — i risultati del ciclismo azzurro ai Giochi di Tokyo. Cassani tornerà venerdì in Italia dal Giappone senza poter assistere alle prove su pista (come invece aveva fatto a Rio nel 2016) con una motivazione ufficiale fragilissima: mancanza di pass disponibili per colui che è il direttore delle squadre nazionali e il c.t. dei professionisti. Un ritorno in patria che anticipa la grande novità: Cassani non verrà confermato nel suo ruolo.

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Lug 30 2021

sconto abbonamento 30 07 2021

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SCONTO ABBONAMENTO

A Federico Centenari di www.cremonasera.it sfugge nulla del Comune, mentre i lettori crescono e l’opposizione vivacchia……

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—Grandi povertà, quattordicesima consulenza di fila al dott. Lazzari. Ma l’oggetto è quasi identico a quello di un altro incarico in corso

Sale a quota 14 il numero delle consulenze esterne affidate tutte di fila dal Comune di Cremona al dottor Francesco Lazzari. Nei mesi scorsi aveva fatto molto discutere la notizia delle tredici consulenze affidate a Lazzari per progetti che gravitano nell’orbita della marginalità e dell’inclusione sociale per un totale di circa 63mila euro (qui l’articolo).

Oggi spunta il quattordicesimo incarico affidato a Lazzari (già presidente della Cooperativa sociale Cosper, nata dalla fusione tra Iride, La Ginestra e Prontocura per garantire servizi in campo educativo e assistenziale) con determina dirigenziale del 23 luglio. Il settore è sempre quello: Politiche Sociali, direttore Eugenia Grossi. L’oggetto della nuova determina è il seguente: “Progetto lotta alla grande povertà, all’impoverimento e ai soggetti senza fissa dimora: incarico di project manager al dott. Francesco Lazzari per il periodo 27 luglio-31 dicembre 2021 per l’attività di pianificazione, organizzazione, monitoraggio e controllo delle finalità e azioni previste dal Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale”.

Il compenso per cinque mesi di collaborazione è di 11.781,75 euro. Ma quello che stupisce di questa ennesima consulenza esterna è il fatto che l’oggetto sembra sovrapporsi a quello di un’altra consulenza affidata sempre dalle Politiche Sociali qualche mese fa. Con determina del 12 maggio (sempre a firma del direttore Grossi) il Comune ha infatti affidato un incarico esterno alla dottoressa Viviana Tacchinardi per un importo di 21.600 euro. L’oggetto di quella consulenza? Attività di project assistant “con particolare riferimento al contrasto della povertà”.

E non è tutto, perché il 15 aprile un’altra consulenza con oggetto molto simile è stata conferita ancora una volta dalle Politiche Sociali. La determinazione è datata 15 aprile 2021 e l’oggetto recita: “Affidamento di incarico professionale alla dott.ssa Cristiana Paladini per l’attività di pianificazione, organizzazione, monitoraggio e controllo delle finalità e azioni di progetto, con particolare attenzione all’area della grande povertà, dell’impoverimento e dei soggetti senza fissa dimora. Periodo 16 aprile – 30 giugno 2021”. Importo complessivo per la consulenza (oggi terminata), 11.500 euro.

Tirando le somme, per studiare e contrastare (sic) le “grandi povertà”, “l’esclusione sociale”, “l’impoverimento” e i “soggetti senza fissa dimora” il Comune, solo in questi primi sei mesi dell’anno ha già affidato tre consulenze esterne. La prima è terminata il 30 giugno, mentre le altre due proseguono in parallelo fino al 31 dicembre. Nel complesso, per queste tre consulenze che ruotano tutte attorno allo stesso tema l’amministrazione spende 44.881,75 euro. Insomma, quasi 45 mila euro per studiare le grandi povertà. 

Tenendo conto del record di incarichi affidati al dottor Lazzari e delle altre consulenze esterne affidate negli ultimi mesi solo dal settore Politiche Sociali su queste tematiche, l’importo complessivo supera abbondantemente i 120 mila euro.

