Archive for Maggio, 2021

Mag 30 2021

i più eguali-sessantatre 30 05 2021

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I PIU’ EGUALI – sessantatre

Pastiglie o gocce? risposta che le mie 70 cartelle sui processi Iori senza editore non riesce a dare; a nome dei giudici, sia chiaro…..

—Ma andiamo avanti, c’è da divertirsi, in nome del popolo italiano, con la Corte che scrive: come sarebbe riuscita, la madre, a far ingerire decine di pastiglie alla figlia di due anni, senza che siano stati rinvenuti bicchieri o biberon in camera da letto?

In genere, mi tocca far notare anche questo, i bicchieri si tengono in cucina, e comunque non è difficile trasportarli lì, ma quando è debole l’essenziale, per non dire inesistente, si deve usare ciò che si trova. Se poi è un problema per la madre convivente dar le pastiglie alla bimba, figuriamoci per il padre che la vede tre volte al mese! Quindi, procede la Corte, si “supera il problema” decidendo che le pastiglie in realtà erano gocce, e si supera il problema di come sia stato impossibile a Iori darlo in pastiglie, lo Xanax: tremendo lapsus freudiano! Che sia meno difficile rifilar di nascosto un liquido invece di un solido, è pacifico, ma sul tavolo c’erano i contenitori delle pastiglie, ma l’autopsia non è riuscita a stabilire in che forma lo Xanax sia entrato nel corpo di Claudia e Livia, ma solo un assassino folle dà le gocce, porta via i flaconcini e lascia i blister!
“Permette di superare il problema”; superare il problema del giudice che voglia condannare, convinto astrattamente l’imputato sia colpevole, non certo il problema di spiegare il fatto! Poi 100ml sono un bel bicchiere, e per quanto aromatizzato, provare per credere, o anche solo fidarsi di internet, se non è un sapore da vomito, si distingue bene; vero che lo si può mischiare, il 100ml, al succo di pompelmo, il gusto più vicino, ma servono litri per nasconderlo, il sapore da vomito, dettaglio che la Corte, come i colleghi d’Appello, e la Cassazione, nella pienezza dei suoi poteri e in nome del popolo italiano, dimentica di aggiungere.

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Mag 30 2021

cremonesità-dieci 30 05 2021

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CREMONESITA’ – dieci

Marco Degli Angeli, consigliere regionale 5 Stelle, scrive e www.cremonasera.it riporta, una lettera ai sindaci:

—Ma in concreto cosa possono fare i sindaci del cremonese per arginare o quantomeno vigilare contro abusi ambientali di questa natura? Degli Angeli lo spiega nella sua lettera ai primi cittadini: “I Sindaci, quali garanti della tutela della salute dei cittadini, possono intervenire sui propri regolamenti prendendo ispirazione da quanto già fatto da altri comuni Mantovani e Bresciani negli scorsi anni. Il primo Comune ad adottare il regolamento restrittivo per i GESSI da defecazione è stato Rodigo (MN), nel 2012. In seguito, il Comitato “Tutela dei suoli agricoli lombardi”, ha rielaborato e aggiornato tale regolamento ottenendo pareri favorevoli da ATS e ARPA, e facendolo adottare ai comuni di Mariana Mantovana, Asola, Guidizzolo, Curtaone, Castel Goffredo e Suzzara, per citarne qualcuno”.

“I regolamenti – ricorda l’esponente dei 5 Stelle – prevedono (con le opportune specificità che variano da comune a comune) che ci siano almeno 500 metri di distanza per gli spandimenti dai centri abitati e 200 dalle case sparse, indagini pedoagronomica dei suoli pre e post periodo di spandimento, tracciatura di tutti i fertilizzanti di tipo B (gessi di defecazione compresi), divieto di spandimento la domenica e quando sono chiusi gli uffici ai quali i cittadini possono fare segnalazione di mancato rispetto”. Conclude Degli Angeli nella sua missiva ai sindaci: “Credo che in attesa di una dovuta revisione nazionale e regionale, sia quanto mai opportuno far partire dal basso una iniziativa di coinvolgimento territoriale ed arrivare a deliberare in ogni consiglio comunale della nostra provincia, regolamenti atti a preservare salute e garantire l’incolumità dei cittadini, e del nostro patrimonio agricolo e ambientale”— I sindaci, garanti della salute dei cittadini, sarebbero responsabili se non la tutelano davvero: dal dire al riuscire c’è di mezzo il mare, caro Degli Angeli….

