Stavolta
l’amico Antonio Grassi, che scrive per l’Eco del Popolo di Enrico
Vidali e io volentieri diffondo, mi sembra picchiare più sui modi
della politica che sui contenuti: o sbaglio? Flaminio Cozzaglio.
Area
omogenea
….terra
di pecoroni, pecorelle e Gallinate!?
Cosa
significa “Gallinata”, neologismo coniato da Alessandro
Pandini?
Potrebbe
essere una variante di covata, oppure di grigliata. Ma di galline. O,
una cotognata con mele galline Dop della valle dell’Oglio, variante
locale di quelle cotogne. Perché scartare il nome di un nuovo brand
per prodotti di nicchia, must esclusivo del nostro territorio? E se
fosse una specialità gastronomica locale da aggiungere a tortelli,
bertolina, torrone? E se fosse una bibita energetica? Una Gallinata e
vai che sei un missile. Meglio della Red Bull, che, si sa, mette le
ali.
Poi
ci sono le interpretazioni più malevole e allora Gallinata potrebbe
intendersi come cavolata, cazzata, minchiata e, se si analizza il
contesto che ha originato il neologismo, viene il dubbio che il
significato più aderente alla realtà sia quest’ultimo.
Come
nei feuilleton, un passo indietro.
Martedì
29 dicembre alle 17,45 è convocata una video-assemblea dei sindaci
dell’Area omogenea. Tra gli argomenti all’ordine del giorno figura la
questione della sanità nel nostro territorio.
Il
28, giorno precedente, alle 16,29 viene inviata ai sindaci «la
bozza di documento da discutere ed approvare domani, affinchè chi lo
desidera possa approfondirne sin d’ora i contenuti».
Alle
17 di martedì, Gabriele
Gallina,
sindaco di Soncino posta sul gruppo WhatsApp dell’Area omeogena
alcune osservazioni sul documento in questione.
I
toni sono pacati, stile da vecchio democristiano. Niente ultimatum,
niente sgommate, niente demagogia. Semplici riflessioni che
raccolgono l’approvazione di alcuni colleghi. Stefania
Bonaldi,
sindaco di Crema, molto concreta, scrive: «Se ne parla in
assemblea». Non fa una grinza. Sono le 17,10.
Un
minuto dopo irrompe nella discussione il neologismo di Pandini che
scrive: «Esatto…mi
sembra la solita Gallinata sulla chat…e le pecorelle al seguito…»
Letterale,
compresi i puntini di sospensione. È uno tsunami.
L’autore
si scusa, ma quando le uova sono rotte non si posso ricomporre.
Pandini
è sindaco di Montodine. Sicuro e deciso, ricorda l’uomo che non deve
chiedere mai, quello di Denim, il dopobarba per il super macho.
Invece ha l’aspetto dell’uomo tranquillo. Del buono. La sua
gentilezza è esemplare. Si potrebbe dire squisita, se non si
rischiasse d’essere tacciati di lecchinaggio. Il suo grazie, seguito
dal nome contratto – come si usa tra amici di lunga data – della
destinataria o destinatario è noto ai colleghi sindaci della chat
dell’Area Omogenea. È una dimostrazione di stile e buona creanza che
gli fa onore. Dalle 17, 11 di marted1 29 dicembre si scopre che ha
una vena creativa. Gallinata, non male. Chissà perché l’ha fatto?
Alle
17,45 inizia la video-assemblea. Il terremoto non viene citato. Già,
i sindaci posseggono classe da vendere, ma la Gallinata è il
convitato di pietra.
Aldo
Casorati,
presidente dell’Area Omogenea, introduce i lavori e illustra il
documento. La Bonaldi completa la presentazione. Si apre il
dibattitto e tra gli interventi spiccano quelli di Fabio
Calvi,
Gianni
Rossoni,
Paolo
Aiolfi,
Piergiacomo
Bonaventi,
rispettivamente sindaci di Rivolta d’Adda, Offanengo, Bagnolo,
Pandino.
Gallina
ribadisce e precisa, ça
va sans dire,
le Gallinate. Sottolinea che nel documento manca totalmente una
accenno alla mozione approvata da 16 consigli comunali, uno dei quali
con a capo Mirko
Signoroni,
presidente della provincia. La mozione chiede la revisione dei
confini dell’Ats e lo spostamento della sede a Cremona. Al contrario,
nel documento presentato da Casorati si dà ampio spazio alla mozione
dei consiglieri regionali Matteo
Piloni,
Marco
degli Angeli,
e Federica
Lena con
l’invito a Milano di attivare un PreSST a Crema. PreSST sul quale
tutti concordano, ma che incontra perplessità sull’ubicazione
nell’ex tribunale cittadino. I sindaci, sostengono i dubbiosi, devono
fornire un’indicazione politica e non tecnica.
La
conclusione è salomonica: il documento va rivisto. Il compito è
affidato a Bonaldi, Rossoni, Gallina, Calvi e Bonaventi. Casorati
chiede di essere esonerato dal compito perché, afferma, potrebbe
creagli delle difficoltà modificare un documento che ha contribuito
a scrivere.
La
chat di Pandini e la rinuncia di Casorati a partecipare al gruppo che
partorirà il nuovo documento sono segnali poco incoraggianti per
Cremasco.
La
Gallinata di Pandini è la punta dell’iceberg di una intolleranza
strisciante verso chi non è allineato al pensiero unico.
Dimenticare
la mozione dei 16 comun (Casale Cremasco Vidolasco, Genivolta,
Ricengo, Credera, Sergnano, Torlino, Bagnolo, Salvirola, Campagnola,
Dovera, Volongo, Romanengo, Palazzo Pignano, Ticengo, Vaiano,
Casaletto di Sopra), può essere intesa una discriminazione tra chi è
allineato e chi è più autonomo. Se così non fosse, si spieghi il
motivo dell’amnesia.
La
scelta di Casorati di non partecipare alla revisione del documento,
segnala una incapacità del presidente dell’Area omogena di accettare
con serenità e spirito costruttivo le critiche ad un lavoro nel
quale credeva, ma che non ha trovato consensi unanimi. È un peccato
e una sorpresa. È politico di lungo corso e dovrebbe sapere che la
strada non sempre è priva di ostacoli.
Se
questo è lo stato dell’arte, mala tempora currunt per il Cremasco. E
non solo per il covid-19.
La
Repubblica del Tortello è piena di pecoroni, pecorelle e chissà
quanti animali e anche di Gallinate, ma non si intravedono aquile
imperiali. Però in tanti pensano di esserlo. È un guaio.