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Lug 30 2021

correggere michelangelo 30 07 2021

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CORREGGERE MICHELANGELO Il sito è di sua proprietà, l’amico Renato Crotti giornalista e comunicatore, ma la Rondanini era di Michelangelo, che rispetto a lui è un filo più noto…. Francoforte 30 07 2021 www.flaminoìiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

—QUANDO LA PIETÁ “RONDININI” DI MICHELANGELO VENNE TRASFERITA NEL CREMASCO PER PROTEGGERLA DA BOMBE E REQUISIZIONI

Tutti conoscono la “Pietà Rondanini” di Michelangelo Buonarroti, oggi esposta nei musei del Castello Sforzesco di Milano. Pochi sanno, invece, che la splendida scultura incompiuta del genio del Rinascimento italiano restò per molti anni a Vaiano Cremasco. Documenti storici e testimonianze diretto lo confermano. Tra questi, il professor Cristiano Giometti (Università degli Studi di Firenze) e la professoressa Loredana Lorizzo (Università degli Studi di Salerno) autori del volume “Per diletto e per profitto. I Rondinini. Le arti e l’Europa”, (Officina libraria, Milano 2019).

La celebre scultura per alcuni decenni è, infatti, appartenuta alla nobile famiglia cremasca dei Vimercati Sanseverino, con palazzo avito in quel di Vaiano CremascoRoberto Vimercati Sanseverino nel 1904 acquistò il palazzo in via del Corso a Roma in cui era conservata la scultura. Nel 1952, la vendettero al Comune di Milano. Durante i quarant’anni in cui rimase di loro proprietà, non restò solo a Roma.

Il nome comunemente in uso di “Pietà Rondanini” (con la ‘a’) è frutto di un errore di trascrizione. Il nome corretto è Rondinini (con la ‘i’), dal nome della nobile famiglia.

La Pietà Rondanini è un’opera marmorea (h. 195 cm) di Michelangelo Buonarroti, scolpita nel 1552-1553 (prima versione) e rilavorata dal 1555 circa al 1564. Si tratta dell’ultima opera dell’autore che, secondo le fonti, vi lavorò fino a pochi giorni prima di morire. Personalità tanto geniale quanto irrequieta, il suo nome è legato ad alcune delle più maestose opere dell’arte occidentale, fra cui si annoverano il David, il Mosè, la Pietà del Vaticano, la Cupola di San Pietro e il ciclo di affreschi nella Cappella Sistina, tutti considerati traguardi eccezionali dell’ingegno creativo.

Negli ultimi anni della sua vita Michelangelo si era dedicato alla scultura solo occasionalmente e per scopi quasi esclusivamente personali. In particolare, stando a quanto riportano i suoi biografi Condivi e Vasari, era desiderio dell’artista completare una Pietà da collocare sulla sua sepoltura, che in un primo momento venne pensata in Santa Maria Maggiore a Roma e, forse, in seguito ripensata a Firenze.

L’artista provò a scolpire, verso il 1550, una Pietà detta “Bandini” che si ruppe per un’imperfezione del marmo quando era in uno stadio già avanzato, provocando la sua ira, tanto che cercò di distruggerla a martellate, lasciandola poi abbandonata.

L’avvio di una nuova Pietà viene fatto risalire agli anni immediatamente successivi, verso il 1552-1553, quando l’artista scolpì un gruppo che probabilmente comprendeva la sola vergine Maria che sostiene, da dietro, il figlio reggendolo da sotto le ascelle.  

Tempo dopo, dal 1554 circa, Michelangelo elaborò infatti una nuova versione, rimettendo in discussione l’intera statua: dal corpo di Maria ricavò una nuova figura di Cristo (della figura precedente mantenne solo le gambe piegate), mentre dalla spalla sinistra e dal petto del vecchio corpo di Cristo trovò lo spazio per ricavare un nuovo corpo per Maria.

A questa Pietà lavorò fino a pochi giorni prima di morire. L’opera venne infatti rinvenuta nello studio di Michelangelo dopo la sua morte e inventariata così: “Statua principiata per un Cristo et un’altra figura di sopra, attaccate insieme, sbozzate e non finite“.

