Archive for Aprile, 2021

Apr 30 2021

bici fin che possibile 30 04 2021

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BICI FIN CHE POSSIBILE

Paolo Panni insiste con www.cremonasera.it, titolo:

—“Il giro dei due ponti”, quando il Po unisce. In bici percorso di 70 km tra le province di Cremona, Piacenza e Parma: natura, cultura, cucina

Francoforte 30 04 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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Apr 30 2021

i più eguali-trentatre 30 04 2021

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I PIU’ EGUALI – trentatre

Mi sembra di riscrivere le 70 cartelle sui processi Iori, pilucco qua e là, come capita; oggi è di turno la Cassazione, il Supremo Collegio! —Spesso i media ne ripetono le massime, in genere le più strane, per divertire i lettori, e ci riescono, ma poi le massime obbligano a decidere in quel senso i giudici d’ogni parte d’Italia, che a loro volta sistemano la nostra vita, gli capitassimo tra le mani!

Le 50 paginette della Cassazione andrebbero lette, integrali, in ogni ordine di scuola, sono ripasso e commento delle motivazioni delle due Corti di merito, in modo che il cittadino, fin da ragazzo, capisca bene il significato delle discussioni sulla Giustizia, quando son recitate dai Davigo di turno; intanto cominciamo dalle ultime righe, che è possibile riassumere così:

“Entrambe le Corti di merito si sono accorte dell’estrema gravità del fatto, della intensità del dolo e della particolare efferatezza della condotta, che la Corte di secondo grado non ha esitato a definire connotata da empietà”

Iori, oltre all’ergastolo, ha rischiato la scomunica, perché non ha manifestato alcun segno di pentimento durante l’intero corso dei processi. La Cassazione, comunque, gli concede il diritto di difendersi, nelle forme previste dalla legge:

“Anche col silenzio e la menzogna, purché non sconfini nella calunnia, ma…. niente condotte oblique e fuorvianti, perché tutti nel processo devono essere leali.”

Beh, vista la mole di carcerazioni preventive che finisce in assoluzione piena, in Italia, sarebbe da precisare meglio chi siano i “tutti nel processo”, ma sono certo, mi fermassi qui, il lettore non capisce che intenda la Cassazione; glielo spiego in poche parole: comunque scelga difendersi, Maurizio Iori, la conseguenza inevitabile della sua difesa è si tratti di un suicidio di Claudia Ornesi, che però prima di uccidersi ha ucciso la sua bambina, quindi Iori ne infama la memoria!

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Apr 30 2021

qui cremona-novecentottanta 30 04 2021

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QUI CREMONA – novecentottanta

Mentre Bazoli su www.cremonasera.it tocca i vertici del Po con Iris, 1216 mi piace, Attilio Fontana dimentica Giulio Cesare, meglio primo in sto paese che secondo a Roma: primi in Lombardia e ultimi d’Europa! titolo: –Fontana: “A Cremona un miracolo di efficienza ed entusiasmo. Con il 31% di vaccinati, siete i primi in Lombardia”

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Apr 30 2021

renato crotti, 30 04 2021

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RENATO CROTTI,

cremasco, da non confondere con l’altro della Libera, è popolare a Crema per Stefano Mauri di Sussurrandom: che abbia ragione Stefano e torto i cremonesi?

“ Greendale, Time … Crema – Profondo Nord: strano parco questo di via Desti, con i suoi giochi abbandonati mi ricorda “ Pripyat a Chernobyl “ e con un cartello, dedicato al parco, non di certo edificante, a Lord Baden Powell fondatore degli scout. Forse perché l’ho fatto per nove anni, strano parco questo”… Così postò sulla sua pagina Facebook Gianemilio Ardigò, ambientalista appassionato della prima ora e cuore verde del Granducato del Tortello. Ah … la palestra all’aperto di Crema, ubicata nel parco del Serio in via IV Novembre, quella per intenderci voluta anni fa dal Rotary guidato all’epoca da Renato Crotti, mah … usata e sfruttata, forse abbisognerebbe di manutenzione ordinaria e di essere dotata di appositi dispensatori, soprattutto in questi tempi di maledetto virus, di preziosissimo igienizzante per le mani, no?


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Apr 30 2021

basterebbe la responsabilità civile 30 04 2021

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BASTEREBBE LA RESPONSABILITA’ CIVILE

per far dissolvere nel nulla tanti liberi e liberissimi convincimenti; titolo del Dubbio.