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Mag 30 2021

il covid non fa più danni 30 05 2021

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IL COVID NON FA PIU’ DANNI

Ieri solo 44 lutti.

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Mag 30 2021

amo i gatti, 30 05 2021

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AMO I GATTI, ma scrivere un articolo simile riesce solo alla Provincia fin che c’è!

—PIADENA DRIZZONA Gattino intrappolato, i vigili del fuoco lo salvano Si è trattato di un intervento complesso, che ha permesso ai volontari di affidarlo nelle mani della signora che ha richiesto aiuto

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Mag 30 2021

mi asterrei dal commento, 30 05 2021

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MI ASTERREI DAL COMMENTO,

il titolo spiega in abbondanza, ma leggere Antonio Grassi diverte assai, quindi dico la mia: Antonio non ha digerito i malinformati e li sculaccia di nuovo alla Zero von Bismark, con paroline dolci che meglio non è possibile! da www.cremonasera.it

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In arrivo altre elezioni tra partiti, fronde, bugie e sgambetti

Nel Cremonese, AzzanelloSesto ed unitiPieve San GiacomoPizzighettone.

Nel Cremasco, Rivolta d’AddaSpino d’AddaPalazzo PignanoCampagnolaCremosanoIzanoPianengo.  Nel Casalasco, San Giovanni in Croce e San Martino del Lago. Sessanta giorni dopo, sindaci e consiglieri comunali voteranno il rinnovo del consiglio provinciale con il meccanismo del voto ponderato introdotto dalla nefasta legge Delrio.  Meccanismo che conteggia il voto di un sindaco o di un consigliere di un comune fino a 3 mila abitanti pari a 34, che si alza a 80, per quelli che arrivano a 5 mila. Raddoppia a 160 nella fascia fino ai 10 mila e aumenta a 250 per l’intervallo successivo che si ferma ai 3o mila. Oltre i 30 mila (Cremona e Crema), si tocca la vetta di 494.  La somma degli undici voti del consiglio comunale – sindaco compreso – di un comune di 3 mila abitanti pesa 374, un nulla se confrontata con il 494 di un singolo voto di un consigliere di Cremona o Crema.  In altre parole, nell’elezione per il consiglio provinciale il voto di un consigliere di Crema e Cremona vale 120 volte in più dell’intero consiglio comunale di Ostiano, San Bassano, Pianengo e dei rimanenti esponenti degli hobbit. Se si considera che Cremona e Crema schierano rispettivamente 32 e 24 consiglieri, non è necessario essere dei geni della matematica per dedurre che le due corazzate e i partiti che li sponsorizzano decidono e impongono la composizione dell’assise provinciale. La situazione si avvicina alla presa per il culo dei piccoli e medi comuni, ma sarebbe ingiusto accusare i beneficiari di questa oggettiva porcheria, partorita da una legge che quasi tutti dichiarano iniqua, ma che nessuno modifica. Il perverso meccanismo potrebbe essere reso meno efficace se i piccoli navigli delle liste civiche reali – non le foglie di fico che coprono il simbolo del partito di appartenenza – si coalizzassero ed esprimessero una posizione autonoma e non appiattita agli accordi presi dal ristretto numero dei Capataz provinciali. «Se provi a aprire la finestra Capataz e coi tuoi occhi guardi fuori, quante persone, che non contano e invece contano e si stanno contando già, stanno soltanto aspettando un segno, Capataz».  Bravo De Gregori e pazienza se il brano non è tra i più conosciuti. Ma non è tutto. Sullo scacchiere provinciale è presente un altro elemento che, a tutt’oggi, ha giocato un ruolo significativo in alcune scelte politiche del territorio. Si tratta della fronda praticata da alcuni sindaci del centrodestra nei confronti dei vertici locali di Forza Italia. Il gruppo, che ha radici cremasche, ma si è allargato anche ad altre zone del territorio provinciale, si è organizzato e si muove in maniera autonoma dal partito di riferimento. Nella Repubblica del Tortello i frondisti sono conosciuti come i quattro del centrodestra alleati con il Pd, accordo che ha permesso a Mirko Signoroni (uno di loro) di diventare presidente della Provincia. Nulla di segreto, tutto alla luce del sole e questo è un merito. Combattenti agguerriti e determinati hanno dimostrato idee chiare e strategia impeccabile, doti che hanno loro permesso di pipparsi anche un consigliere di amministrazione di Padania Acque a discapito del centrosinistra, uscito dalla vicenda con le ossa rotte. Entrerà nella storia delle pagine nere della politica locale il «non informato» sulla nomina del consiglio di amministrazione della società, dichiarato pubblicamente e verbalizzato dai sindaci di Cremona e Crema e dagli altri soci di centrosinistra durante la prima assemblea sulla questione. Ma altrettanto umiliante si è rivelata la successiva pantomima del rinvio di cinque giorni della nomina. Un time out richiesto dal centrosinistra per recuperare il tempo perduto e ritornare in assemblea informatissimi e cazzuti.  Tanto informati e cazzuti che hanno rimediato una sconfitta che rasenta il cappotto. Al contrario, è stato un trionfo per i frondisti del centrodestra che hanno preteso e ottenuto dal centrosinistra uno dei due consiglieri in quota all’alleato. L’umiliazione è stata evitata da Crema. Furiosa come un’erinni nei confronti dei compagni cremonesi del Pd, Stefania Bonaldi ha bigiato la seconda assemblea. Ancora una volta la sindaca per eccellenza ha dimostrato di possedere un’autonomia nelle scelte che pochi politici e amministratori di casa nostra posseggono. Si può dissentire su alcuni suoi comportamenti e scelte, ma merita rispetto per il coraggio nel sostenere e manifestare il proprio dissenso anche verso i propri compagni di partito. Voci – confermate da fonti autorevoli all’interno del Pd – sostengono che alcuni esponenti cremonesi del partito difendono a spada tratta quanto è accaduto con Padania Acque. Tra costoro Vittore Soldo, il segretario  del partito che il 25 maggio si è esibito in una sviolinata sull’accaduto. In casa Pd affermano che non c’è stata nessuna figura di merda.  Pubblicizzano che si è trattato di un ottimo accordo i cui risultati saranno visibili in futuro e che Otto von Bismark non avrebbe fatto di meglio, tesi azzardata e presuntuosa per chi è Zero von Bismark. Spifferi sempre di matrice Pd raccontano che per ringraziare del consigliere di amministrazione avuto in regalo i frondisti presenteranno delle liste di disturbo al centrodestra alle prossime elezioni amministrative autunnali, comprese quelle di Crema in programma fra un anno. Si vedrà. Intanto i frondisti hanno incassato un risultato certo, mentre il centrosinistra ha collezionato una colossale batosta. In politica un anno è un’eternità. Tante cose possono cambiare e non sempre gli accordi tra partiti sono ligi al rispetto dei patti. In politica spesso ci si trova con due interlocutori contrapposti che cercano un accordo.  Non è raro che uno tenga l’altro per quei gingilli anatomici esageratamente cari ai maschi e chieda una congrua contropartita per togliere la presa, compresa quella di ottenere in cambio il lato B del malcapitato con i gioielli nella morsa. Si ha l’impressione che qualcosa di simile sia accaduto nella trattativa tra centrosinistra e frondisti. Stabilire i ruoli è difficile. Ognuno può sbizzarrirsi nelle ipotesi che ritiene più plausibili.