Ma come arriva tale opera nelle disponibilità dei Vimercati sanseverino di Vaiano Cremasco?

Nel 1652 l’opera si trovava in una bottega romana, dove venne vista da Gian Domenico Ottonelli e da Pietro da Cortona. Nel 1744 fu acquistata dai marchesi Rondanini (Rondinini), da cui il nome attuale, che la collocarono in una nicchia della biblioteca di palazzo Rondanini a Roma in via del Corso.

Il palazzo nel 1904 fu acquistato dal conte Roberto Vimercati-Sanseverino e l’opera, rimasta nell’edificio (l’allora Ministero della pubblica istruzione rinunciò per iscritto al diritto di prelazione), fu collocata su una base costituita da un’ara funeraria romana di epoca traianea, raffigurante i coniugi Marco Antonio e Giulia Filumena Asclepiade, sopra la quale è rimasta fino al 2015.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, Roma fu martoriata dai bombardamenti. Fu proprio in questi anni, per salvare la scultura di Michelangelo dalla distruzione, che il conte Roberto Vimercati Sanseverino decise, in gran segreto, di trasferire la Pietà da Roma a Vaiano Cremasco, nel palazzo di famiglia, dove sarebbe stata teoricamente al riparo dai bombardamenti. Oltre alla distruzione pare che il nobile cremasco temesse anche che l’opera venisse requisita dai nazisti nel momento in cui da alleati divennero avversari. Nemmeno i gerarchi locali erano a conoscenza del trasferimento dell’opera. La villa si trova in località “Vaianello“. Si trattava anticamente di un fortilizio della nobile famiglia Benzoni, costruito forse intorno alla fine del ‘500 o nella prima metà del Seicento. Poi passò alla famiglia Vimercati Sanseverino.

Sullo spostamento, ovviamente. non vi sono conferme ufficiali o documenti in tal senso pubblicamente consultabili. L’ipotesi, comunque, a detta di molti parrebbe plausibile ed è confermata da quanto si narra nel paese Cremasco.

Lo confermerebbe anche il fatto che quando il clima tornò tranquillo, a guerra terminata e proclamazione delle Repubblica avvenuta, la Pietà fu spostata dagli eredi Vimercati in una villa romana di loro proprietà, dove era possibile visitarla. La preziosa statua fu altresì oggetto di una lunga controversia e contesa giudiziaria tra gli eredi Sanseverino.

? a questo punto che entra in gioco la figura di Fernanda Wittgens (Milano, 3 aprile 1903 – Milano, 12 luglio 1957), la prima donna nominata direttrice della Pinacoteca di Brera.

Dopo aver lavorato come insegnante di Storia dell’arte presso il Liceo Parini e il Regio Liceo Ginnasio “Alessandro Manzoni”, nel 1928 Mario Salmi, ispettore della Pinacoteca di Brera, la presentò a Ettore Modigliani, direttore della Pinacoteca e soprintendente alle Gallerie della Lombardia. La soprannominerà “la piccola allodola“.

Nel 1935 Modigliani venne allontanato dall’amministrazione braidense per antifascismo. In seguito, essendo ebreo, una volta entrate in vigore le leggi razziali del 1938 subì la revoca di ogni incarico, venne inviato al confino e patì le persecuzioni. In questo periodo, Fernanda continuò la sua opera informando costantemente Modigliani.

Viene ricordata per la sua opera di messa in salvo dai bombardamenti e dalle razzie naziste di tutte le opere di Brera, del Museo Poldi Pezzoli e della Quadreria dell’Ospedale Maggiore. È grazie alla sua determinazione che nel 1952 il Comune di Milano acquistò, pare per 130 milioni, la preziosa statua di Michelangelo, nota come Pietà Rondanini, contesa da Roma, Firenze e gli Stati Uniti.