—Davvero qualcuno pensa di risolvere la deriva della nostra magistratura mettendo sul banco degli imputati la magistratura? Serve una riforma radicale della Giustizia: separazione delle carriere, responsabilità civile, riforma del Csm.. e non una Norimberga dei giudici

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Apr 30 2021

anche andrea fontana 30 04 2021

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ANCHE ANDREA FONTANA

entra negli scrittori di www.cremonasera.it; pur conosciuto, due righe di presentazione: titolare del Gabbiano di Corte de’ Cortesi, buoni e grandi vini a chi ne fa richiesta, responsabile Slow Wine per la Lombardia e Piacenza; l’esordio:

—Qualche giorno fa mi sono preso la briga di verificare lo stato di avanzamento di una mia teoria. Carta e penna alla mano, ho trascritto su un foglio l’elenco di tutte le province italiane. Ho poi sfogliato l’elenco aggiornato delle produzioni vinicole italiane (DOCG, DOC e IGT), depennando di volta in volta ogni provincia che incontravo. Ho avuto così conferma che la Provincia di Cremona è una delle due sole province italiane a non avere nessuna denominazione vinicola.

Un triste primato che si spiega facilmente: troppo piatta la nostra orografia -anche se in passato ci fu chi cercò di inventarsi “le colline di Dosimo”, ma di questo magari parleremo in uno dei prossimi appuntamenti-; troppo ricca la nostra terra -in linea di massima, dove viene bene il mais, non può venire bene l’uva-; troppo calde e umide le nostri estati -l’escursione termica giorno/notte della stagione estiva è un elemento fondamentale per la corretta maturazione della frutta. Eppure non è sempre stato così, anzi. In un passato neanche troppo lontano era consuetudine trovare piante di vite in pressoché tutti gli orti adiacenti alle cascine, dove i mezzadri e i coloni piantavano qualsivoglia coltivazione che potesse contribuire al sostentamento proprio e della propria famiglia. Cos’è cambiato, allora? E com’è possibile che in passato si produceva vino anche nelle nostre terre, e oggi non più? Riassumendo in tre parole: è cambiato tutto. Fino a pochi anni fa la vite, ma soprattutto il vino, erano parte integrante dell’alimentazione quotidiana, al pari del mais (polenta) e del grano (pane e farina). La vite, come quasi tutte le piante da frutto, non necessita di grandi attenzioni o lavorazioni e se la si lascia autogestire qualche grappolo te lo dà sempre. In più, il cosiddetto “vino del contadino” è un prodotto tutto sommato semplice da ottenere: basta raccogliere i grappoli, pigiarli con i piedi, aspettare che si svolga la fermentazione, travasare in damigiana e berselo! Oggi la nostra alimentazione è profondamente cambiata, l’apporto calorico e zuccherino che garantiva il vino viene soddisfatto dalla ricchezza della nostra dieta, e piano piano (ma neanche troppo, in realtà) il consumo di vino pro-capite è precipitato ai minimi storici. Parallelamente, si è passati dal produrre il già citato “vino del contadino” al “vino commerciale”, nell’accezione più alta del termine. Con l’introduzione delle Denominazioni (la legge quadro è la famosa 930 del 1963), la produzione enologica “commerciale”, quella cioè realizzata per essere venduta, ha soppiantato la produzione per l’autosostentamento, e si è perciò concentrata nei territori storicamente più vocati, al fine di ottenere prodotti di elevata qualità. La somma di questi due fattori, così strettamente collegati tra di loro, ha portato inevitabilmente la viticoltura a scomparire dalle zone meno significative, quali appunto la nostra provincia. Ma questo non significa che a Cremona non si beva o apprezzi il vino, tutt’altro: Cremona e la sua provincia sono storicamente grandi consumatori della bevanda di Bacco, spesso acquistata dalle zone di produzione limitrofe e confinanti. E di questo inizieremo a parlare dalla prossima settimana. P.S. Dimenticavo: se te lo stai chiedendo, l’unica altra provincia italiana a condividere il primato con Cremona di assenza di denominazioni vinicole è Monza-Brianza.

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Apr 30 2021

pirondini musicista 30 04 2021

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PIRONDINI MUSICISTA

Padre fratello nipote anch’essi musici, ma di quelli veri: l’amore di famiglia non si scorda mai, racconta l’archivio personale di Enrico.

