Nov 28 2020

la legge del più forte-millesettecentonovantanove 28 11 2020

Published by at 7:02 pm under Pubblica Amm.ne

LA LEGGE DEL PIU’ FORTE – millesettecentonovantanove

La solita storiaccia presa da www.errorigiudiziari.com……

—Sono le 6 del mattino del 28 maggio 2012. Agenti di polizia si presentano alla porta dell’abitazione di Omar Milanetto, 37 anni, calciatore di serie A del Padova, un passato nelle file di squadre come Modena, Monza, Fiorenzuola, Como, Brescia e soprattutto Genoa. Con lui, in casa, ci sono la moglie e i figli di 2 e 7 anni. Gli agenti devono eseguire un’ordinanza di custodia cautelare in carcere: Omar Milanetto è accusato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Cremona per un giro di scommesse clandestine e partite aggiustate che ha coinvolto anche altri calciatori di serie A. Omar Milanetto finisce in carcere. Qui scopre il reato che gli viene contestato: l’accusa parla di una presunta combine di una partita, Lazio-Genoa, disputata nel 2011. A chiamarlo in causa, dichiarazioni che si scopriranno false e intercettazioni telefoniche trascritte male o interpretate in modo errato: su tutte, quella in cui il calciatore spiega di volersi recare presso il quartiere genovese di Albaro, trascritta come se Milanetto avesse detto di voler andare “dal baro” per combinare qualche partita di calcio. L’inchiesta si sgretola progressivamente. Dopo 8 giorni di carcere, nei confronti di Omar Milanetto vengono disposti gli arresti domiciliari. Ma presto la sua posizione finisce per essere archiviata prima ancora di arrivare al dibattimento: l’ex bandiera del Genoa, con quella storiaccia di combine e partite truccate, non c’entra nulla. Anche dal punto di vista della giustizia sportiva, le accuse finiscono nel nulla: dopo tre gradi di giudizio, non c’è nessun riscontro alle accuse, nessuna prova che Omar Milanetto abbia davvero commesso quello per cui lo si è tirato in ballo. Nel luglio 2017 il difensore di Omar Milanetto – l’avvocato Maurizio Mascia – presenta una richiesta di riparazione per ingiusta detenzione: i 18 giorni, tra carcere e arresti domiciliari, cui è stato costretto l’ex calciatore, devono essere indennizzati. E la somma richiesta deve essere quella massima prevista dalla legge per questi casi, vale a dire 516 mila euro: “La libertà e la dignità di una persona non hanno prezzo, ma questo è il massimo che può essere ottenuto per l’ingiusta detenzione. Oltre al valore economico dei 18 giorni trascorsi tra carcere e domiciliari, ci sono anche i danni morali per accuse che oggi andrebbero bene soltanto come spunto per le trasmissioni comiche”, ha spiegato l’avvocato Mascia. Al momento dell’arresto, Omar Milanetto era sotto contratto con il Padova: “L’accordo è stato rescisso bilateralmente, ma il giocatore ci ha rimesso 377 mila euro. Senza contare che essere coinvolto in questa vicenda gli ha fatto chiudere in maniera ingloriosa la carriera. Una volta conclusa la partita della riparazione, si aprirà quella relativa alle richieste di risarcimento nei confronti di chi in questi anni ha definito Omar Milanetto un criminale”. Il legale dell’ex calciatore sembra dunque avere tutta l’intenzione di chiamare in causa i magistrati che hanno condotto l’inchiesta: “Qualche settimana prima dell’arresto, Milanetto aveva spiegato alla Federcalcio la sua presenza nel locale milanese dove i suoi presunti sodali si sarebbero incontrati. Si trovava lì per l’addio al celibato di un ex compagno, ore dopo il presunto incontro. Il verbale dell’audizione era stato mandato alla Procura di Cremona, che però non l’aveva allegato quando ha chiesto l’arresto. Un fatto davvero grave”, ha aggiunto l’avvocato Mascia. E così il 30 gennaio 2018, davanti alla seconda sezione della Corte d’appello di Brescia, si celebra l’udienza per discutere se accettare o respingere la domanda: “Il sostituto procuratore generale mi è sembrato imbarazzato per quanto è accaduto al mio cliente. Dopo tutto, Omar Milanetto era già uscito da questa vicenda nel corso delle indagini preliminari e la sua posizione era stata archiviata”, ha detto l’avvocato Mascia. Omar Milanetto, che ha voluto essere presente all’udienza, ha ricordato lo shock dell’arresto all’alba di fronte a moglie e figli piccoli: “Sono stato trattato come un delinquente, le immagini del mio arresto girate dalle forze dell’ordine sono state trasmesse su tutti i media. Il fatto che il procedimento nei miei confronti si sia concluso positivamente prima ancora di cominciare, non cancella la gravissima ingiustizia che ho subito”. Il 21 febbraio, i giudici della seconda sezione della Corte d’Appello di Brescia dispone la riparazione per ingiusta detenzione nei confronti di Omar Milanetto: 30 mila euro per i 18 giorni trascorsi da innocente in carcere e agli arresti domiciliari. L’avvocato Maurizio Mascia: «Milanetto è stato dichiarato estraneo ad ogni associazione o fatto criminale anche dalla giustizia sportiva, in ben tre gradi di giudizio. E ora questa decisione gli restituisce ufficialmente l’onore sottrattogli con l’arresto ingiusto del 28 maggio, eseguito davanti ai suoi figli in tenera età e addirittura filmato dalla Polizia giudiziaria, che per legge opera alle dipendenze e sotto la direzione dell’Autorità giudiziaria. Le immagini di quell’arresto insensato, ordinato per di più da un giudice incompetente per territorio e condite dai commenti colpevolisti dei soliti soloni, servirono solo a violare in mondovisione la dignità di un innocente, tutelata perfino dall’articolo 5 della Carta africana dei diritti umani».

Francoforte 28 11 2020 www.flaminiocozzaglio.info flcozzaglio@gmail.com

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