Ott 30 2020

candidati 30 10 2020

Published by at 10:36 am under Pubblica Amm.ne

Trump è un civico, insinua malizioso Pirondini accomunandolo a qualche italiano. Flaminio Cozzaglio commentò……

CANDIDATI

È partita la caccia grossa ai candidati per le prossime amministrative (fine maggio-primi di giugno 2021). Si punta sui “civici”. I partiti sono a corto di idee. Hanno cattiva coscienza di se’. Succede nei momenti di passaggio come questi. Per di più aggravati da uno strano lockdown che sta mietendo vittime economiche e sociali. Servirebbero soldi subito (che non ci sono). C’è già chi parla di “omicidio di Stato del ceto medio con l’alibi del Covid“. Renato Brunetta sostiene che “il virus è il nuovo spread nel 2011”. Si attendono i 209 miliardi del Recovery Plan. Campa cavallo. Se va bene arriverà una piccola anticipazione l’estate prossima. La situazione è drammatica. E cresce la rabbia sociale. Brutto segno.

POLITICA IN DIFFICOLTÀ

Il civismo è l’ancora di salvezza. Per una destra e sinistra che hanno difficoltà ad esprimere una classe dirigente. Gli ultimi riciclati (Caldoro, Fitto) hanno allarmato le segreterie dei partiti. E allora avanti con un totonomi non senza azzardi: Bertolaso o Giletti (che si è già tirato fuori) a Roma, Sala a Milano oppure un rettore, un magistrato a Napoli, il presidente dei commercianti a Bologna. Succede quando il sistema dei partiti è febbricitante. Cento anni fa emerse il civico Mussolini, nel 92-93 del dopo Tangentopoli sali’ alla ribalta Berlusconi. Stessa musica all’estero: ad esempio, Trump è un civico.

ELEZIONI COMPLICATE

Il Coronavirus rende tutto complicato. A cominciare dalla data. Poi c’è il volume dei comuni coinvolti: oltre 1.300. Cinque grandi città ( Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna ), 21 capoluoghi di provincia di cui tre in Campania (Benevento, Salerno, Caserta), due in Romagna (Rimini, Ravenna). E molti comuni popolosi come Castellammare di Stabia (65.000), Battipaglia (51.000), Chioggia (49.000), San Benedetto del Tronto (47.000). C’è anche una intera diocesi chiamata alle urne, ovvero Nardo’-Gallipoli .
Sono a fine mandato i sindaci di Napoli (De Magistris) e di Bologna (Merola). Si tentano ribaltoni. La campagna è già calda.


GLI ACCHIAPPA VOTI

Nomi ne circolano già a iosa. Nomi civici, apparentemente super partes, prestigiosi, di buona reputazione. Insomma degli acchiappa voti.
A Roma il sogno azzurro si chiama Guido Bertolaso, romano doc, un passato da capo della Protezione civile (2001-2010). Un sondaggio Index recente lo accredita di un 44%, Calenda 41%, Virginia Raggi 15%. Scalpita soprattutto Calenda che conosce la macchina per il suo passato da manager in Ferrari e SKY prima di entrare nei governi Letta, Renzi e Gentiloni. Si è intrufolato anche Vittorio Sgarbi (Lista Rinascimento) per movimentare il teatrino.
A Milano si fa il nome di Ferruccio Resta, rettore del Politecnico, ingegnere, membro pure del Cda del colosso Leonardo-Finmeccanica (49.500 dipendenti, siti in 20 Paesi), una produzione sontuosa (elicotteri, velivoli militari e civili, sistemi di sicurezza, satellitari). In alternativa Marco Veronesi, medico, uno dei sette figli del celebre oncologo Umberto. Tace per ora Beppe Sala, sindaco dopo Pisapia; nel 2016 ha vinto al ballottaggio con il 51,70%. Scioglierà la riserva più avanti.

BOLOGNA CIVICA

Nel capoluogo emiliano si punta su Giancarlo Tonelli, fiutando l’effetto Guazzaloca del 1999. Con Tonelli c’è Gian Luca Galletti, centrista, già ministro nei governi Renzi e Gentiloni. Si tenta di ripetere il fronte civico-polista. Il verdetto fra circa sei mesi. Virus permettendo.

ENRICO PIRONDINI

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