Nel 2004 è stato portato a termine un minuzioso intervento conservativo, destinato alla rimozione delle diverse sostanze (vernici, stucchi, malte) che avevano macchiato la pietra dalla patina giallo-bruna che rivestiva sia il piedistallo sia l’opera.

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Lug 30 2021

la procura indaga 30 07 2021

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Uno non è neanche libero di por fine alla sua vita, travolta da un’esposizione mediatica vissuta come un calvario, scrive Pirondini su Blitz Quotidiano di Marco Benedetto, senza che la Procura apra un fascicolo! Flaminio Cozzaglio.

De Donno. La Procura indaga sospettando una “istigazione al suicidio “. Sequestrati il computer e il cellulare del medico simbolo della lotta al Covid


di Enrico Pirondini
Pubblicato il 29 Luglio 2021 20:25

Novità sul caso De Donno il medico simbolo della lotta al Covid che si è tolto la vita martedì pomeriggio, nella sua casa di Curtatone, comune alle porte di Mantova. Travolto – è opinione diffusa – dal logorio della pandemia ( troppe critiche, troppi attacchi, troppa diffidenza sullo studioso e sull’ uomo) ed una esposizione mediatica vissuta come un calvario.

De Donno ed il plasma iperimmune contro il Covid

Lui uomo riservato, mite, a disagio sotto i riflettori; medico d’altri tempi. Una parola per tutti i suoi pazienti che lo adoravano. Nei giorni bui e drammatici del Coronavirus, quando il vaccino era una chimera, un sogno vano, era ricorso al plasma iperimmune. Almeno per i casi non gravissimi. Una “trovata” geniale, sicura, veloce. E poco costosa.

Lo chiamavano ospedali italiani e stranieri. Il Perù, ad esempio, gli chiedeva lumi mobilitando l’esercito ( la Sanità peruviana è di competenza dei militari). Bruno Vespa lo ha voluto ospite in diretta, Giletti lo ha ripetutamente invitato ( ma De Donno ha sempre rifiutato).

Una Commissione della Camera lo ha invitato a Roma per capire la sua cura. Il presidente Mattarella ha telefonato al Prefetto di Mantova offrendo il suo personale disco verde a beneficio di una mamma disperata.

E adesso ?

1) La Procura di Mantova vuol vederci chiaro.E ha aperto una indagine “ per istigazione al suicidio”.

2) I Carabinieri del nucleo investigativo hanno sequestrato il computer e il cellulare del dottor De Donno.

3) La salma di De Donno resta nella sala mortuaria dell’ospedale Carlo Poma a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Nel frattempo parlano i colleghi del primario ( al Poma fino al 5 luglio e poi clamorosamente dimessosi, dopo 27 anni, per andare a fare il medico di base nella sua Curtatone ).

Hanno escluso qualsivoglia ipotesi di complotto. Ed hanno ribadito “ che Giuseppe ha fatto scelte coraggiose. Ha dato tanto e ricevuto poco. Nessuno si aspettava una cosa del genere. È stato un fulmine a ciel sereno “. il quotidiano cittadino spara a tutta pagina un titolo su sei colonne:” Cronaca di una morte annunciata”.

La sua equipe di pneumologia gli ha tributato un omaggio significativo. Tra l’altro si legge :” Lo vogliamo ricordare per la sua completa abnegazione sia da medico prima che da primario poi. Con una attenzione quasi spasmodica alle necessità e al benessere dei pazienti non solo da un punto di vista clinico ma soprattutto umano. Li faceva sentire in qualche modo parte di una famiglia allargata . Lo vogliamo ricordare con il suo sorriso, le sue battute, il suo entusiasmo nello studio dei casi e nel trovare le risposte a tanti dubbi”.

Espliciti i ribelli del green pass:” De Donno è un eroe”. I manifestanti di piazza Fontana a Milano hanno assicurato che parteciperanno in massa ai funerali che sì terranno a Curtatone non appena la Procura lo consentirà . Le sue ultime parole sono state: ”Scendo a studiare”. Invece lo aspettavano una corda e il demone che si era infiltrato nella sua mente. Non ha lasciato alcun biglietto.

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