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Apr 30 2021

le fave 30 04 2021

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I CONSIGLI DEL NUTRIZIONISTA DI CAMPAGNA AMICA Fave, il legume che fa bene alla vista e alle ossa Crude, cotte, fritte, sono ricche di proteine e sali minerali che aiutano a proteggere la pelle. Attenzione, però, a chi soffre di favismo. Si narra che, fra i legumi, le fave siano le meno caloriche in assoluto e hanno acquisito un ruolo da protagonista nei tempi antichi come cibo dei poveri per eccellenza, considerato il loro scarso costo e la semplice reperibilità. La pianta delle fave è originaria dell’Asia Minore e da secoli viene ampiamente coltivata per l’alimentazione umana e animale (foraggio). Le fave sono largamente consumate nelle tavole italiane, in particolare nelle regioni pugliesi, sicule e sarde. Sono dei legumi che molti adorano e pochi mangiano, un po’ perché rappresentano una cucina povera e un po’ perché bisogna saperli cucinare. Sono molto importanti per la nutrizione umana, grazie alla loro ricchezza in proteine vegetali, soprattutto allo stato secco. Un etto di fave fresche fornisce solamente 37 calorie, mentre quelle secche ne forniscono 342 kcal, ambedue, però, a colesterolo zero. La fava fresca contiene l’81% di acqua mentre quella secca solamente il 13,3%. Quella fresca contiene solo piccole tracce di grassi vegetali, quella secca ne contiene il 3% e la fibra della fava fresca è minima, mentre di quella secca è pari a 1,5%. Le fave fanno molto bene alla salute, grazie alle molte vitamine, specie del gruppo B e ai tanti importanti minerali. Sono molto digestive, deacidificano il sangue e sono anche diuretiche, tanto che il rene ne apprezza molto l’uso, specie se si soffre di calcolosi renale. Aiutano molto il fegato nella sua azione disintossicante. Ci sono delle persone che, purtroppo, non possono mangiare le fave a causa di un errore metabolico ereditario, che provoca la malattia detta “favismo”. Costoro, infatti, sono incapaci di sintetizzare l’enzima Glucosio-6-Fosfo-deidrogenasi, per cui si verifica una grave forma di anemia che, se non prevenuta, potrebbe anche portare alla morte; infatti questo enzima, regolarmente ha lo scopo di proteggere la parete dei globuli rossi. Si presenta con ittero (cioè pelle molto gialla), presenza di sangue nelle urine, aumento del volume del fegato e della milza (epato e splenomegalia). Questa malattia è abbastanza diffusa nel Mediterraneo, specie in Sardegna, Calabria e Sicilia. Le fave possono essere consumate cotte o crude e sono vendute sia secche, sia fresche. Dopo aver tolto il tegumento che avvolge le fave, queste possono essere essiccate, dunque conservate per tempi più lunghi rispetto a quelle fresche. Le fave secche senza tegumento non richiedono tempi di ammollo preventivo, tipico di fagioli o lenticchie secche: vengono infatti tuffate nell’acqua bollente direttamente, oppure cucinate a vapore. Il risultato finale è una sorta di purè, ottimo accompagnamento per verdure dal retrogusto amarognolo (es. cicoria). Le fave secche con il tegumento, a differenza delle precedenti, richiedono alcune ore di ammollo prima della cottura. Le fave fresche possono essere consumate al naturale o utilizzate insieme a pane e salumi e formaggi.

A cura di Giorgio e Cinzia Myriam Calabrese

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Apr 30 2021

poste italiane 30 04 2021

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Gentile Flaminio,

Poste Italiane è sempre in prima linea nel proteggere i tuoi dati ed offrirti la massima sicurezza nelle tue operazioni finanziarie.

Ma non basta: abbiamo bisogno anche del tuo aiuto per difenderti dalle possibili truffe!

Per questo, ti ricordiamo che Poste Italiane non chiede mai, tramite telefono, e-mail, sms, messaggi sui social o chiamate dai propri operatori di fornire:

  • i tuoi dati e codici personali (username e password del sito poste.it)
  • i dati delle tue carte (numero carta, data di scadenza, codice di verifica CVV2, CVC2)
  • i codici di sicurezza (PIN, Codici OTP SMS, Codice dispositivo Conto)

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Apr 30 2021

grillo resuscita 30 04 2021

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GRILLO RESUSCITA

i fatti! titolo in prima pagina, con foto di rito, della Provincia fin che c’è:

-Io abusata. Non l’ho mai detto neppure a mia mamma. Quel video di Grillo mi ha convinta a raccontare-

Trent’anni dopo.

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