Philip Marlowe è un investigatore privato dell’hard-boiled school, uscito dalla penna di Raymond Chandler e approdato al cinema con il volto di numerosi attori tra i quali Humphrey Bogart, Robert Mitchum ed Elliott Gould.  Dalle storie di Chandler e dal suo investigatore privato c’è molto da imparare. Frasi fulminanti. Dialoghi cinici. Osservazioni impietose.  «Credete di essere furbo, ma siete soltanto stupido»  è  una delle tante.

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Mag 30 2021

spiccioli 30 05 2021

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SPICCIOLI che si trovano facilmente, in attesa decida Cabini, scrive www.cremonasera.it…… —Primo riscontro ufficiale alla proposta dei socialisti per dare vita a un “terzo polo” in vista delle elezioni amministrative a Crema (primavera 2022). All’appello delle componenti socialiste coordinate da Virginio Venturelli risponde positivamente Italia Viva di Crema, portando così l’alternativa politica a centrodestra e centrosinistra ad acquisire ulteriore concretezza in vista della scadenza elettorale. “Italia Viva – fa sapere il partito in una nota stampa inviata oggi, 30 maggio –, riferimento politico riformista contro ogni giustizialismo, populismo e sovranismo – partito nuovo nel panorama nazionale e locale – considera un dovere nei confronti dei propri cittadini presentarsi con le proprie idee e propri candidati alle elezioni amministrative che si terranno a Crema nella primavera 2022”.

