Nov 27 2020
la lega calcio 27 11 2020
Rimango stupefatto ogni volta che leggo il Pirondini: ha quasi la mia età, come diavolo fa a sapere tutto quel che si muove dietro la scena? Flaminio Cozzaglio.
LA LEGA RASCHIA I FONDI E PREPARA LA RIVOLUZIONE
La rivoluzione è
partita. Il 19 novembre, dai saloni del St.Regis di Roma, con
l’accordo (storico) Lega di serie A e tre fondi di ampie vedute: i
Club di serie A evitano il default incasssando subito 1,7 miliardi e
cedendo il 10 % della loro proprietà; i fondi si impegnano
assicurando maggiori ricavi e parecchie novità.
Con due priorità
rivoluzionarie: un colpo di scure agli ingaggi folli ed il varo di un
proprio Canale TV. Niente sarà più come prima. Anche per milioni di
tele utenti, in Italia e nel resto del mondo.
I TRE RE
MAGI
La serie A stava precipitando nel burrone. Troppi debiti,
sponsor in fuga, stadi vuoti per il Covid 19, stipendi fuori dalla
realtà, governo avverso agli aiuti economici (sarebbe scandaloso
dare soldi pubblici – cioè nostri – per pagare il mensile a Ronaldo,
Conte ( Inter), Lukaku, Ibrahimovic o Dzeko). Ed allora l’idea di
ricorrere alle risorse di Fondi esperti e innovativi. E sono arrivati
i tre Re Magi: uno britannico, uno americano, uno italiano. Tombola.
Resteranno minimo sei anni. Hanno idee da vendere. Il presidente
della Lega Paolo Dal Pino, li terrà al guinzaglio con un mestiere
affinato in grandi gruppi come Fininvest, Mondadori, L’Espresso. E
promette: “Riporteremo il calcio italiano ad essere il più
bello e seguito del mondo”.
SPECIALISTI PRIVATE
EQUITY
Conosciamoli allora questi tre fondi.
CVC CAPITAL
PARTNERSHIP – Si tratta di una società britannica con sede a Londra.
È specializzata in “private equity”. Ha un patrimonio di 135
miliardi, uffici in 23 Paesi del mondo; e nello sport ha notevoli
esperienze in Formula Uno e nel rugby.
ADVENT INTERNATIONAL – È
una società americana di Boston. Cura 360 investimenti, anche in
Cina, India, Brasile, Argentina. A Milano, per non sbagliare, ha
fissato la sua sede nel Quadrilatero della Moda. Gestisce un
patrimonio di 45 miliardi.
FIS (Fondo Strategico Italiano) – Ha
sede a Milano e segue 3.000 aziende nel suo perimetro di
investimento. Dice il fondatore, il bocconiano Sergio Tamagnini:
”Aiutiamo le aziende a restare in Italia“. Nel suo ufficio
campeggia una targa: ”Non temere, respira a fondo, vedi grande e
guarda lontano”. Al suo fianco Carlo Moser, anche lui bocconiano,
ex analista della Goldman Sachs a Londra. Tamagnini tifa Milan.
STIPENDI E CANALE TV
Due
punti fissi in agenda: tagliare gli stipendi dei giocatori e
realizzare la Tv della Lega per incrementare i ricavi di almeno un
miliardo (studio di De Laurentis, Napoli). Gia’ accantonati 50
milioni per un nuovo canale che servirebbe il vasto mercato estero.
Basteranno?
Quanto al taglio degli stipendi (“ ormai
insostenibili “ come dice il ministro dello sport Vincenzo
Spadafora) si profila una grande battaglia. Il Barcellona c’è l’ha
fatta passando da un monte ingaggi di 671,4 a 382,7 ( scure pari al
43%); il Real Madrid si è accodato passando da 641 milioni a 468,5 (
-27% ). L’Italia ancora no. Gabriele Gravina, presidente della
Federcalcio, ha scritto a UEFA, FIFA, ECA ( European Club
Association, affiliata UEFA, 246 Club, presidente Andrea Agnelli)
invocando un salary cap in stile NBA. Campa cavallo.
VECCHIA
STORIA
Fino al 1980 il problema dei diritti televisivi non
esisteva. Poi c’è stato il primo accordo Lega-Rai. Nel 1993 la
Lega si accorda con Tele+, emittente fondata tre anni prima da Silvio
Berlusconi,Vittorio Cecchi Gori e il tedesco Leo Kirch (nel 1984
aveva fondato la prima tv commerciale in Germania, era amico del
Cancelliere federale Helmut Kohl che restò in carica 16 anni ). Nel
2003-2004 ha fatto irruzione SKY, a seguire DAZN: le due ti
resteranno in sella fino al 2021. Poi sarà di nuovo
battaglia.
ISPIRATO DA W. BUFFET
Paolo Dal Pino
ricorda, seppur in sedicesimo, Warren Buffet, classe 1930, americano
del Nebraska, il più grande “value investor” di sempre, buon
filantropo, il quarto più ricco del mondo. Diceva: ”Facendo le
scelte giuste nei momenti in cui tutto sembra precipitare, si possono
ottenere risultati importanti nel lungo periodo“. Lui lo ha detto e
fatto, lui e pochi altri come lui. Però certe storie possono
ripetersi. Dal Pino è anche il Ceo della Telit communication nata a
Trieste nel 1996 ed oggi a Londra con oltre mille dipendenti ed un
prodotto (wireless soluzioni) venduto in 80 Paesi. Il calcio farà
altrettanto?
ENRICO PIRONDINI
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