Nov 29 2020

la legge del più forte-milleottocento 29 11 2020

Published by at 10:37 pm under Pubblica Amm.ne

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – milleottocento

Oggi due lezioni da www.errorigiudiziari.com: agli inquirenti, imparate a fare i narcotest, e non si incarcera per 23 grammi di supposta cocaina; a voi, usate un buon miele, possibilità di confusione con alcun tipo di droga, zero!

—Trascorse ventisei lunghi giorni fra carcere e arresti domiciliari con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di cocaina, erano invece poco più di 23 grammi di zucchero. Dopo lunghe indagini, gli investigatori hanno scovato i registi della messinscena ordita ai danni del parrucchiere brindisino Marco Santese, 30 anni. Al termine del processo di primo grado, si può dire che si tratta della ex moglie Monica Biasi, 25 anni e Antonio Sanasi, 40 anni, il nuovo compagno di lei. Il movente? Sanasi temeva un ritorno di fiamma fra i due ex e che, con la complicità di un confidente storico dei carabinieri, aveva soffiato la calunnia nelle orecchie dei militari. Il prologo di questa incredibile vicenda risale a poco più di un anno fa. Il parrucchiere brindisino, incensurato, viene arrestato dai carabinieri il 29 marzo scorso. Quella mattina stessa una telefonata avverte i militari che sotto il copri cerchio della sua auto l’artigiano nasconde lo stupefacente. Alle 7,30 scatta il blitz, in sei piombano nella bottega del rione Santa Chiara, e la perquisizione conferma le informazioni dello spione. Non è tutto. Ancora più incredibile è il fatto che, da lì a poco, il narcotest sulla sostanza conferma che si tratta di cocaina. L’uomo viene arrestato di fronte ai clienti increduli e al datore di lavoro, allibito. Il legale difensore, Gianvito Lillo, non si arrende e ostinatamente chiede una seconda perizia che viene infine disposta dal pubblico ministero. I risultati confermarono l’innocenza proclamata per ventisei lunghi giorni dalla vittima: è zucchero, comune disaccaride saccarosio in polvere. Il gip Alcide Maritati dispose l’immediata scarcerazione dell’artigiano mentre l’avvocato Lillo sporse per conto del proprio assistito denuncia contro ignoti. Gli investigatori si misero immediatamente a caccia dei calunniatori. La coppia è stata stanata dagli stessi militari della compagnia francavillese, indagini coordinate dal maresciallo Antonino Farrugia, impianto accusatorio corroborato da un massiccio carico di intercettazioni. E’ lo stesso Marco Santese, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, a suggerire la pista agli inquirenti, sa bene che non sono molte le persone che possono nutrire motivi di rancore nei suoi confronti. La traccia si rivela assai puntuale e i carabinieri, con una motivazione in più del solito, arrivano presto e bene al punto, i registi della storia sono la ex moglie e il nuovo compagno. Il movente? Un insano desiderio di vendetta. A ordire il piano contro il parrucchiere, suggerendo il nascondiglio dello stupefacente posticcio a un confidente dei carabinieri, fu Santese, il nuovo compagno della ex moglie, con l’obiettivo di eliminare il rivale dalla circolazione. Letteralmente. Le intercettazioni confermano le prime intuizioni degli investigatori. I due vengono rinviati a giudizio. E il processo di primo grado nei loro confronti si conclude a metà dicembre 2015: l’ex moglie e il suo nuovo compagno vengono condannati a tre anni e un mese di reclusione, più l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, disponendo anche il risarcimento dei danni da quantificare in sede civile nei confronti di Marco Santese. Pende intanto di fronte alla Corte d’appello di Lecce la richiesta risarcitoria per ingiusta detenzione da parte della difesa di Santese.

Francoforte 29 11 2020 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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