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Mag 30 2021

calcio lenin mussolini 30 05 2021

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Due articoli su Blitz Quotidiano di Pirondini, calcio e roba più seria, stile simile, Enrico pare sorridere di tutto….. Flaminio Cozzaglio.

Calcio nella morsa dei fondi americani e dei procuratori troppo esosi, Gravina vuole il decalage

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 30 Maggio 2021 7:57

Il calcio è ringalluzzito. Si è fatto baldanzoso. Ha dimenticato (forse, non tutti per fortuna) i guai e le perdite globali causa Covid – biglietti, sponsor e commerciale, diritti tivù. E sembra aver ritrovato il suo antico passo da cicala.

La crisi di liquidità causata dalla pandemia ha accelerato l’invasione delle società d’investimento nel sistema europeo. Il caso Inter è l’ultimo di un fenomeno in ascesa. L’operazione Oaktree – il fondo americano , uno dei maggiori investitori di credito al mondo, finanzierà con 275 milioni di euro le casse neroazzurre – è emblematica.

Il colosso americano sgancia il denaro che serve nell’immediato, ma vuole che il suo investimento possa fruttare.

Di solito questi fondi hanno due modi per guadagnare. Con i rendimenti derivanti da tassi d’interesse elevatissimi e/o con la valorizzazione di ciò che si finanzia attraverso cambi di governance. Sconti non ne fanno. Anzi.

In Europa le partecipazioni dei fondi hanno coinvolto fior di società . Qualche nome? Le due di Manchester, il Celtic Glasgow, le nostre big (Inter, Milan, Juventus). E poi le francesi Lione, Lilla, Tolosa. Tanto per  fare dei nomi. I fondi americani sono pure sbarcati in Normandia. Più che il pieno dì Calvados, hanno fatto il pieno del Caen ( 85% ). Un tempo Caen piaceva a Guglielmo il Conquistatore, oggi ha ingolosito Oaktree. Dai normanni agli americani. Un bel salto.

In Italia non tutti hanno capito

C’è chi vive ancora nell’iperuranio, oltre le sfere celesti. E insiste con i milioni facili. Le società frenano (non tutte). Giocatori, procuratori, parecchi allenatori, tirano dritto. Fanno orecchie da mercante. Non ci stanno. Ma anche le società non ci stanno. Prendiamo l’Inter fresca di scudetto.

Il presidente cinese Suning finora ha speso 712 milioni in cinque anni tra aumenti di capitale, finanziamenti, quota acquisto del club nel 2016. Ha messo le azioni della società a garanzia del prestito. Se fra tre anni non ripaga i 275 milioni (più gli interessi) il fondo californiano rileverà la maggioranza del club. Conte capita l’antifona se ne va. Con relativa buona uscita.

I folli ingaggi del calcio

Cambiano gli allenatori. Restano gli ingaggi folli. E il Milan, dopo le 251 partite in rossonero di Gigio Donnarumma, ha salutato – a parametro zero – il suo portiere dal maxi ingaggio. 6 milioni netti a stagione.

Il calcio è ringalluzzito. Si è fatto baldanzoso. Ha dimenticato (forse, non tutti per fortuna) i guai e le perdite globali causa Covid – biglietti, sponsor e commerciale, diritti tivù. E sembra aver ritrovato il suo antico passo da cicala.

I procuratori dei calciatori hanno costi altissimi. Assieme hanno incassato 138 milioni. C’è un progetto UEFA per arginare le esose parcelle e lo spropositato potere. Due cifre? La Roma ha pagato in “consulenze “ la bellezza di 43.470.016. La Juventus 65.121.086. La Lazio si è fermata a 10.029.096. L’Atalanta si è mossa da big quale è, ovvero 13.311.869. Il Bologna 11.233.807.

Il Milan qualcosa come 33.922.167; il Napoli 17.282.113. E il retrocesso Crotone? Appena ( si fa per dire ) 962.427. La spesa complessiva della serie A è stata di 325.867.082. Una montagna di soldi. Ma dove andremo a finire?

Calcio e spese folli, Gravina non scherza

Finalmente la FIGC si è mossa. Ha creato una norma anti spese folli nel calcio. Era ora. Gravina non scherza.

