Gen 31 2021

la legge del più forte-milleottocentosessantadue 31 01 2021

Published by at 6:00 pm under Pubblica Amm.ne

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – milleottocentosessantadue

Se la storia è raccontata in modo esatto, il carcere o non vien deciso sulla testimonianza di una bambina di sei anni!

—Dicembre 2013. Un padre di famiglia, allora sessantaquattrenne, viene arrestato dai carabinieri in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Tempio Pausania, in provincia di Sassari. L’accusa è la più infamante per un papà: aver abusato sessualmente di sua figlia di 6 anni. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe ripetutamente compiuto abusi sessuali e per questo sarebbe stato denunciato dalla moglie. Insomma: sarebbe un pedofilo. L’uomo finisce in carcere, ma fin dal primo momento ribadisce la sua completa estraneità alle accuse. Sostiene di essere innocente, ma prima di riuscirlo a dimostrare dovrà passare molto tempo, compresi 74 giorni in cella. A pesare su di lui è una precedente denuncia per maltrattamenti presentata dalla moglie, ma da quella vicenda era uscito assolto. L’avvocato difensore del padre di famiglia accusato di essere un pedofilo chiede allora che venga immediatamente ascoltata la bambina presunta vittima di abusi sessuali. E così, il 5 marzo 2014 si tiene l’incidente probatorio. Il suo risultato, però, capovolge le convinzioni degli inquirenti: la piccola nega di essere stata toccata nelle parti intime dal papà. Il Gip, preso atto delle dichiarazioni della principale teste, dispone immediatamente la scarcerazione dell’indagato. Il processo che ne segue si svolge con rito abbreviato. E così, il 15 marzo 2017, a tre anni da quella deposizione decisiva per dimostrare la sua innocenza, il padre accusato di abusi sessuali verso la figlia di 6 anni viene dichiarato innocente e assolto “perché il fatto non sussiste”. Altro che pedofilo. Ma l’uomo non può accontentarsi della sola sentenza di assoluzione. Quei 74 giorni trascorsi in carcere da innocente hanno lasciato il segno. Ed è un segno molto pesante per la vita di chiunque: la sua vita è stata distrutta, il marchio infamante della pedofilia difficilmente potrà essere grattato via. Le sue condizioni di salute, già molto precarie, si sono ulteriormente aggravate. Dal giorno del suo arresto, inoltre, gli è stata tolta la possibilità di vedere sua figlia. Da allora non ha potuto più riabbracciarla. Anche per questo, tramite l’avvocato Abele Cherchi, presenta alla Corte di Appello di Cagliari, sezione distaccata di Sassari, istanza di riparazione per ingiusta detenzione, con l’obiettivo di ottenere un risarcimento. E la somma chiesta per indennizzare la sua ingiusta detenzione è quella massima prevista dalla legge 516 mila euro. Sull’istanza si legge che il risarcimento dovrebbe compensare “tutti i danni patiti dall’uomo in conseguenza della custodia cautelare ingiustamente sofferta e per tutte quelle gravi conseguenze personali, familiari e di salute scaturite dall’ingiusta privazione della libertà”. Contemporaneamente alla richiesta di indennizzo è stata presentata anche istanza al Tribunale per i minori di Sassari, da parte dell’avvocato Cristina Cherchi, per evitare che la bambina venga adottata e possa essere così affidata nuovamente a suo padre. https://www.errorigiudiziari.com/innocenti/pedofilo-no-innocente-scagionato-dalla-figlia/

Francoforte 31 01 2021 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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