Nella prossima stagione tutti i club di serie A e di serie B non potranno spendere per il monte ingaggi più della cifra di questa annata. Pena il blocco del mercato. A meno che non presentino come garanzia una fideiussione a copertura dell’eccedenza. Il 31 luglio le prime verifiche. I primi controlli.

È vietato il superamento del 100% del budget, percentuale che scenderà al 90% l’anno prossimo e all’80% tra due stagioni. Sono previste grosse multe. Ha detto il presidente Gravina: ”È indispensabile tenere sotto controllo la gestione dei costi. Perché se i costi superano i ricavi tu comunque fallisci. Non possiamo più permettere di avere la politica dei costi fuori controllo”.

Lenin e Mussolini, i busti vanni a ruba, in Emilia ricordano Zio Peppone Stali, a Predappio la cripta riapre

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 30 Maggio 2021 8:15

Lenin e Mussolini, i loro busti vanno a ruba. Piovono da tutta Italia richieste e prenotazioni. Rossi e neri, tornano i fantasmi del passato. Ma nel Belpaese il passato ( remoto ) non passa mai?

I busti di Lenin vanno a ruba, fioccano le prenotazioni per quelli del Duce. A Cavriago ( Reggio Emilia) e a Predappio il business è questo. “Basta con la retorica della guerra, riprendiamoci le nostre vite “ ammonisce il filosofo Cacciari. Una parola. Nel comune reggiano hanno lanciato l’iniziativa “ Adotta un busto “ ufficialmente per finanziare il monumento dello “zio Giuseppe “ ( uno degli ultimi al mondo ) che campeggia nella piazza centrale.

I comunisti nostalgici e i cultori del folklore sovietico lo adorano. Tanti i curiosi. I promotori gongolano. I turisti non mancano. L’iniziativa ha eco nazionale.

Fa anche il giro del web. Tombola. La risposta di Predappio non si è fatta attendere. Assomiglia più ad un derby tra l’Emilia e la Romagna : Lenin contro Mussolini. Manco fossero Peppone e don Camillo (entrambi però della Bassa Reggiana).

Siccome sui busti in resina piena – “effetto bronzo “ – ( mica il gesso scelto per Lenin ) ci pensa Amazon, i fans della Buonanima hanno riaperto la cripta nel cimitero di San Cassiano di Predappio. Che, oltre a Benito, contiene le sepolture di altri dodici membri della famiglia ( ci sono anche i genitori, la moglie Rachele e i figli. Bruno, Vittorio, Romano e Anna Maria). Apriti Cielo! Gli eredi si sono subito divisi. La nipote Alessandra per ora tace. E anche questa è una notizia .

L’ombra di Lenin sulla Cina post comunista

Ragioniamo. Sono passati cent’anni dalla nascita del Partito comunista italiano. Quasi altrettanti dalla marcia su Roma. Il fascismo è finito nel 1945. Il comunismo nel 1989 con la caduta del Muro di Berlino e nel 1991 con l’implosione della Unione Sovietica. La Cina , è vero, non molla, ma di comunismo ha ben poco. Certo, comanda il partito; ma c’è anche la proprietà privata. Sembra quasi una dittatura di destra, pensa un po’.

Andate a Shanghai, la città più grande del Paese. È facile paragonarla a New York. Sulla moda non è sicuramente inferiore . C’è più Armani qui che sulla celebre Quinta. Morale: le due grandi ideologie del Novecento sono finite da un pezzo. Fallite. Resistono solo sulla carta, nei mercatini delle cianfrusaglie , nei folkloristici pellegrinaggi dei soliti, inguardabili, nostalgici.

E allora ci si chiede: ma perché l’Italia non riesce ad archiviare quella stagione? Perché si continua a tirar fuori lo “zio Giuseppe” ( come dicono a Cavriago ) e gli “ italici piangenti” insistono col Mascellone? Sembriamo condannati ad una eterna divisione.
I padri non hanno ancora del tutto riposto le armi ( almeno dalle mie parti, bassaiole e padane ) e i figli hanno buona memoria. Non dimenticano. Non ci resta che aspettare i nipoti.

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Mag 30 2021

i tre responsabili 30 05 2021

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I TRE RESPONSABILI

della strage vera funivia scarcerati dal Gip, due liberi uno ai domiciliari: troppa fretta della Procura? all’eventuale ricorso l’ardua sentenza.

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Mag 30 2021

il sistema ha successo 30 05 2021

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IL SISTEMA HA SUCCESSO E addirittura in teatro; sul Dubbio.

—Dalla televisione al teatro in un dibattito a più voci con interventi di alto livello. Il libro di Alessandro Sallusti, “Il sistema”, contenente l’intervista a Luca Palamara, è stato presentato a Napoli nel teatro Sannazaro su iniziativa dell’associazione Polo Sud. L’incontro, moderato dal giornalista Simone Di Meo, ha visto “contrapposti” esponenti della magistratura (Carlo Nordio, Arcibaldo Miller e Luigi Bobbio) e dell’avvocatura ( Vincenzo Maiello, Domenico Ciruzzi e Nicolas Balzano). Erano presenti anche Alessandro Sallusti e Luca Palamara.

Francoforte 30 05 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Mag 30 2021

speciale biodiversità 30 05 2021

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NOTIZIE DA CAMPAGNA AMICA Speciale biodiversità, un tesoro da custodire e salvaguardare Si stima che oltre 700 varietà vegetali definite minori – tra frutta, verdura, legumi, erbe selvatiche e prodotti ottenuti da almeno 90 diverse razze di bovini, maiali, pecore e capre allevati su scala ridotta – trovino sbocco nella nostra rete di mercati e fattorie. Possiamo constatare come in questi 20 anni – da quando cioè è in vigore il decreto Legislativo n.228/2001, ossia la normativa di orientamento e modernizzazione del settore agricolo che disciplina l’esercizio della vendita diretta da parte degli imprenditori agricoli sul territorio nazionale – sia avvenuta una profonda e radicale trasformazione del sistema agricolo italiano. In poco più di 15 anni la vendita diretta al consumatore ha subito un forte incremento diventando un fenomeno molto importante per la nostra agricoltura: il Censimento del 2010 riporta che sono oltre 270.000 le aziende che utilizzano normalmente questo canale commerciale (26% delle imprese agricole che immettono il proprio prodotto sul mercato). Oggi sono oltre 30 milioni gli italiani che acquistano direttamente dagli agricoltori nelle fattorie e nei farmer’s market di Campagna Amica, che in pochi anni è diventata la più vasta rete organizzata controllata dagli agricoltori con oltre diecimila punti di vendita. Per i consumatori la filiera corta non costituisce solo il modo più diretto per acquistare prodotti genuini e di qualità, che hanno un diretto legame con il territorio di produzione, ma è anche uno strumento (forse il principale) per acquistare prodotti che possiedono intrinsecamente una serie di valori etico-ambientali: è più facile trovare nei farmer’s markets prodotti senza packaging, prodotti che mantengono e incrementano la biodiversità locale, prodotti derivanti da specie, razze e varietà ormai in via d’estinzione. Un aspetto, quello della sostenibilità ambientale e della tutela della biodiversità, che è sempre più richiesto dai consumatori e nello specifico da quei cittadini residenti nei centri urbani medio-grandi che sono alla ricerca di un contatto diretto con le campagne, che sono insoddisfatti del cibo prodotto in modo industriale e che rappresentano la principale clientela dei mercati di vendita diretta. Si stima che oltre 700 varietà vegetali definite minori, tra frutta, verdura, legumi, erbe selvatiche e prodotti ottenuti da almeno 90 diverse razze di bovini, maiali, pecore e capre allevati su scala ridotta trovino sbocco nell’attuale rete di mercati e delle fattorie degli agricoltori di Campagna Amica che possono contare su circa diecimila punti vendita. Questo è evidentemente il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari, che negli ultimi anni è riuscito a trovare una maggiore valorizzazione commerciale anche grazie alla legge di orientamento. Dal punto di vista delle imprese agricole, investire sulla biodiversità è diventata una condizione necessaria per distinguersi in termini di qualità delle produzioni ed affrontare così il mercato globalizzato salvaguardando, difendendo e creando sistemi economici locali attorno al valore del cibo. Del resto l’agroalimentare italiano da sempre si fonda sui saperi delle nostre comunità e si sviluppa grazie alla ricerca che offre strumenti sempre nuovi di conoscenza della biodiversità. La vendita diretta, in particolare nei mercati contadini, rappresenta l’espressione più completa di un rapporto diretto fra produttori e consumatori e risponde alla crescente domanda di consumo di prodotti di qualità, salubri, sostenibili e con forti legami con il territorio di origine.

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